Direi che sono pronta per partire, anche se maggio è ancora lontano (non troppo)qualche giorno fa dissi alla Zimo che di olandese non ci capisco una beneamata cippa, però con l'inglese me la cavicchio...
e mi tornò in mente quando partii per la Svezia.gemellaggio Roma - Lidköping con la scuola.secondo superiore, 8 giorni in scandinavia con vari personaggi tra cui Miriam.ora, tralasciando che colei che non dice nessun genere di parolacce (ora meno di allora) alle 3 di notte, sul pullman che da Stoccolma ci avrebbe portato a Lidköping, alzò lo sguardo assonnato e, ancora dormendo, mi disse "Aria' so proprio rincoglionita" per poi ripiombare in un sonno profondo.tralasciando che fummo catapultati in una realtà completamente diversa dalla nostra.tralasciando che vedere una notte illuminata, perchè li la luce c'è per 6 mesi, anche di notte.tralasciando che, in quella casa non avevano citofoni e mi sono ritrovata a dover tirare sassetti alla finestra della stanza di Fatina (la ragazza che mi ospitava) perchè non sapevo come rientrare.tralasciando che non sanno cosa sia la pizza (la margherita con l'ananas fa veramente schifo)tralasciando che a livello scolastico ci battono eccome, e tralasciando anche che durante le lezioni di italiano, nella classe svedese, oltre alle news di beautiful vennero fuori altarini su altri compagni di scuola (i nostri però) - si fa gossip anche in svezia! - .tralasciando inoltre che, ahimè, la pasta non la sanno cucinare, ma, almeno la famiglia in cui mi sono trovata, sono più che ospitali, e cercano di metterti il piu possibile a tuo agio (anche se non è il massimo sentirsi dire che hanno comprato gli spaghetti Barilla solo per te, e te li fanno trovare scolati, incollati al centro della tavola insieme alla pentolona del sugo...e vagli a spiegare come si fanno!)il problema fondamentale è che, almeno quando andammo noi, in quel paesino, dopo le 17, mangiano ininterrottamente.in pratica, Fatima mi spiegò che il pranzo (alle 11.30) nella mensa della scuola non veniva consumato, dato che non era cosi eccezionale. quindi, dopo una colazione fatta di cornetti, burro, hamburger, pesce, patate, e panini vari, finite le lezioni, nel pomeriggio si tornava a casa, e verso le 17 si pranzava/cenava.finito il pasto, non c'era spazio per la digestione. se ci si trovava davanti alla tv uscivano fuori patatine, caramelle, salatini e stuzzichini vari, se si studiava idem, se si usciva si mangiava qualcosa camminando.incontrandomi con miriam un pomeriggio, o una mattina (non ricordo più) uscì fuori che il "problema" non era solo mio. anche lei si trovava nella stessa situazione.come spiegare quindi, che dopo un po' che si ingurgitava roba, il nostro stomaco fosse pieno?semplice! prendete due liceali al secondo anno con una professoressa che girava coi fiocchi in testa, che si vantava di essere una modella ma pareva più un'iguana che camminava in posizione eretta, e soprattutto che fosse convinta di parlare madrelingua inglese ma non si capiva una mazza quando le parole le uscivano di bocca, un vocabolario tascabile di inglese, un po' di rincoglionimento giovanile, i neuroni spenti e la mancanza di sinonimi (sarà stata colpa dell'aria svedese?)ne uscirà fuori una frase semplice, ma del tutto inefficace"mi' come si dice pieno?""guarda sul vocabolario""si ma qui mi dice full, come se fosse il pieno di una macchina""beh puoi provare spiegandoglielo cosi"e fu cosi, che all'ennesimo piatto di roba commestibile, davanti a Fatima me ne uscii dicendo "No, thanks! I'm full like a car"
inutile dire che mi guardò allucinata per non capire, poi illuminata da una risata quando, accompagnata dai miei gesti, capii cosa volevo dirle...alle brutte, ad amsterdam, mi munirò di lavagnetta magica per esprimermi a disegnini, se i gesti non dovessero portare risultati.[a parte quell'uscita infelice, però, ho ricordi più che positivi di quella settimana. comici e non, i 4 giorni con la famiglia di Fatima sono stati speciali, i 3 giorni a stoccolma in un ostello sono stati da Zelig. ma qui risulterebbe complicato raccontarli, anche perchè mancano delle foto impossibili da descrivere.]