troppi spiccioli...

e meno male che mi sono impuntata!


i libri, trovo che i libri siano una di quelle cose che ognuno debba poter scegliere da se, al massimo aiutato nella scelta...regalare un libro è difficile, bisogna sapere conoscere bene la persona, i suoi gusti, e soprattutto, nel caso di persone lunatiche, conoscere il periodo nel quale sta vivendo il futuro ricevente. perchè, si sa, a seconda del periodo si hanno diversi gusti...beh non tutti fanno cosi, anzi, spesso si regala un libro perchè non si sa cosa regalare, perchè si vuol evitare di regalare la classica busta coi soldi che viene vista come squallore (dal mio punto di vista...ma quale squallore! almeno li uso al meglio!) sta di fatto che il periodo adolescenziale delle festività quando ancora coi parenti c'era uno strano gioco che assomigliava allo scambio di regali, io mi ritrovavo con cose inutili in mano...da vedere pupazzi in gesso per il presepe (manco la natività!!) alti 20 e rotti centimetri, pacchi e pacchi di diversi tipi di caffe (in tempo di guerra era una rarita) e soprattutto libri che sono stati accantonati in librerie a prender polvere negli anni...tra questi l'amico ritrovato, piccole donne, piccole donne crescono, una versione ridotta e arrangiata dei promessi sposi...e poi ancora si chiedono perchè sono cresciuta cosi! e soprattutto la fabbrica di cioccolato.questa molto probabilmente solo perchè sin da piccola la mia gola verso il cioccolato era abbastanza famosa in quel della parentela...sinceramente? non mi pento assolutamente di aver fatto prendere polvere ai bordi di quel libro mai aperto. eh si, e non mi pento di non aver mai visto il film degli anni 70.si perchè la storia è quella, la favoletta con la morale che si conosce, non quella del principe e della principessa...ma quella del bimbo che da grande diventa cinico, che vede come nemico la famiglia perchè "abbandonato" dal padre, la figura del bimbo viziato, del bimbo cresciuto davanti alla tv, del bimbo ingordo e del bimbo che deve calcare le orme della mamma...e del bimbo comune...insomma la favoletta è quella...ma tim burton non è uno qualsiasi, probabilmente è una cosa scontata...ma è un film che se non aveva la sua firma non mi avrebbe mai visto acquistarne il biglietto.andare al cinema a vedere la fabbrica di cioccolato nella rivisitazione di burton non significa andare a vedere un capolavoro, andare a vedere il film che ti lascia coi pensieri del tipo "chi siamo, cosa stiamo facendo e perchè viviamo se poi dobbiamo morire...", anzi se siete psicologicamente verso quel genere di film non andatelo a vedere...ma se volete un film dove rimanere impressionati dai colori, dagli effetti, dal modo di vedere una favola, dal modo di raccontarla, dal modo di proporla a un pubblico svariato, dal modo di adattare una morale trita e ritrita ai tempi nostri...beh allora vi assicuro che non puo' deludere l'aspettativa. quell'uomo è geniale, e trovo che l'accoppiata burton depp sia ancor piu geniale, due uomini una moltitudine di maschere...si il trucco, si i giochi di computer...ma è una di quelle rarissime volte in cui esco dal cinema contenta di averlo visto, col sorriso per aver visto un film che non parla di drammi, di tragedie, di morte, di tradimenti o peggio ancora di amore eterno, di finali perfetti, di principi e principesse...un film, un bel film. uno di quei film da rivedere volentieri...