troppi spiccioli...

Gods of Metal 2008 I° notte


Arriviamo stranamente in albergo sani e salvi, e puzzolenti aggiungerei. Tanto che si fa la conta per la doccia. E mentre a turno si fa la doccia, ci si appresta a svuotare il minibar, e riempirlo con le nostre birre e soprattutto la carne per il giorno dopo. È mezzanotte passata. Saranno le due quando tutti e tre profumeremo di nuovo. Ma ancora per poco. Dopo aver appurato che la nostra pelle non aveva più quel non so che di appiccicaticcio, dopo esserci impigiamati, dopo aver cercato di respirare aria fresca inutilmente perché il condizionatore non ne voleva sapere…la Zimo attua il suo diabolico piano. Ucciderci anziché farci passare la notte indenni.
Dalla sua borsa tira fuori una potente arma chimicobatteriologicabucaozonoepolmoni. L’autan spray secco! PPFffffff PPPFFfffff e non contenta PPFFFFFFFF PPPFFFFFFFFFFfff ne spruzza talmente tanto che Giordano comincia a tossire, io comincio a soffocare. L’intimiamo a mettersi quel coso fuori dalla stanza. Cosi che la Zimo, impigiamata, esce dalla camera e appesta tutto il corridoio metallaro dell’albergo con la bomboletta. La vediamo passare zompettante davanti alla porta più di una volta. Poi si ferma. Fissa la porta della nostra stanza. Tiene ancora in mano la bomboletta assassina. E in men che non si dica spruzza una X gigantesca che soffoca sia me che Giordano. “A Zi’ che cazzo fai?”“Cosi non entrano in camera” e tutta felice si butta sul letto e crolla. Non sapremo mai se il crollo fu dovuto all’autan respirato o alla stanchezza accumulata.  Gods of Metal II° Giorno – colazione  Siamo vivi, svegli e schifosamente accaldati. La mattina del sabato sarà quella delle scoperte. Ovvero la scoperta che la nostra stanza è illuminata a giorno anche con gli scuri tirati completamente. Che la nostra stanza diventa un forno crematorio alle 7 del mattino e soprattutto…che è ora di colazione e se non ci sbrighiamo ci chiudono le porte. Con i tatuaggi delle lenzuola ancora stampati in volto scendiamo alla sala ristorante. Prima missione, capire cosa c’è di mangiabile. Seconda missione, trovare un posto dove sederci. Terza missione, mangiare il mangiabile prima che le cavallette si spazzolino anche i vassoi. Si perché in un albergo che offre la colazione a buffet, pieno di metallari che si apprestano a una 12 ore di fuoco, ovviamente ci sarà la lotta all’ultimo boccone. La Zimo ha voglia di uova. Ecco quindi che cerca di dare al piatto vuoto una parvenza di colazione internazionale. Rimasugli di uova, pancetta e pane. Io vado sul dolce, raccatto quello che c’è. Giordano si limita a un succo di frutta e una frutta. Passo alla zona bevande per far scorta di succo di frutta per me e la Zimo. La voglia di caffè comincia a farsi sentire, ma la fila davanti alla macchinetta mi fa desistere. Rimedierò la mia dose di caffeina altrove. Cerchiamo di rimpinzarci il più possibile con ciò che è rimasto, vedendo le ultime cavallette metallare in azione. È finito tutto. Potessero si porterebbero via i vassoi e le brocche dei succhi. Decisamente satolli, facciamo un salto in camera per prendere l’occorrente. Scopriamo che nella mezz’ora della nostra colazione sono riusciti a rifarci la camera. Fortuna ha voluto che nel rincoglionimento post sveglia si è pensato di riempire di nuovo il minibar con le bottigliette dell’albergo o si rischiava di dover pagare tutto. Pronti per un’altra giornata massacrante. Ma prima… Puntatina al centro commerciale per far razzia di provviste e soprattutto per un paio di scarpe nuove per la Zimo. Si perché venerdi, al parcheggio del Gods of metal, le scarpe da battaglia della suddetta l’hanno abbandonata perdendo pezzi sul prato. Se ancora non c’eravamo fatti idea di come sarebbe stato l’andazzo della giornata, al centro commerciale abbiamo avuto la conferma che sarebbe stato il “Calamita Day”. È ormai scientificamente provato della mia condizione di porta calamita. Ma non una calamita normale. Una calamita attira psicopatici e personaggi ben poco normali. Il primo incontro con tal soggetti è avvenuto proprio al centro commerciale. Dopo aver fatto rifornimento di carne per la grigliata, spiedini per le salsicce, frutta per il mantenimento psicologico di Giordano e beveraggi vari, con i nostri cestelli ci avviciniamo alla cassa. I passi di ognuno sono diversi dagli altri e i due cesti si trovano alla distanza di un paio di metri l’uno dall’altro. Il primo, capitanato da Fabio è sul rullo della cassa. Il secondo, capitanato da Lorenzo, è poco distante. Tra essi si infila un gentil vecchiardo. Mi infilo nel corridoio della cassa cosi da far capire al gentil vecchierello che siamo tutti insieme. “Prego prego passate – ci fa – troia (in sottovoce)! Andate andate cosi fuggite e vi fate due chiacchiere” ormai sono già dall’altra parte della cassa a riempire una busta quando la cassiera mi guarda sconvolta chiedendomi se avesse sentito bene. Le do la conferma e ci faccio una risata su. Lo racconto alla Zimo mentre continuo ad imbustare. Paghiamo il conto e lei, gentil donzella, saluta la cassiera augurandole buona giornata, poi osserva il vecchio con lo stesso sguardo della sera prima con l’autan davanti alla porta e augura buona giornata anche a lui, con un pizzico d’ironia s’intende. Questo era solo l'inizio. Quello che ci aspettava al varco dovevamo ancora scoprirlo...