Calcio Montebelluna

L'allenatore


E ora due parole con Mister De Martini:  R: Qual è la sua visione tecnica di quest’annata calcistica? D: In quest’ultimo anno della categoria Allievi il giovane calciatore, raggiunge sotto vari profili,  un’alta espressione del gioco del calcio. La mia opera è motivarlo al confronto ed alla competizione ad alto livello, non dimenticando mai l’aspetto ludico, che dovrebbe contraddistinguere tutte le esercitazioni svolte. La valorizzazione del singolo, sotto l’aspetto tecnico, all’interno di un collettivo, deve essere il principale obiettivo, da non perdere mai di vista, non trascurando tutte le componenti essenziali, quali l’aspetto fisico, tattico e psicologico, che potranno permettere all’atleta di poter competere, esprimendo in toto, tutte le potenzialità e le capacità che ha dentro di sé. R: Qual è stato il suo lavoro in questi dieci mesi? D. Il lavoro è stato lungo e tortuoso, ed è stato svolto in modo graduale e progressivo, nella misura di tre sedute settimanali, In primis si sono sviluppati concetti generali ed aspecifici a livello tecnico coordinativo ed articolare, successivamente si è passati ad un lavoro più specifico, per reparti, per caratteristiche fisiche o per migliorare le attitudini di un singolo giocatore. Il principio base, nel momento in cui si lavora in un settore giovanile, a mio modo di vedere, rimane e rimarrà sempre quello d’instaurare un rapporto chiaro e trasparente, tra istruttore ed atleta, al fine di far crescere, attraverso lo sport, un uomo e, se possibile, un giocatore di calcio. Il tecnico deve essere in grado di miscelare qualità tecniche, tattiche, educative, psicologiche e comunicative e le competenze professionali a lui richieste sono molteplici e di alto spessore culturale. R: Quale dovrebbe essere la dote migliore per un tecnico?D: La pazienza nell’insegnamento, come pure la passione per questo lavoro. Lezioni di tecnica, aspetti cognitivi, capacità di leggere la realtà e capacità d’ascolto sono presupposti fondamentali di chi insegna calcio. Nella mia formazione ho cercato di mantenere un’alta motivazione per ricercare un aggiornamento continuo, teso ad arricchire il bagaglio metodologico e didattico. Ho messo a punto una mia filosofia mirata all’ottimizzazione degli approcci ed allo sviluppo delle risorse individuali dei ragazzi. Inoltre credo che una squadra unita sopperisce alle difficoltà singole e con lo spirito del collettivo si possono raggiungere risultati insperati. Questa è una grande lezione anche dal punto di vista educativo. R: E’ soddisfatto del lavoro svolto e dei risultati ottenuti?D: Questa è una squadra che ha capito sin dall’inizio, che per ottenere dei risultati importanti, bisogna mettere serietà e disponibilità sul campo, associata al sacrificio e alla fatica. Con questi crismi ha lavorato con continuità nel corso dell’anno e non ci sono state flessioni importanti, sia sotto il piano fisico che su quello tattico. Anzi la crescita di fiducia e autostima dei propri mezzi è aumentata in proporzione ai risultati ottenuti in campionato, nei Tornei e nelle finali regionali e nazionali. Il gioco espresso è stato spesso qualitativo, divertente e concreto e la squadra è rimasta sempre compatta e concentrata verso gli obiettivi prefissati, ottenendo grandi elogi da parte del responsabile del settore giovanile, dal nostro direttore, nonché dalla stampa locale e regionale. R: L’unica sconfitta è costata l’esclusione alla Final Six?D: E’ proprio così. Un vero peccato per questi ragazzi e per la nostra società. Il calcio a volte è crudele e non guarda in faccia alla qualità del gioco, alla capacità dei singoli o al possesso palla. Credo comunque che l’obiettivo finale sia stato centrato. Abbiamo in una rosa di 20 giocatori, tanti atleti di qualità e di prospettiva futura. Seguendo la maturità calcistica di ogni atleta, ci saranno atleti che andranno nei professionisti e li vedremo nei prossimi anni calcare palcoscenici importanti, altri saranno in prospettiva prima squadra valorizzando il nostro settore giovanile, fucina negli anni di tanti talenti, altri ancora faranno esperienze nei campionati regionali o nazionali di categoria, maturando sempre più. Ma il filo logico che tiene unito il mio pensiero è che ognuno di loro potrà nel tempo migliorare, attraverso le esperienze vissute, maturando come uomini e cercando nel contempo di essere dei buoni calciatori.R: E ora il suo futuro quale strada prenderà ?D: Il Montebelluna è una grande società, il nostro responsabile Serafin Luigi, è un esperto conoscitore di giovani e saprà organizzare la struttura tecnica con meticolosità e puntigliosità. La mia disponibilità a proseguire il lavoro iniziato c’è tutta, ed il progetto tecnico è già partito. La base per ogni rapporto di lavoro è la programmazione nel tempo, collaborando e dialogando per il fine comune. La società stabilirà tempi e modi per le comunicazioni del caso.R: Allora alla prossima stagione e buon lavoro ! Addetto stampa(fonte: quotidiano regionale)