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Un blog creato da Callyphora il 09/10/2013

Callyphora

Liquidi batuffoli di parole

 
 

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Post n°35 pubblicato il 19 Febbraio 2015 da Callyphora

 

Repauso in un'aria indolenzita
in un corpo di vetro
e per quanto abietto e permeabile sia questo requie,
nella lana di quando si resta,
niuna stanchezza porta l'avallo di chi reputa di vivere,
allora mi adopero e riposo in un sonniloquio nuovo,
non l'indenne risveglio
di chi non può asportare, tra le ipotesi,
l'utilità solidificata del dolore
e si trattiene, nel suo vociferare,
a fare incetta di ossa.

 
 
 

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Post n°34 pubblicato il 12 Febbraio 2015 da Callyphora

 

È un barocchetto o un rococò strano l'assenza che scrivo
dopo il vento sparpagliato sul ventre di un corpo
e il tempo pretérito che non chiede lemma
ma tace ancora in siffatto quando che scroscia
e molesta una vena dietro l'altra
tra le cartilagini di nembi
nella bruma che va morendo sui polsi.

 
 
 

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Post n°33 pubblicato il 04 Febbraio 2015 da Callyphora

 


Io di questo nutrimento
rimango in deshabillé fino all'osso
così inerpicata che il cruore
si comprime sulle medesime parole.

Così con la memoria integra
spalmo nella paura il gaudio
derapato sotto gli zoccoli della notte
ad aulire le dita di ogni nulla
che biancheggia quando una torre crolla.

 

 
 
 

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Post n°32 pubblicato il 11 Gennaio 2015 da Callyphora



Oggi, nei resti d'aria calda,
con le rughe di un viso che credeva
anche alle lacrime sporche di fango
qui a pochi passi spelati nel dopo
con ginocchia che enunciano
di ogni sillaba che mi accostavi
crescevo con la tua venustà
mentre aspiravo sempre a ciascun secondo
di quelle fiabe che ninnolavi
sul cuscino delle notti.
Ora nel pieno torace dell'inverno
è burrasca che diviene limpida
in tutto quello che scrivi
con mani forti sollevo e distendo chiarezza
quando poi ti adagio, ho quest'ombra di bocca
che non abbandona il corpo ma ti arriva in fondo
slaccia ossa ben ancorate fino a muoversi allato
e la saliva è il ricordo che la dimora contiene.

 
 
 

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Post n°31 pubblicato il 05 Gennaio 2015 da Callyphora

 


Questo ghermirsi da capo a piedi, addentando
ogni singolo zampillo d'aria, avvertibile a notte fonda
ha la facoltà di ridurmi in pusille briciole d'acqua
il tempo si risolve in un tragitto di fianchi cedevoli
l'ombra vocifera, rasente i dorsi scialbi
di questa pace arcana, tracciata a matita
sulle mani dalle ossa accavallate.
L'amore è un contraccolpo, distratto
rientra nella carne dal foro di una pallottola a salve.

 
 
 

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Post n°30 pubblicato il 17 Novembre 2014 da Callyphora

 

 

Se redigendo la parola desistesse.
Se annoverando e discendendo ogni sillaba nell'ugola
smottasse la montagna di uno scibile che è solo vento.
Se instradandomi lungo una postilla
nell'arrangiamento di un rigo
nel drizzarsi di una voglia rinvenissi qualcosa
che non fosse un manifesto commiato.
Se coartando un verso irrorato del mio sangue
sfrangiata la parola detronasse ogni vagheggiamento
che ha sbalestrato a cuore leggero
nel pozzo della mia dissennatezza
e se ancora questa assenza da capogiro
si facesse più imminente
allora reciterei la mia morte
in tutte le vesti della voluttà.

 
 
 

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Post n°29 pubblicato il 23 Ottobre 2014 da Callyphora

 


Il nero si malassa all'origine,
negli esigui avvallamenti
di mani in catarsi,
nel deserto che ramifica dagli occhi
e sopravanza di un passo il mio timore
e nel languore cronico dei miei polsi
e delle tue acclive mura
mi accostumi al battito,
che mi percorre le ore.

 
 
 

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Post n°28 pubblicato il 19 Ottobre 2014 da Callyphora

 


Serro le palpebre mentre m'innamoro
di un vento di cui sono già persa.
Quel tipo di vento che,
porta sempre via qualcosa con se,
che insistente s'inerpica e sfregia,
che s'infila in fessure e frusta il sangue.
Così ancora una volta la grafia cede
su polsi già chini che ancora battono
e su dita convulse che scremano verbi
e necano l'odore d'ogni parola
nei disegni caduchi dei tuoi occhi nei miei.

 
 
 

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Post n°27 pubblicato il 17 Agosto 2014 da Callyphora

 

Sono fiume che slabbra
da argini tumescenti al vento,
abbacinamento di sole,
riflusso di gramaglie.
Fascio di dispacci mai scritti,
chiasmo fonico che
cadenza il mio impulso
che fermenta in nessun luogo
ma in ogni dove.

 
 
 

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Post n°26 pubblicato il 03 Luglio 2014 da Callyphora

 

Disinfetto il verso
cercando di rimuovere parole che hanno aperto ferite.
Non ricucio i lembi ma lascio al testo le sue cicatrici,
perchè è in quel sanguinare pulito, senza grumi né infezioni 
che io sussisto e sgorgo.

 
 
 
 

 

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