Due volte vent'anni

A colarmi in sogno


Ero in un angolo di un luogo che non conoscevo e dove non ero mai stata. Lui, tornato indietro dalla stanza attigua, mi chiedeva trafelato un documento personale. Lo guardavo con espressione interrogativa, mentre mi esortava frattanto ad affrettarmi. Estraevo dalla mia borsa la carta d'identità."Ma non questa!", mi ammoniva restituendomi una mia foto di nudo integrale. "Quell'altra, no?!".Frugando all'interno del portafogli, finalmente riuscivo a recuperare il documento giusto. E lui tornava verso la réception. Ci trovavamo in un albergo! La nostra prima volta... in un albergo! Ma questo l'ho realizzato chiaramente da sveglia. Sarà per il fatto di avergli parlato nei giorni scorsi di quanto mi ecciti la prospettiva di farlo in hotel. La sola idea mi fa bagnare... eppure ci sono stata tante volte con altri uomini, in passato. Ma Lui, dall'apparenza così cheta e morigerata, affabile e rassicurante... uomo tutto d'un pezzo logorato da ventisette anni di matrimonio consunto e scialbo che la notte (e non solo la notte) fotterebbe ogni mio anfratto accessibile... Beh, Lui non è "gli altri". Fargli perdere il controllo è un mio istinto primordiale e prioritario incrollabile. Non è la prima volta che mi trovo a frequentare un uomo sposato. Con la differenza che, dopo un anno, la prima parte di me ad esser stata fottuta è proprio la mia testa. Sono pazza di Lui. Uomo di polso e di potere dalla tempra forte e dall'impeto tipico del dominatore: solo pensare di esercitare su di lui il MIO potere mi provoca un piacere talmente immediato che devo serrare le gambe per controllare il piacere mentale che sconfinerebbe entro breve in un orgasmo.Sicché, dicevo, ci ritrovavamo in un albergo... ma non aveva niente di elegante, piuttosto dava l'idea d'essere una mezza bettola, frequentata da persone con le quali non scambierei neanche il saluto. E giacché non c'è (mio) sogno che non anticipi verità in procinto d'esser vissute, è tutto il giorno che vado in giro senza mutandine e continuo a bagnarmi... a chiedermi quando (finalmente!) mi proporrà qualcosa d'insolito e gelosamente nostro, ché nessuno mai sospetterebbe fin dove un uomo come lui potrebbe spingersi, svelando se non altro, attraverso il sesso, qualcosa di umano. Una smorfia, un'espressione, come un qualcosa che cede, che viene meno... ché amo troppo vederlo in balia delle mie mani mentre con avida e generosa cura, starei a suggerlo per ore, con una flemma sensuale ed esasperante, con la voglia di ritardare quanto più possibile il suo orgasmo per essere poi scopata con maggior vigore. Allo stesso modo mi piace tenerlo in bocca a lungo... mi eccita il suo turgore, i suoi gemiti segnano l'anticipo del mio trionfo. Il potere che IO esercito su di Lui. E sentirlo venire e schizzare sul viso, sul seno, sulle labbra... e berlo senza perdere una sola goccia del suo piacere denso. Magari in una camera d'albergo (di camere d'albergo qui racconto), inginocchiata tra le sue gambe mentre, ancora in piedi davanti alla porta solo appena accostata, geme il mio nome regalandomi rivoli di poesia...