Due volte vent'anni

Belle de Jour


Avevamo litigato durante l'intero tragitto in macchina. Pensavo di fargli una sorpresa, ma era chiaro che non aveva gradito molto la mia presenza a casa sua di primo mattino, senza alcun preavviso (altrimenti che sorpresa sarebbe stata?)."Avrebbe potuto vederti mia moglie. Sei un'incosciente!", tuonò arrestando l'auto con una frenata brusca che mi catapultò verso il cruscotto. "Credo che questa storia debba finire... di sicuro non può andare avanti in questo modo!". Avevo organizzato tutto per la sua festa di compleanno; sapevo che quella strega della consorte sarebbe stata in montagna proprio quel fine settimana e lasciare da solo l'uomo che amavo in un giorno che ritenevo essere importante. "Ho cercato di fare una cosa carina per te... e tu stai dicendo che vuoi lasciarmi?". Silenzio. "Magari qui, in aperta campagna!", sbottai esasperata ed incredula. "Sono proprio una cretina... ma si, tornatene pure dalla tua mogliettina e fottiti!".Rammento ancora il tonfo con cui la portiera si richiuse su se stessa mentre i miei tacchi echeggiavano lungo la strada asfaltata che costeggiava un vecchio rudere dismesso."Dove vai? Aspetta...". Altro tonfo della portiera. Intuii che stava venendomi dietro. "Non mi hai nemmeno guardata!", sottolineai sul punto di piangere. "Quello che ho fatto l'ho fatto per te, ho anche comprato questo stupido vestito perché mi avevi detto una volta che ti piace quando mi vesto in un certo modo!". Feci scivolare il nastro lucido di raso nero che mi fermava i capelli sulla nuca e lo gettai via amareggiata, in uno scatto di nervi. Dello stesso tessuto era il vestito, dal corpetto interamente in pizzo, ravvivato da piccole rose nere in rilievo, incastonate fra le trasparenze dell'abito da cocktail."Sei uno stronzo!". Lui mi afferrò per un braccio, trattenendomi e attirandomi a sé con uno strattone che mi fece vacillare e appoggiarmi di riflesso al suo corpo."E' vero... scusami", si affrettò a giustificarsi trafelato. "Forse ho esagerato un po'..."."Forse?!", gli feci eco esasperata."Mi dispiace. Possiamo smettere di litigare?", propose alzando le mani in sego di resa. "Ti chiedo scusa. So che hai agito a fin di bene... E' che non me l'aspettavo, non sono abituato... E tu sei bellissima. Bella, molto".Indugiò a lungo la sua mano sul mio viso, lungo i miei zigomi, fino a che il suo pollice prese a disegnarmi il profilo delle labbra, insinuandosi piano, schiudendole e lasciando che lo inumidissi con la lingua, prendendo via via a suggerlo piano.Lo sentii premere l'altra mano alla base della schiena ed esercitare una pressione tale da indurre il mio corpo ad aderire al suo; poi scivolo sotto l'orlo del vestito, facendolo risalire fin sopra le cosce e all'altezza dell'inguine riuscii ad avvertire l'erezione chiusa nei suoi pantaloni. M'infiammai in un attimo. "Lo senti quanto ti desidero?". Trasalii avvertendo la sua mano insinuarsi sotto il tessuto delle mutandine e scivolare morbidamente tra le natiche. Lui continuava a spingere il dito nella mia bocca, muovendolo come avrebbe fatto con il suo membro e allo stesso modo continuai a suggerlo avida, avidamente. Quasi con foga quando lo sentii invadere il mio buchetto e spingere senza farmi male, dal basso verso l'alto, strappandomi lunghi gemiti voluttuosi mentre cominciavo a strusciarmi contro il suo corpo come una cagna in calore.
Armeggiai senza guardare con la fibbia metallica dei suoi pantaloni e, abbassato la lampo dei pantaloni, riuscii a liberare dalla patta aperta il grosso pene eretto, muovendolo ritimicamente nella mia mano, percorrendo l'asta turgida, stimolando la punta della cappella umida con movimenti circolari. Avvertii l'intensificarsi del suo piacere dalla foga con cui prese ad affondare ripetutamente nelle mie viscere, portandomi vicinissima all'orgasmo che oramai bramavo come l'acqua nel deserto.Lui indietreggiò fino a un albero, inclinandosi contro la robusta corteccia ed io, uncinandolo a un gianco con la gamba, scostai l'elastico delle mutandine quel tanto che mi consentì di liberare la vulva e muovere il suo sesso contro l'apertura lubrificata, spingendomi solo di tanto in tanto contro di lui, cercando la penetrazione lenta e fascendolo uscire subito dopo per tornare ad impalarmi contro la sua erezione l'istante successivo. Sentii la sua voce incrinarsi e prendere ad ansimare mentre le sue dita mi scopavano furiosamente il culo. Rivoli di piacere lambirono l'interno delle mie cosce nell'istante in cui mi abbandonai al primo, intenso orgasmo, e intanto lui si contreva, lievitava e spingeva nel mio ventre, mischiando i suoi umori ai miei.Tornammo verso la macchina. Aprii la portiera tornando ad occupare il sedile accanto al posto di guida, l'orlo del vestito arrotolato sui fianchi, le cosce aperte e lui davanti a me, con il suo sesso turgido puntanto sul mio viso. Ma non fece nulla. Stava ancora ansimando quando aprii io la bocca, avvolgendolo morbidamente con colpi di lingua che lo fecero mugolare concitatamente inducendolo a spingere il bacino in avanti, scopandomi energicamente la bocca. Avvertii una conctrazione più forte delle altre percorrere il grosso membro che continuavo a succhiare quando cominciai a masturbarmi il clitoride già gonfio e gocciolante. Spingeva tra le mie labbra come un dannato, guidando la mia testa fino ad inchiodarla al suo grembo. Poi la sollevò, tirandomi i capelli indietro per vedere la lunga asta turgida violare i più intimi recessi della mia bocca; rivoli di saliva e sperma a lambirne gli angoli mentre le mie dita stimolavano il glande insistentemente, fino al primo fiotto. Mi raggiunse in pieno viso, seguito a breve distanza da un secondo, più potente, l'attimo in cui si spinse nella mia gola con un colpo secco, tirando più forte i capelli e venendo non con un grido che si spezzò al culmine dell'orgasmo. "Apri la bocca", m'intimò roco, sfilandosi dalla mia gola, dopo aver eiaculato a lungo. Cercavo d'ingoiare tutto lo sperma che mi aveva riversato, in parte stava ancora scivolandomi ai lati della bocca mentre lo guardavo muoverel la mano intorno all'asta lucida e pulsante.
"Aprila!", urlò puntando la mia lingua esposta e gettando la testa indietro mentre continuava a schizzarmi in faccia, sulle labbra e tra i capelli. Ne raccolsi un bel po' con la lingua che, più volte, tornò ad avvicendarsi sul sesso marmoreo, masturbandolo con la mano fino a farlo esplodere con un grido liberatorio, tenendolo in bocca, raggiunta dai suoi affondi concitati mentre lo sentivo godere degli ultimi spasmi dell'orgasmo e contrarsi più volte sotto le mie pennellate calde e vigorose. Mi fece sdraiare a cosce spalancate sul cofano della macchina e, mentre due dita scivolavano tra le pareti fradice della vagina, masturbandomi sapientemente, le labbra succhiavano voracemente il clitoride ingrossato, facendomi grondare copiosamente e gemere in preda ad una trempesta ormonale. Avvertii una contrazione violenta spandersi dal ventre e catapultarmi in un orgasmo vertiginoso che mi fece godere nella sua bocca. Aperta e dilatata, un secondo orgasmo mi esplose nella testa quando il suo pene risalì l'apertura dell'ano, allargandomi ulteriormente; mi sollevai sui gomiti, guardandolo uscire ed entrare nel mio corpo squassandolo di delizioso piacere e ogni volta mi sembrava più enorme e possente. Continuai a venire urlando, inchiodata dalle sue spinte vigorose: le mie viscere grondavano di lui e si riempivano del suo liquido bianco e cremoso, scivolando lungo le cosce ed insinuandosi negli anfratti più reconditi del mio corpo burroso, risucchiato, sciolto da effluvi d'estasi che tornano a bagnarmi adesso, mentre scrivo della voglia che avrei di qualcuno che accorresse, adesso, a leccarmi dove la mia mano mi trova calda e bagnata...(Ogni volta che racconto di me, intinge nella china d'inchiostro la gattina che si struscia e s'imbratta d'umori sullo scorrere dei titoli di coda la solita cagna in calore...).