Due volte vent'anni

La strada verso il mare


Sarah è una donna straordinaria. Beh, intanto è un'attrice e una doppiatrice. Fa questo lavoro da quarant'anni. Anzi, lo ha fatto fino a quando non ha deciso di sposarsi, poi ha avuto Leonardo, figlio unico adoratissimo che oggi studia all'estero e lei (donna ancora oggi bellissima e piena di passione per la vita), è rimasta sola. Sono tornata a Roma solo per lei qualche giorno fa; ho chiesto al mio compagno se condivideva la scelta di trascorrere un po' di tempo in sua compagnia e non ha avuto nulla in contrario. Abbiamo trascorso giornate splendide insieme; sposata (molto infelicemente) da ventisette anni, abbiamo pranzato insieme a casa sua, sfogliato vecchi albym di fotografie, parlato tanto e fatto le sceme su Facebook, dove mi ha mostrato il volto e il nome del suo giovane amore virtuale. Una di queste sere al pantheon abbiamo incontrato per caso M.Mi si è riaperta una ferita mai sanata. E, soprattutto, scoprire che lui e la mia amica si conoscono da trent'anni e oltre mi ha impressionata. Si sono salutati calorosamente, proprio come due vecchi amici. "Beh, guarda che io e D., il suo fratello più piccolo, sianmo stati fidanzati!", ha svelato Sarah affettuosamente abracciata al mio diavolo tentatore. "Non sapevo che voi due foste amiche", si è meravigliato lui a sua volta."Prodigi di Facebook", ho commentato io evasiva. "Lui ha una villa da queste parti"."Ah, davvero?", ho sottolineato in tono canzonatorio, guardando M. "Si, è una villa stupenda, proprio sul mare", ha aggiunto con enfasi Sarah."Lei non c'è mai stata", ha sentenziato lui, croce e delizia di ogni mio giorno."Non mi ci hai mai portata", ho sottolineato restituendogli l'occhiata d'intesa. "Forse non era così importante. O non lo ero io"."Ho parcheggiato la macchina qua dietro", ha esordito M. per tutta risposta, consultando con uno sguardo la sua amica di vecchia data."Se le due belle signore non hanno altri impegni per la serata, sarei onorato di invitarle a cena: il lungomare in questo periodo è come piace a te", ha concluso sfiorandomi il viso con il dorso della mano.Ho sentito il cuore fermarsi e poi accelerare di colpo."Per me va bene", ha risposto entusiasta Sarah.Il tempo di arrivare a Fregene e scendere dalla macchina ed è venuto giù il cielo. Un temporale spaventoso e bellissimo. Tutti e tre ci siamo messi ai fornelli improvvisando un roll-on di tacchino al forno con un contorno di patate novelle insaporite da foglie di salvia e rosmarino, una maxi insalatona a base di pomodorini, tonno, rughetta, mais e cetriolini annaffiati da aceto balsamico e un gran caramel variegato alla vaniglia, di quelli che si preparano in venti minuti.Siamo stati bene. Molto.La villa, a due passi dal mare, bella da togliere il fiato, con una piscina d'incanto.No, io non c'ero mai stata.Mai."Come facciamo a tornare a casa con questo tempaccio, Eva?", mi ha chiesto preoccupata Sarah mentre guardava con apprensione fuori dalla finestra."Ma rimanete, no?", ha suggerito l'uomo di casa mentre mi dava una mano a sparecchiare."Eravate mie ospiti, avete pure cucinato... Il minimo che io possa fare è chiedervi di trattenervi almeno fino a domattina: dove andate co' sto tempo?".Mi ha raggiunta in cucina con gli ultimi bicchieri, gli ho consigliato di appoggiarli sul lavandino, ché avrei pensato io a sistemarli nella lavastoviglie con il resto dei piatti."Ti va un DVD?", mi ha domandato raggiungendomi alle spalle con un abbraccio inatteso ed impetuoso tanto da farmi vacillare. Ha sfregato il viso contro il mio strusciandosi e avvolgendomi in una stretta che non pensavo prevedesse anche un bacio all'angolo della bocca."La smetti?"."Io ti amo sempre"."Ti ho detto come stanno le cose prima che lasciassi Palermo: sono una donna impegnata. E non mando tutto all'aria, mi dispiace".Sono scivolata via dal suo abbraccio facendo per allontanarmi, quando mi ha afferrata per un polso attirandomi a sé con veemenza."Ma non ti chiedi perché continuiamo ad incontrarci? Succede di continuo: non sapevo neppure che tu fossi a Roma"."Sono tornata per Sarah: sai, ultimamente..."."Si, lo so", mi ha interrotta con uno sguardo eloquente."Non dev'essere facile per lei, ma ha intorno tante persone che le vogliono bene".Ha indugiato a lungo con una carezza sul mio volto. Poi mi ha stampato un bacio sulla bocca regalandomi uno dei suoi sorrisi disarmanti, di quelli che fanno tremare i polsi."DVD?".Ho sospirato e annuito.Dopo venti minuti di "Casablanca", Sarah stava già dormendo sul divano."Ti ho detto che sarebbe crollata", ho fatto notare a M. mentre coprivo la mia amica con un plaid."I film e il buio hanno su di lei un effetto soporifero"."Vieni più vicina", mi ha chiesto quasi sottovoce, mentre lampi e fulmini squarciavano il cielo scuro."Senti che tuoni... ", ho commentato scivolando tra le sue braccia."Hai paura?"."No...", ho dissentito con un cenno del capo."Mi piacciono i temporali"."Davvero?"."Mm-mm. E anche il camino acceso", ho aggiunto reclinando la testa nell'incavo della sua spalla, lanciando un'occhiata al film in corso."Hai un buon profumo", mi ha sussurrato sornione tra i capelli."Sei molto più dolce di quanto tu abbia paura di mostrarti".Ho accarezzato le sue mani, strette intorno alla mia vita e così grandi rispetto alle mie."E' una follia", ho pensato ad alta voce."Non possiamo stare insieme"."Ma nemmeno separati", ha sottolineato lui in un soffio."Io non ti lascio".Mentre rivolgevo lo sguardo verso di lui, abbandonata contro il suo corpo, mi ha sfiorato con le labbra... le labbra dolcemente, finché non si sono schiuse nutrendo il suo bacio intimo, profondo, lento fino all'esasperazione."Non è solo attrazione fisica o alchimia cerebrale, io lo sento", mi ha mormorato sulla bocca."Sento che mi ami anche tu"."Sta' zitto2, l'ho pregato con un filo di voce premendo più forte le labbra sulle sue."Guardiamo il film".Nel buio della stanza, rischiarata solo dalle immagini che rimandava il televisore, la sua mano è scivolata sotto la mia felpa a coste, risalendo fino al seno, che è rimasto a carezzarmi nei dieci minuti successivi, attraverso il tessuto leggero della lingerie."Senza un filo di trucco sembri ancora più piccola", ha commentato roco, attirandomi fra le sue gambe in modo da farmi aderire al suo corpo, la mia schiena perfettamente incollata al suo petto."Abbandonati... lasciati andare", mi ha intimato con voce calda e persuasiva quando ho nascosto il viso nell'incavo della sua spalla emettendo un mugolio illanguidito, eccitata dalle sue carezze."Qui non può succederti niente: ci sono io con te", mi ha rassicurata posandomi un bacio sulla tempia.Ho cercato la sua mano guidandola fra le gambe, fremendo nel sentire le sue dita percorrere le mutandine umide ed insinuarsi sotto il pizzo per trovarmi già bagnata.Per quanto mi sforzassi di rimanere concentrata sulle immagini in bianco e nero, di seguire il film... e di tanto in tanto lanciassi un'occhiata a Sarah, addormentata tanto profondamente da lamentarsi nel sonno, ho sentito il respiro di M. farsi affannoso, riportandomi alla realtà dei sensi mentre strusciavo il fondoschiena contro la patta dei suoi pantaloni."Dimmelo", ha ansimato in un singulto."Ti amo... Dì che mi ami"."Con tutta me stessa", gli ho fatto eco sulle labbra, soffocando un gemito in un bacio."Ti amo... Ti voglio. Ho completamente perso la ragione e il senno: sto male..."."Anch'io", si è affrettato a rispondere sulla mia bocca."Non ce la faccio senza di te".Ho serrato le cosce intorno alla sua mano che voleva abbandonarmi, gemendo di frustrazione, sul punto di venire."No, andiamo di là", mi ha intimato arrochito dal desiderio."Lascia stare la TV, andiamo...".Ho raccolto le scarpe da terra seguendolo fino alla cemera da letto che si affacciava sulle onde inquietanti di un mare nero, scuro e minaccioso."Togli questa", ha mormorato raggiungendomi alla spalle e sfilandomi la felpa."E anche questo...".Ha armeggiato con i gancetti del reggiseno, facendolo scivolare via.La gonna, anche quella, scivolata ai miei piedi.Mi sono infilata sotto le coperte sfilandomi, per ultimi, gli slip che ho lasciato cadere sul pavimento mentre lui si liberava della camicia, dei pantaloni... e di tutto il resto prima di coprirmi con il suo corpo: i lampi che illuminavano la stanza davano un aspetto quasi spettrale ai mobili, alle ombre che si riflettevano sulle pareti... e, in sottofondo, il rumore inquieto del mare, così forte, cupo, agitato... Poi altri tuoni, fulmini...Mi sono inarcata, accogliendolo con un lungo gemito di piacere quando l'ho dentito finalmente parte di me. Aggrappata alla sua schiena, ho spinto i fianchi contro i suoi avvinghiandolo con le gambe nel tentativo di tenerlo dentro, ma ogni nuovo affondo m'inchiodava al letto strappandomi dalle labbra le frasi più sconnesse.Ho affondato le unghie nella sua carne al culmine di un orgasmo violento, prolungato dai suoi gemiti, dal grido soffocato che si è lasciato sfuggire schiudendomi le labbra con il pollice mentre sentivo il suo sperma caldo colarmi lungo le gambe.Ho assecondato la sua muta richiesta, suggendolo con languida avidità senza distogliere lo sguardo dal suo: si è abbandonato sul mio corpo al culmine del piacere, rantolando e gemendo.E' rimasto immobile a respirarmi addosso caldo e ancora turgido, bagnato nel mio grembo; ho passato le dita tra i capelli che gli lambivano la nuca e l'ho visto piegare la testa sul mio seno. "Tua moglie sa dove sei e, soprattutto, con chi sei?"."Non lo so. Non m'interessa di quello che sa né di cosa possa pensare", ha risposto rabbuiandosi, dopo essersi schiarito la voce."Ho sempre avuto tante donne, credo sia consapevole di non aver sposato esattamente un santo"."Anche adesso è così?".L'ho visto sollevarsi su un gomito e sorridere quasi compiaciuto."Perché, sei gelosa?"."No, ma vorrei saperlo"."Sei gelosa!", ha concluso con enfasi."Perché non vuoi ammetterlo?"."E va bene, sono gelosa. Ma sia chiaro, se tu frequentassi altre donne..."."Non c'è nessun'altra", mi ha rassicurata facendosi serio."Adesso non potrei. Tutto ciò che voglio è in questa stanza, dentro questo letto"."Io... pensavo che mi sarebbe passata", gli ho confidato con un sospiro grave."Lho sperato tanto... ma a distanza di oltre un anno è tutto come prima. E io mi sento morire..."."Ssshhhh...", mi ha ammonita mentre ricacciava indietro una lacrima dal mio viso."Non piangere"."Lo so, sono così stupida..."."Non devi piangere", mi ha pregata severo."Un'istintiva che cerca di razionalizzare la passione non l'avevo mai incontrata nella mia vita"."Gli uomini come te sono quelli che alla fine mi fottono sempre", ho singhiozzato asciugandomi il viso con il dorso della mano."Non sei una delle tante", ha sentenziato serissimo in volto."E' una cosa seria. Per me almeno, lo è".Mi sono seduta al centro del letto, ascoltando il temporale che continuava ad imperversare."Sarah avrà freddo di là"."Eva... ma dove vai?".Mi ha attirata per un braccio, afferrandomi per i fianchi, sopra di sé."Vieni qui... c'è il camino acceso di là, Sarah sta benissimo".Si è sollevato, facendomi scivolare sul suo grembo. Ha abbassato la testa e mi ha sfiorato un capezzolo con la lingua, poi lo ha stretto tra le labbra e a cominciato a succhiarlo passandoci sopra le dita, fino al suo pieno turgore. Ascoltando in silenzio la carezza che le mie dita scioglievano tra i suoi capelli. "Devi ripartire?"."No... non lo so", ho risposto con un mugolio voluttuoso."Mi sento così solasenza di te"."Resta qui", mi ha intimato lasciando che guidassi la sua virilità tra le mie gambe schiuse intorno al suo corpo."Brava... così", ha rantolato trattenendo il mio viso nella sua mano mentre lo cavalcavo piano, risalendo e scendendo ancora sulla sua erezione, portando leggermente il bacino in avanti.Ho gettato la testa indietro muovendomi quasi meccanicamente, sempre più vicina al piacere, ansimando fino ad urlare quando ho avvertito le sue mani sui fianchi accelerare il ritmo di quei movimenti, affondando le dita nelle cosce fino a farmi male."Non devi venire troppo in fretta", ha sibilato roco, spingendomi sul letto con veemenza, la mia testa riversa oltre la sponda opposta, inchiodata al materasso da affondi possenti e vigorosi.Ho avvertito delle contrazioni quasi dolorose ad ogni colpo di reni inferto dal suo sesso durissimo, sempre più in fondo, provocando in entrambi un orgasmo pressoché immediato. E quel suo prendermi così furiosamente ci ha uniti all'unisono nello stesso grido liberatorio.sausto, si è riverso sul letto mentre sgattaiolavo nel mentre sotto le coperte."Ma dove vai ancora?", mi ha raggiunta insinuandosi furtivo, trovandomi rannicchiata su un fianco."Ho freddo".Mi ha presa tra le braccia, reclamando avido un bacio che era pretendersi, appartenersi fino a starsi dentro, negli occhi, nelle vene dei polsi, in ogni respiro rubato e condiviso.Un bacio ad occhi chiusi.Un bacio di quelli belli."Va meglio?", ha bisbigliato con una strana luce negli occhi."Meravigliosamente", ho sospirato umettandomi le labbra."Tienimi così", l'ho pregato mentre sentivo gli occhi chiudersi."Così... tutta la notte".E' stato il rumore di passi proveniente dalla cucina o forse la luce del giorno o, ancora, la pioggia che non accennava a smettere, anzi, semmai s'infittiva ancor di più a svegliarmi."Sarah!", ho attirato la coperta fino al seno, lanciando uno sguardo all'uomo ancora addormentato nell'altra metà del letto."Ho comprato i cornetti caldi e il caffè. Ora però devo andare"."Aspetta, forse è il caso che ti spieghi...", ho farfugliato imbarazzata."Vedi, io non so cosa stia succedendo..."."Vivitela", ha bisbigliato lei di rimando con un sorriso indulgente."Vivitela e basta. Cosa vuoi fare, arrivare alla mia età, guardarti indietro e trovare solo occasioni perdute? Ho sbaglio io, non commettere anche tu i miei stessi errori"."aspetta... mi vesto e vengo via con te"."Dove?", mi ha chiesto fermandosi sulla porta."Magari potessi avere io il mio amante-bambino nel mio letto in un giorno di pioggia", ha aggiunto con un sorriso smaliziato."Ti assicuro che non avrei proprio nessuna voglia di rientrare nei vestiti".Mi ha salutata soffiandomi un bacio e, prima che sparisse dietro la porta, le ho domandato:"Ci sentiamo dopo?"."Volentieri. A condizione che tu mi dia retta: potrei essere tua madre".Peccato, ho pensato in questi ultimi giorni che mia madre non sia mentalmente così aperta e libera da pregiudizi.Sono ancora nello stesso letto, nella stessa casa al mare, in quel di Fregene; da qui non ci siamo mai allontanati e ho ancora rivoli di piacere a lambirmi le gambe, mentre a cosce spalancate, mi lascio stantuffare da due dita nell'ano che mi fanno sbrodolare e contorcere, frattanto che la sua lingua, scivolando avanti e indietro, su e giù per il clitoride in fiamme, raccoglie altri schizzi d'orgasmo. No, almeno per oggi non rientrerò nei vestiti...