Due volte vent'anni

Recidive voglie


Aveva promesso d'insaponarmi la schiena. Solo questo. Basta sesso, s'era detto. Nell'ultimo fine settimana, per quanto mi abbia scopata da dio, se il lunedì mattina, in balìa degli ultimi fumi della lussuria sono rimasta inchiodata al suo letto dal vigoroso membro con il quale ha riempito ogni anfratto che consentiva d'essere riempito, la giornata di oggi mi ha riportata alla lucida e spietata realtà. Lui ha una fede al dito ed io un legame stabile e consolidato che non si discute nemmeno. Ma sotto la doccia, quando sotto il getto d'acqua calda mi ha sapientemente insaponata e, scendendo lungo la colonna vertebrale e più giù, fino ad allargarmi le natiche con le dita trabordanti di profumatissima schiuma, ho trattenuto il respiro, inarcandomi con un mugolio d'assenso."Sei un bastardo!", ho mormorato mentre lui, alle mie spalle, sorrideva sornione, muovendo le dita dentro e fuori, sempre più rapidamente ed esercitando una pressione sempre maggiore. Mi sono appoggiata con le braccia alle piastrelle offuscate dalla condensa del vapore acqueo e ho allargato le gambe, flettendo il busto e cacciando un urlo quando mi è entrato dentro con tre dita, dal basso verso l'alto, dilaniandomi le viscere. "Ti piace?", ha domandato con la voce incrinata dal desiderio."Ma si che ti piace... guarda come godi...".Senza voltarmi, ho cercato con la mano l'erezione che sentivo premermi contro una coscia e impugnandolo come un'arma, ho lasciato che scivolasse più volte tra le mie dita. L'ho sentito spingere e ingrossarsi ulteriormente mentre lui mi ansimava all'orecchio:"Devi imparare ad assaporare il piacere... goditelo, quando sei venuta è tutto finito. Fallo durare più a lungo...".Ho sentito il suo respiro entrarmi dentro, un attimo prima che la sua lingua prendesse ad ispezionare l'interno dell'orecchio, consapevole di quanto questo mi faccia uscire di testa. Mi sono piegata su me stessa, portandomi fino all'altezza del suo grembo. Istintivamente lui ha appoggiato un braccio contro le piastrelle e ha riversato la testa indietro, spingendosi nella mia bocca con una lunga contrazione, particolarmente intensa quando ho accostato appena le labbra al membro eretto.E' rimasto immobile, gli occhi chiusi, una specie di invito a far tutto da sola, consapevole di quanto bene conosca i suoi ritmi, i suoi tempi lenti... Ha bisogno di sentire i denti, la lingua sulla cappella lucida, la bocca sul glande avvolgere l'intera asta e percorrerla più volte. Essere sollecitato a lungo, con piccoli gesti, inumidito più volte dalla saliva e, soltanto allora, riprendere a scoparmi perbene la bocca. Quando ho capito che non gli mancava molto per godere, mi sono staccata da lui, mi sono rialzata e, avvolta in un'asciugamano, ho raggiunto la camera da letto, sdraiandomi tra le lenzuola ancora impregnate del nostro odore di sesso. Lui, in piedi davanti alle mie gambe aperte, ha massaggiato per alcuni secondi il sesso svettante e lucido, accompagnando i movimenti della mano con gemiti sommessi e concitati."Guardami", gli ho intimato masturbando il clitoride con movimenti circolari lenti e febbrili, mentre inumidivo un capezzolo con la lingua e lo strizzavo poi tra due dita."So che ti piace quando lo faccio...".Mi sono inarcata soffocando un grido, portata rapidamente all'orgasmo dalle contrazioni che ingrossavano e facevano pulsare quel membro quasi violaceo per la tensione erotica accumulata, rendendolo quasi marmoreo, imponente.
Avevo gli occhi chiusi quando il suo corpo mi ha sovrastata e la sua mano ha guidato la turgida virilità con una spinta che mi ha raggiunto il ventre. L'istante in cui è sopraggiunto il secondo orgasmo, sotto le quelle spinte feroci, mentre il suo corpo sbatteva contro il mio e gli umori si mischiavano, così come l'ansimare prima e lo scambio di respiri febbrili e gemiti soffocati l'una sulla bocca dell'altro. Fino a gridare, quando lui mi ha chiesto trafelato di alzare le gambe al di sopra delle sue spalle e, uscito grondando sperma tra le mie cosce, è rientrato con foga, spingendo contro lo sfintere. Al terzo affondo mi ha riempita di liquido bollente le viscere, continuando a scoparmi come un forsennato, sbattendo il bacino contro le mie natiche; le gambe in alto, le caviglie serrate nelle sue mani e la sensazione dei miei umori che riempivano l'aria schizzando sulla sua pancia, fra le cosce, sul suo sesso... Mi sono accasciata sul letto, le gambe divaricate, ad osservare quell'enorme palo di carne violare con una flemma esasperante il mio lago bollente: entrava, usciva, andava dentro, poi fuori, poi ancora dentro... Mi sono sollevata sui gomiti, volevo vederlo esplodere e lui ha capito. E' rimasto appoggiato al Monte di Venere, l'ha spinto dentro lentamente, è uscito nuovamente e lo ha appoggiato alla mia vulva. Ho fatto roteare due dita sulla cappella lucida e gonfia e ho portato le dita in bocca, succhiandole con l'aria da troia con cui ho sostenuto il suo sguardo mentre un fiotto di sperma mi raggiungeva la pancia e dell'altro, copioso, sotto getti assai più potenti, mentre lui godeva rumorosamente, si posava sui fianchi, sul seno... Con un colpo di reni secco, ha assestato l'ultimo affondo, inondandomi le cosce di tutto il liquido denso che fuoriusciva dalla vagina, portandomi all'orgasmo solo attraverso le contrazioni fortissime che dal suo membro si sono abbattute fin nelle viscere, mentre sentivo la sua presa salda ancorarmi i fianchi e spingere ancora assestando gli ultimi colpi mentre mi veniva dentro.Ad occhi chiusi, ho avvertito il suo corpo sul mio, la sua lingua lambirmi la gola e disegnare il profilo delle mie labbra: mi è bastato schiuderle appena per sentire la sua lingua cercare la mia e creare un groviglio di lussuirosa passione, una penetrazione lenta e famelica. Con la mano mi copriva un seno torturando ripetutamente il capezzolo e scivolava sul mio viso, mordendomi piano un lobo. Ha fatto scivolare la lingua all'interno del mio orecchio e ha sorriso quando mi sono inarcata spingendo il bacino contro il suo. Il piacere è esploso istantaneo."E' così bello vederti venire..."."Resta dentro di me", l'ho pregato di rimando in tono estatico."Sono dentro di te, amore mio".Mi ha passato una carezza sulla tempia poi, con la mano aperta, si è immerso nel groviglio dei miei capelli sparsi sul cuscino, affondandovi le dita, e mi ha baciata sulla bocca. Si, lui è proprio dentro di me...