Canto alla lunaChe fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna? (G. Leopardi) |
Grazie a
sono strafusa
e
G.attonero
NOTTE D'AMORE
Gli occhi chiusi,
un sorriso dolce dipinto
sulle labbra umide,
il corpo voluttuoso
ancora palpitante
abbandonato
sulle candide lenzuola.
Ricordo di una notte d'amore
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SOGNI
"I veri sognatori sono molto profondi
e amanti del divertimento...
cuori contenti,
eppure mai soddisfatti,
maturi, ma ancora desiderosi di crescere".
("Il guardiano del faro" di S. Bambarén)
Post n°177 pubblicato il 18 Settembre 2020 da panteradicuori
Giada era spaventata ed elettrizzata dalle sensazioni fisiche che ultimamente scopriva in sè. Per una vita aveva tenuto tutto sotto controllo, anche i senti- menti, ma adesso basta, non ce la faceva più e rischiava di scoppiare. Voleva uscire allo scoperto, essere libera di sentire ed esprimersi, ma aveva paura di essere fraintesa, di essere presa per una superficiale. Come se tutto quanto è fisico non avesse relazione con l'anima! Sciocchezze, come potrebbe la fisicità rendere felici e farci sentire liberi se non fosse un unico con l'anima? Se così non fosse, come potremmo sentirci appagati e in pace con il mondo?...
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Post n°176 pubblicato il 14 Settembre 2020 da panteradicuori
Giada guardava fuori dalla finestra e rifletteva sulla serata. La cena era andata bene e tutti si erano amalgamati e divertiti, ma nonostante tutto lei era irrequieta. Leo l'aveva tenuta d'occhio tutto il tempo con aria incu- riosita e a tratti sfacciata, quasi a spogliarla con lo sguardo. Aveva poi ap- profittato di ogni occasione per passarle accanto e sfiorarla, facendola rabbrividire ogni volta. Era sfrontato e sicuro di sè, mentre lei di certezze non ne aveva più, si sentiva confusa e smarrita, ma non voleva che lui se neaccorgesse, gli avrebbe lasciato troppo vantaggio e lei ancora non sapeva decidere se lasciarsi andare o restare sulla difensiva. Aveva troppa paura di soffrire perchè lo sapeva, lei non era fatta per le relazioni mordi e fuggi, finiva sempre per coinvolgersi anima e corpo. Ma Leo dava l'impressione di non voler sapere cosa fosse il coinvolgimento emotivo. Giada ci doveva pensare bene... o forse doveva chiudere gli occhi, non pensare e buttarsi senza paracadute...
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Si avvicinò lentamente all’acqua trasparente, bagnò i piedi e restò ferma per un po’ a osservare l’orizzonte. All’improvviso, prese la rincorsa e si tuffò lasciandosi trasportare dolcemente dalla corrente; come altre volte, venne colta dalla forte consapevolezza che in un’altra vita era stata una sirena. Era una sensazione che aveva confessato solo alla sua amica Giulia, che aveva alzato gli occhi al cielo scuotendo la testa, ormai abituata ai racconti dei suoi “déjà-vu” e reincarnazioni. Le ampie bracciate la portavano al largo e Gaia si rilassava vuotando la mente… o meglio, avrebbe voluto che fosse così, ma continuava a vedere il volto di Sandro davanti a lei, i suoi occhi verdi che le scrutavano il viso per leggerle in fondo all’anima e confonderle il cuore. E insieme al cuore, si insinuava in ogni parte del suo corpo sfiorandola come un soffio di vento, carezzandola come un drappo di seta per poi imprigionarla con la forza e portarla fino al limite della sua resistenza. All’improvviso sembrava lasciarla libera e lei, con il respiro affannoso, non riusciva a capacitarsi di quella brusca interruzione. Sandro le stava di fronte, a due passi di distanza, e osservava il suo volto stupito, implorante una conclusione che sembrava lui avesse deciso di ritardare o forse evitare. Gaia cercava di controllarsi e lo sfidava in silenzio. L’acqua l’avvolgeva e l’aiutava a placare l’eccitazione che l’aveva assalita. Nuotò con più forza e più velocemente, scivolando fra le onde e puntando dritta alla barriera di scogli. Salì sul più alto e si sdraiò al sole, assaporandone il calore; cercò di svuotare la mente respirando lentamente e ritmicamente e alla fine si calmò…
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La musica avvolgeva la figura femminile che al centro della stanza si muoveva sensuale al ritmo di "Slave to love" di Bryan Ferry, molto romantico... Mentre seguiva la melodia Caterina rifletteva, brutta abitudine; già, la sua testa era sempre in attività frenetica, incapace di prendersi una vacanza. La domanda la tormentava da giorni "Cosa siamo noi?" Di certo non una coppia, perché questo implicava un sentimento d'amore e Caterina sapeva molto bene che Guido non l'amava, stava bene con lei quando si incontravano, ma non l'amava e non ne aveva mai fatto mistero. E lei? lei lo amava? La risposta a questa domanda non arrivava, non lo sapeva o non voleva saperlo, in ogni caso evitava di cercarla troppo a lungo, perché aveva la sensazione che qualunque fosse, avrebbe potuto cambiare il loro rapporto. La musica la cullava dolcemente mentre Caterina chiudeva gli occhi e si lasciava trasportare fuori di lì, oltre il tempo e lo spazio. "Che cos'era lei per lui?" All'improvviso ebbe un flash "Un esperimento!" Ecco cos'era per lui, soltanto un altro esperimento per soddisfare la sua curiosità e vincere un'ennesima scommessa con se stesso: quella di capire l'intimo delle donne e riuscire far emergere il loro lato oscuro. Il guaio era che, raggiunto il suo scopo, lui aveva bisogno di cambiare giocattolo e lasciava invariabilmente la compagna del momento a rimettere insieme i propri pezzi. Perchè l'esito era sempre quello: lui continuava la sua vita e lei raccoglieva i cocci, incapace di tornare quella di prima ma ugualmente di proseguire su un sentiero nuovo e, per molti versi, rischioso. Caterina si bloccò, colpita dall'intuizione, o meglio dell'ammissione. E lei a che punto era?...
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