Nuvole

Per Enry


Ci hai lasciato. Mi sembra incredibile, mentre scrivo e le lacrime mi scendono dagli occhi, pensare che tu non sia più qui. Pensare che non rideremo più assieme, che non litigheremo più che non avrò più il tuo appoggio, il tuo sorriso, il tuo aiuto.Ti ho sentito solo qualche giorno fa. Il solito incorreggibile sbruffone, con la voglia di tornare a stare bene, di tornare al lavoro. Mi mancavi.Ripenso a ogni volta che, arrabbiata, mi rifugiavo nel tuo ufficio con una scusa e mi facevi ridere e scherzavi con me. Ripenso alla tua allegria. Al puzzo delle tue gauloises. Alle battutacce che mi facevi.Eri una persona buona. Non ti arrabbiavi mai. O se ti arrabbiavi durava un secondo e poi tutto era come prima. Non c’era cattiveria, non c’era malizia in quello che dicevi e che facevi. C’eri sempre. Per me e per gli altri. C’eri e il tuo esserci era abbastanza. Un raggio di sole in una giornata buia. Un sorriso in mezzo a una spianata di bronci. Eri un amico. Eri un mio amico. In ufficio regna l’indifferenza. Sembra che questa gente non abbia cuore. Mi guardano come si guarda un pazzo mentre piango. Forse pensano che finga, ma non è così. Penso a lui e non riesco a trattenermi. Stiamo qua a vivere mille paure, mille seghe mentali. Ci complichiamo la vita ogni giorno. Ci angosciamo per il passato e per il futuro e ci dimentichiamo che la vita è oggi. Che non c’è nient’altro di certo se non il qui e adesso. E invece dovremmo pensarci. Dovremmo pensarci bene. Il passato non tornerà, il futuro non lo conosciamo. Quello che sentiamo di fare, di dare.Dobbiamo farlo, darlo oggi. Magari domani mattina non ci alzeremo e ci avveleniamo l’anima per cose che non esistono più e forse non esisteranno mai. L’unica paura che giustifico è quella di non avere abbastanza tempo.