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SPAZIO/TEMPO(sempre sulla mia strada)

Post n°234 pubblicato il 09 Giugno 2009 da cappuccinicafe
 
Tag: DIARIO

di Marcello I.

Vi è capitato di passare da una strada che percorrente abitualmente e rendervi improvvisamente conto che la percorrete da 5, 10, 15, 20 anni e che la vostra vita è passata giorno per giorno da li.

Sarebbe bastato piazzare una telecamera fissa all’angolo di quella strada per riprendere senza l’uso di alcun operatore i cambiamenti costanti, impietosi e quotidiani  della nostra vita.

Infatti oltre agli evidenti cambiamenti fisici che comporta il passare del tempo, quella strada ti ha visto camminare seduto su di un passeggino, poi scappare dalle mani di tua madre, pedalare su una bicicletta prima con le rotelle poi senza.

E così comincia la passerella dei mezzi di locomozione: si parte dalla bici sulla quali pedali col vigore   dell’adolescenza dove non senti fatica e hai soltanto voglia di sentire il vento fra i capelli, di provare la scossa di adrenalina di una frenata all’ultimo secondo. La strada è sempre quella ed impari a conoscerne le scaffe, soprattutto quando stai seduto di dietro in una graziella col telaio in ferro assolutamente sprovvista di ammortizzatori dove ogni  imperfezione dell’asfalto la senti tutta.

Un giorno poi passi seduto sulla sella di un motorino prestato da un amico soltanto per il piacere di fare un giro. Ti fai bello con le ragazze invitandole a salire per andare a prendere un gelato nel bar a venti metri  in cui abitualmente vai a piedi.

Ecco che finalmente sei riuscito a strappare il consenso dei tuoi genitori ad avere una moto tutta a tua a patto che metti il casco e che vai piano e che stai attento alle auto che in quella strada, proprio in quella strada, corrono come schegge.

Ma come tarpare le ali al piacere della velocità, che ti dà un senso di libertà, di emancipazione di onnipotenza tipica della tua età. Impossibile privarsi del piacere di farsi vedere dai tuoi amici mentre passi dalla strada in cui nel frattempo hanno montato i dossi per ridurre la velocità.

La strada è sempre lì, sembra ti osservi dalla sua apparente immobilità mentre cambiano le tue abitudini, mentre la si percorre non più per gioco ma per godersela insieme alla tua ragazza che stringendoti la mano ti fa sentire forte, improvvisamente grande nella prima estate in cui non ti senti più bambino ma “uomo”.

La strada sembra compiaciuta del tuo cambiamento, sembra sorriderti e dirti “ma ti ricordi quando eri piccolo e passavi di qui col la mamma!?”

Adesso no! Adesso scendo da casa e la percorro con la mia nuova auto, che forse proprio nuova non è visto che l’ho comprata con i risparmi di una vita  e che non riesce a nascondere i graffi e le ammaccature di un altro proprietario. Ma in fondo va benissimo così. Ora è mia e rappresenta il mio nuovo passaggio ad una nuova maturità, a nuove responsabilità.

Da lì sono passato con mio padre seduto accanto quando, con in tasca un foglio rosa, tentavo di tenere fra le mani il volante con disinvoltura cercando di capire il momento giusto di cambiare le marce senza sentire quel rumore inconfondibile di formaggio grattugiato; ho visto lungo il bordo di un marciapiede  uno spazio libero per parcheggiare e mi sono lanciato, ho fatto 13 manovre ma alla fine ci sono riuscito, sono sceso e mi sono incamminato verso lo slargo della strada in cui ci riuniamo con gli amici.

I miei amici, quelli di sempre, con cui giocavamo a pallone utilizzando le pietre come pali e la auto posteggiate come limite invalicabile.

Ora però sono grande e da lì passo in auto con mia moglie e con i miei figli a fianco a me percorrendo la strada per arrivare molto più lontano, per altre vie, quasi dimenticandomi che comunque sempre di là devo passare e che tutta la mia storia è davanti i miei occhi ogni giorno.

Soltanto adesso, con la maturità dei miei anni, che non sono ancora tanti ma non sono più quelli di un ragazzo, mi rendo conto di come la mia storia è legata a quella strada e quanti ricordi più o meno felici sono nascosti tra le buche sull’asfalto e nelle scritte sui muri. Rappresenta in mio passare ed il mio passato, che non puoi cancellare, è sempre lì a ricordarti da dove vieni e dove vai ma che sempre da lì è passato e continua a passare.

 
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Commenti al Post:
Vanessa.blog
Vanessa.blog il 09/06/09 alle 14:50 via WEB
...Complimenti Marcello! Mi piace tanto ciò che scrivi! Mi piace la tua capacità di osservare la realtà, di vivere la vita da protagnista. Leggo volentieri ogni tuo post, e se a volte non faccio commenti è perchè non trovo le parole e ti confesso che ciò capita rarissime volte ;-). Pace e Bene. Vanessa
(Rispondi)
info.cappuccinicafe
info.cappuccinicafe il 10/06/09 alle 14:21 via WEB
La strada dell’infanzia era interrotta da alberi belli e secolari... Era mezza sterrata e, se chiamavi l’appello, i palazzi non rispondevano ancora tutti e io respiravo tanta libertà, mentre, pendolino, divoravo il nastro silenzioso e poco frequentato che separava l’atrio di casa mia dal bar, per spararmi le mie 500 lire nel croccante al cacao dell’Algida o nel kinder quotidiano. Alcuni dei suoi passi si son persi; altri si son fatti malfermi, insicuri…tutti lasciano indelebili impronte che solo l’occhio nostalgico della memoria può ancora vedere… La strada che m’ha visto crescere è cambiata con e quanto la vita… spensierata e placida prima, complicata e trafficata adesso... Antonella
(Rispondi)
cappuccinicafe
cappuccinicafe il 10/06/09 alle 14:37 via WEB
...sempre sulla mia strada... quante volte sono passato per quella strada...si, è vero conosce tutto di me,tutto... umori,pensieri,sorrisi,gioie,dolori,amici, gente che va e che viene...che passa e si ferma...che passa e non ritorna più... Le "scaffe" passano,alcune restano... la gente però è sempre lì cresce,invecchia...prima giocava adesso lavora o... e io passo sempre da lì..."comunque vada...sempre sulla mia strada"!!!Luca.
(Rispondi)
Vanessa.blog
Vanessa.blog il 10/06/09 alle 19:36 via WEB
...Luca...gioia...stai attento alle "scaffe" tu!!!!! :-)
(Rispondi)
info.cappuccinicafe
info.cappuccinicafe il 11/06/09 alle 17:07 via WEB
A volte ci capitava di chiedere a qualcuno se poteva posteggiare un pò più in là perche noi dovevamo giocare a pallone.......oggi è più facile che ti chiedano di spostarti per parcheggiare....Via Sunseri...la striscia di asfalto che ha cancellato gli alberi di agrumi in mezzo ai quali si perdeva il mio sguardo, quando da bambino mi affacciavo dal balcone di casa mia. Via Sunseri..... più grande, più invitante...e io lì all'angolo di strada, combattuto tra il mio vecchio e ancora attuale amore, la via Gaetano la Loggia che mi ha visto quasi nascere, e questa nuova strada, che mi offriva amici nuovi, giochi nuovi, nuove prospettive...le mie scarpe hanno sicuramente consumato una parte di queste strade, e probabilmente loro se lo ricordano e ancora oggi risconoscono i miei passi....ho la fortuna di abitare ancora là vicino e quindi posso sentire ancora antichi profumi, antichi sapori, e vedere antiche facce...mi commuovo..mentre scrivo...amo il mio quartiere, ogni angolo mi parla di me e dei miei amici.Tutti i giorni.Grazie Marcello, per aver stimolato la mia memoria. Ciao a tutti Giacomo Ciulla.
(Rispondi)
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