SALVIAMO BAMBI

Post n°2 pubblicato il 25 Agosto 2006 da lucamostra

Non cessa di far discutere la decisione della Regione Piemonte di abbattere circa 600 caprioli nell’ambito territoriale di caccia dell’Acquese e dell’Ovadese, che comprende quasi l’intero Appennino alessandrino.

Ieri, peraltro, Torino ha accettato l’offerta del Presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, che nei giorni scorsi si era dichiarato disposto ad “adottare” una parte dei capi destinati all’abbattimento. Circa 100 bambi, quindi, traslocheranno presto nelle montagne e nei boschi calabresi. Una gran buona notizia, che tuttavia non risolve tutti i problemi.

La Regione Piemonte, infatti, non pare disposta a revocare o a modificare il piano di abbattimento, il cui avvio, in effetti, è stato solo posticipato dal 10 al 24 agosto proprio per consentire la cattura degli esemplari da salvare. Secondo i responsabili, l’operazione di abbattimento controllato degli ungulati in eccesso “è in atto da anni senza avere mai assolutamente sollevato le proteste e le speculazioni di alcuno”, anche perché necessaria ''per tutelare l'ambiente, le colture e la sicurezza degli automobilisti”. 

Un’operazione, tra l'altro, “frutto di un complesso e meticoloso lavoro che dura da mesi, eseguito da tecnici faunistici ed esperti che valutano il carico teorico sostenibile dal territorio per le varie specie animali, quindi censiscono il numero di capi presenti e procedono alla pianificazione del controllo e degli abbattimenti necessari”. Il Piemonte è ricco di animali e 'la Regione li tutela in ogni modo e ne preserva l’habitat ed il territorio, ma proprio per questo è necessario tenere costantemente sotto controllo la popolazione delle diverse specie”.

Di diverso avviso la maggioranza degli ambientalisti.

Secondo Andrea Brutti, responsabile dell'Ufficio fauna selvatica dell'Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA), “sono numerosi i metodi incruenti per limitare la proliferazione di questa specie e per arginare i danni commessi da questi animali, senza però far loro alcun male”. L’Enpa ha scritto una lettera aperta al Governatore del Piemonte, Mercedes Bresso, avvertendo che si tratta di un provvedimento non solo crudele, ma soprattutto illegale. Il riferimento, chiarisce Giovanni Pallotti, coordinatore regionale di ENPA Piemonte, è alla legge (nazionale) n. 157/1992 ed alla legge (regionale piemontese) n. 70/1996. Entrambe, secondo gli ambientalisti, fissano precisi limiti alle procedure di abbattimento selettivo, imponendo, prima di procedere con le uccisioni, il ricorso a metodi ecologici alternativi, da individuare previo parere dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica. Ciò, nel nostro caso, non sarebbe avvenuto. In ogni caso gli ambientalisti diffidano dal procedere all’abbattimento di cuccioli e madri in attesa.

Intanto, la protesta popolare si allarga sempre di più. Moltissime lettere stanno arrivando in queste ore ad esponenti politici (piemontesi ma non solo) di tutti gli schieramenti; lettere scritte da “ambientalisti professionisti”, ma anche da semplici simpatizzanti, oltre che da normali cittadini che si sono presi a cuore la sorte di questi dolci animali.

Cerchiamo di farci sentire il più possibile.......e per quanto mi riguarda credo che per un bel pò di tempo la Regione Piemonte farà a meno della mia presenza sul suo territorio per le mie vacanze!

 
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