Creato da carmen46c il 27/06/2007

CARMEN AULETTA

I ricordi, certi ricordi, sono come tatuaggi, non vanno più via, sono parte della tua anima, della tua vita.

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

fosco6giusto1962carmen46cgaet.sinagrasocrate52cassetta2MITE_ATTACHET_2papomamma2013Maicolm52io.venerebagninosalinaroarteastecostanzatorrelli46dominjusehellahpoeta.sorrentino
 

ULTIMI COMMENTI

 

 

« La domenica in ospedaleTu puoi »

Racconto autobiografico n. 1

Post n°9 pubblicato il 30 Giugno 2007 da carmen46c
 

Carmela non è una bambola

Cara Carmela,

          mentre scrivo mio marito si avvicina e mi chiede sempre cosa faccio e a chi scrivo, a chi concedo il mio tempo. A volte mi innervosisce, ma so che vuole vivere le mie storie con te, con voi. Io invece sono un po' gelosa delle mie amicizie di rete, e a volte tendo ad estraniarlo, quasi mi vergogno delle cose che scrivo, perchè mi sento banale, terribilmente ovvia, ma voi non mi conoscete e con voi posso giocare sul mistero e sull'anonimo.

          Sai che ci conosciamo da tanto ma sappiamo molto poco di noi? Chi sei tu splendida Carmela? Io vedo una donna con bellissime labbra e con un sorriso e dei denti incantevoli, che ama ricette light, che ha due bellissimi occhi, due occhi neri e pronti, ma velati di tristezza.

         Dietro tante, tante parole c'è sempre qualcosa, un qualcosa di doloroso che non hai mai detto e che mi sfugge. E allora mi sono detta: "Ma insomma, prendi una carta e scrivile una lettera". Ho l'impressione che tu sia malinconica e vulnerabile.  E' a questa persona che scrivo, non alla donna luminosa e brillante. Mi interessi tu, quella che sei dietro la facciata.

          Carmela, davvero sei una bambola? Io non la sopporto quella canzone, nessuna donna è una bambola! Preferisco malafemmena, è una canzone vera, la donna è viva, come il sentimento terribile che scatena, sai, ho tanto vissuto nella vita che il mio cuore recepisce tutto,è diventato un catalizzatore di emozioni, e le leggi della natura mi hanno resa saggia.

          Sono qui,per tutto il resto fai tu. Adesso veramente ti saluto,è un brusco strappo per me ma devo stirare e fare il caffè a mio marito che aspetta.Ti lascio.Terry  

Ciao Teresa,

a me piace farmi conoscere, ho i miei difetti e i miei pregi e credo che tu abbia già compreso qualcosa di me.
Oggi ti racconterò un pezzetto della mia vita.

              Scrivere può essere terapeutico, ma sappi che non scrivo per suscitare sentimenti di pietà o chissà cos’altro e tanto meno mi sogno di giudicare le persone di cui racconto, come se fosse così facile capire il perché e il percome di tante cose. No, voglio solo parlarti di me, di quello che provai una mattina di tanto tempo fa… 

               Avevo forse sei o sette anni quando rovistando tra vecchi bauli sepolti sotto una coltre di polvere e ragnatele trovai una foto. Era una foto antica, anche se era in bianco e nero e un po’ sbiadita si capiva che si trattava di una bella donna con occhi chiari e capelli biondi . Aveva qualcosa di familiare, era come se quella donna la conoscessi da sempre, somigliava a qualcuno ma non sapevo a chi.

               Andai in cucina e vi trovai mia nonna indaffarata nelle sue faccende, le feci notare la foto e le chiesi se conosceva quella bella donna raffigurata. Mia nonna , che in un primo momento era incuriosita, quando riconobbe la persona della foto cambiò la sua espressione facciale, i suoi occhi non erano più arricciati e socchiusi come quando vuoi mettere a fuoco un' immagine, questa volta i suoi occhi erano spalancati ed esprimevano rabbia e disprezzo.

               Cominciò a farmi domande su come e dove avevo trovato la foto, io le rispondevo, ma lei mi ignorava ed io ripetutamente le chiedevo chi fosse la donna della foto…insomma, perché non voleva dirmi chi era? Così non faceva che accrescere la mia curiosità, ad un certo punto mia nonna chiamò la figlia, mia zia, le fece vedere la foto e parlavano a bassa voce per non farmi ascoltare, anche mia zia faceva la misteriosa e allora capii che era inutile domandare; da allora non ho più trovato quella foto…credo che l’abbiano distrutta, avevo compreso oramai che la donna della foto era un argomento tabù in casa di mia nonna e quindi per la pace domestica era meglio spegnere la mia curiosità. .

               Erano trascorsi altri sei o sette anni da allora, oramai ero una quattordicenne, quando mia sorella, più grande di me di quasi sette anni , venne in collegio e mi disse di prepararmi perché dovevo andare a casa del suo fidanzato. La cosa mi sembrò insolita, ma io ne approfittai subito per uscire da quelle mura che a volte erano cosi soffocanti; finalmente potevo sentire il rumore del traffico, potevo camminare per le strade piene di negozi, ah…che bello poter sentire l’aroma del caffé caldo in qualche bar e finalmente poter mangiare una bella sfogliatella napoletana , ero stufa di vedere solo suore e ragazze, finalmente vedevo qualcuno che non apparteneva al mio sesso!


               Eccitata da questi pensieri , mi preparai in gran fretta , non vedevo l’ora di uscire e respirare un’altra aria!
Arrivammo a casa di mio cognato, con mia sorpresa notai che c’erano anche i miei due fratelli, erano in aria di festa…sentivo il vocio di parenti ed amici… non capivo che avvenimento potesse mai essere quello se persino i miei fratelli che non amano le feste erano lì, mia nonna non c’era, neanche mia zia, a pensarci bene eravamo solo noi quattro fratelli e il fidanzato di mia sorella con la sua famiglia. Ma c’era anche un’altra persona che mai avrei immaginato …….

               Dopo essermi ripresa dallo stupore per quell’ atmosfera, mio fratello maggiore venne verso di me, aveva l’aria di uno che aveva una grande notizia da dare, mi portò in cucina chiedendomi di indovinare chi fosse quella donna seduta al tavolo. Appena la vidi…ebbi un tonfo al cuore! Era la donna della foto, quella foto che non avevo più trovato…era la donna di cui chiedevo ripetutamente senza avere mai risposta……ora la vedevo in carne e ossa, notai la somiglianza con mia sorella...ecco allora a chi somigliava e improvvisamente intuii che quella donna era ……..MIA MADRE. 

               Avevo quasi paura di pronunciare quella parola, non ero stata abituata ad usare la parola “mamma”, dopo tutto era la prima volta che la vedevo ed ero frastornata, mia madre scoppiò in lacrime e rossa dalla commozione mi abbracciò forte ma io non riuscivo a provare niente…ero solo confusa. Ecco, ti ho raccontato di come ho conosciuto mia madre…..avevo 14 anni, troppo pochi per capire la vita ma abbastanza da farmi comprendere che non era normale conoscere la propria madre a quell’età, ora avevo mille e altre mille domande da fare…il resto se vuoi…te lo racconterò qualche altra volta.



 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963