CARMEN AULETTA

RECENSIONE su Carmen Auletta di ADRIANA PEDICINI


Adriana Pedicini Docente di latino e greco nel Liceo Classico “P. Giannone” di Benevento. Scrittrice.La poesia di Carmen Auletta potrebbe ben definirsi specchio dell’animo e senso di una vita, perché dal profondo dell’animo traccia il suo percorso che via via si fa strada sicura tra gli impervi sentieri della vita. Tra i versi si snoda infatti il nastro nascosto della sua esistenza, su cui sono cucite esperienze vissute come nere perle di dolore che, pur cristallizzate nella memoria, si sono addolcite per una sorta di saggezza che l’Autrice con intelligente rinnovamento di sé ha saputo effettuare delle stesse. Questo si potrebbe definire anche il leit motiv delle sue composizioni, che partono per lo più da riflessioni o dati concreti di sapore amaro, ma per effetto di una saggezza non pedante, anzi addirittura dotata di vis comica, condensano nella conclusione una svolta positiva, di speranza o di accettazione. Anche la lingua in cui sovente si esprime, il vernacolo partenopeo, aggiunge un pizzico di umorismo, un guizzo fantastico quasi a scongiurare i tetri pensieri. E mai come in questa Autrice si nota una perfetta corrispondenza tra il versificare e i pensieri che l’accompagnano nel quotidiano, tra il contenuto e la forma delle sue composizioni. Tutto ciò non è artificioso, costruito ad arte, ma è spontaneo, come di chi ha sperimentato, sulla sua pelle, il rimedio al “male di vivere”, a cui, se si è saggi, ci si abitua con dolcezza, arrivando perfino a essere gelosi della propria malinconia (Voglio la mia malinconia), filtro genuino e sincero dei giorni, che porta a non esaltarsi troppo, ma neppure a prostrarsi troppo, secondo l’antico precetto dei nostri progenitori di cultura greca: ossia riconoscere il ritmo della vita, uguale per tutti, perché il male, anche se è sentito soggettivamente, è un elemento che ci accomuna, a cui nessuno sfugge.