CARMEN AULETTA

Racconto autobiografico n. 2


         
Il mio primo amore                    Da come avrai certamente compreso la mia famiglia era anomala, dopo aver letto quello che ho scritto è normale chiedersi se avessi almeno un padre.           In effetti un padre lo tenevo, ma era latitante nel suo ruolo di genitore, a dire il vero di tutte le persone a me care, lui è certamente quello che ho frequentato meno. Il primo ricordo della sua presenza risale a quando avevo circa tre anni e mezzo, mi trovavo in ospedale a causa della poliomielite, oramai in quell’edificio avevo trascorso i primi tre anni della mia vita, mia madre non veniva, mia nonna paterna invece era la più costante nelle sue visite ma poteva venire solo ogni 15 giorni e… mio padre?           Come in un flash fotografico rivedo la scena di un momento per me drammatico , quando scaraventai addosso a mio padre quel chilo di uva che mi aveva portato, mi sembra di vedere ancora quei grappoli di vite che ruzzolavano per le scale, mio padre si rese conto che ero arrabbiata, che mi sentivo abbandonata da lui, non raccolse la frutta sparsa per terra, girò le spalle e se ne andò, allora mi affacciai dalla finestra del quinto piano dell’ospedale, appena vidi la sua figura gli gridai con tutto il fiato che avevo in gola supplicandolo di non lasciarmi in quel posto, ma lui non si voltò, non mi sentiva, e mentre più piccola vedevo la sua figura in lontananza più grande si faceva la solitudine di quel momento.           Quello fu il mio primo momento in cui presi coscienza del dolore che si prova quando si è abbandonati. Avevo quasi sei anni oramai, mio padre non lo vedevo più da tempo, aveva un’altra moglie, altri figli, ed io continuavo la mia esistenza a casa di mia nonna, sua madre, ero persino riuscita a dimenticare che avevo un padre da qualche parte quando all’improvviso da lontano apparve un uomo...era lui, alto, bruno e bello come non mai,  potrei dire che in quell'istante mi innamorai  di mio padre.           Fui raggiante dalla gioia quando seppi che voleva portarmi con sé, dunque mio padre mi amava ed io ne ero felice, raccolsi le mie poche cose e mi preparai per una nuova avventura, questa volta ero con mio padre, sotto lo stesso tetto, mangiavo alla sua tavola e lo vedevo arrivare quando veniva dal lavoro.            Ma questa felicità durò poco. Se hai la pazienza di aspettare, domani o dopodomani ti racconterò perché la mia contentezza fu di breve durata.