CARMEN AULETTA

Post N° 53


Racconto autobiografico n. 8                 Mia nonna invece era l’esatto contrario di mio nonno e come tutte le persone di carattere,  aveva un pessimo carattere. Devo dire però che con il suo modo di fare, rude e austero, mi dava sicurezza, quando  lei era nei paraggi, non mi sentivo mai avvilita. Era sempre lei che alla fine risolveva le questioni spinose riuscendo in imprese ardue. Insomma, quando voleva arrivare ad uno scopo, da mia nonna potevi aspettarti di tutto.Pur essendo una donna analfabeta, aveva una intelligenza viva  e da come raccontava mio nonno, non sembrava affatto che non sapesse leggere e scrivere quando la conobbe,   anzi, rimaneva  affascinato dal suo modo di presentarsi,  una cosa era certa,  era una donna fuori dal comune.Nei miei primi anni d’infanzia mia nonna rappresentava il mio  Angelo Salvatore, colei che mi toglieva dalle sofferenze. Era sempre lei che veniva a trovarmi in ospedale, era sempre lei che mi faceva visita in collegio ed era sempre lei che mi toglieva dalle grinfie della matrigna. Mi dite voi come si faceva a non voler bene ad una donna così? Ecco perché la sua sola presenza mi trasmetteva sicurezza, con lei mi sentivo sempre protetta.Mio nonno, quando la conobbe, pensava che era un vero  peccato che una donna  come lei non sapesse   leggere e scrivere, e si era messo in testa di farle da insegnante. Mia nonna in un primo momento acconsentì ma poi cambiò idea quando vide che mio nonno appoggiava la mano destra sulla sua per farla scrivere. Certo, oggi questa cosa fa solo ridere, ma stiamo parlando degli  anni “20”, quando la morale imponeva alle donne di seguire rigide regole di comportamento, purtroppo all’epoca due persone che si amavano non potevano neanche guardarsi negli occhi con il risultato che alla fine il desiderio di amarsi diventava cosi prorompente da far perdere a volte anche il lume della ragione.           Eh si, perché dopo cinque anni di fidanzamento mia nonna si sposò perché era incinta! “Ma come?” dissi a mia nonna   “e tu eri così severa in queste cose, come hai fatto a cedere cosi?” e lei,  con quel sorriso tipico della donna che ha tanto vissuto e tanto amato, mi rispose: “Cara nipote mia, se tu prendi un albero robusto e per cinque anni gli dai tanti colpi di accetta, un colpo oggi … un colpo domani  … prima o poi … l’albero cade!” La saggezza di mia nonna erano i suoi proverbi, ne aveva sempre  uno per ogni occasione, mi ricordo che da piccola non badavo  alle cose che diceva, ma oggi mi vengono in mente tutti i suoi proverbi e mi stupisco del fatto che sono sempre così attuali.E’ vero,  cambiano i tempi, cambiano le stagioni ma i desideri e i sentimenti degli uomini non cambiano mai!       Spesso mia nonna si rivelava un personaggio scomodo per chi voleva prendere il sopravvento su di lei, soprattutto detestava la cattiva educazione. Un avvenimento in particolare rivela il tipo di donna che era mia nonna, mi raccontarono che  fu costretta ad affrontare un processo perché era stata denunciata da sua “Eccellenza” il  Dottore del paese. All’epoca i dottori scarseggiavano, e se ce n’era qualcuno in paese era trattato con tutti gli onori. Nessuno osava mai mettersi contro un medico, il perché è ovvio. Accadde che una donna aveva il figlio gravemente malato,  ma essendo povera il Dottore continuava ad ignorarla, a questo punto la donna, conoscendo il coraggio e la generosità di mia nonna, si rivolse a lei per avere aiuto. Immediatamente mia nonna prese in braccio il bambino e lo portò a casa del medico. Il medico appena vide mia nonna con quel bambino imprecò contro di lei, dicendole anche una parolaccia. Apriti Sesamo!!Non l’avesse mai fatto! Mia nonna si dimenticò che il medico  era una “Eccellenza” ,  con il bambino tra le braccia prese uno degli  zoccoli di legno che aveva ai piedi e con un colpo alla testa lasciò il Dottore steso per terra e con la testa sanguinante!In breve tempo la notizia si sparse in tutto il paese, il medico  la denunciò e dopo un po’ mia nonna si trovò in tribunale a difendersi. Pur avendo molti testimoni nessuno volle rischiare di mettersi contro il Dottore, ma mia nonna con la sua sagacia, riuscì  benissimo a difendersi da sola. Si racconta che il Giudice, dopo aver ascoltato il Dottore si rivolse a mia nonna dicendo: “ Ma come? E lei a sua Eccellenza si rivolge con lo zoccolo?” mia nonna rispose: “ Appunto perché è una Eccellenza non doveva trattarmi in quel modo, tanto più che sono una donna. Lui a me si è rivolto con una cattiva parola ed io mi sono rivolta a lui con lo zoccolo!” In aula tutti i presenti ridevano tranne il Giudice e il Dottore. Alla fine mia nonna vinse la causa!La vita di mia nonna è stata difficile ma anche interessante,  se fosse ancora viva ne avrebbe di cose da raccontare, mio nonno l’ha sempre amata anche se aveva un brutto carattere. Si racconta che prima di morire mio nonno le disse: “Si, mi hai fatto tribolare, ma hai sempre avuto il cuore buono, sei sempre stata generosa!”