CARMEN AULETTA

Post N° 81


Racconto autobiografico n. 11Corteggiamento partenopeoAll’età di 15 anni  ero una ragazza graziosa e spensierata. Mi piaceva portare i capelli lunghi e sciolti.  Avevo visto al cinema  una bella attrice americana con le trecce larghe  che  impersonava una donna indiana, quelle trecce micolpirono tanto che decisi di farmele anche io. Brunetta già lo ero,gli occhi erano grandi e belli proprio come quelli che aveva  l’ attrice , mi mancavano solo le trecce! Quando uscivo di casa, i giovanotti mi  ammiravano come sempre, qualcuno, con lo sguardo da pesce lesso, credendo di fare colpo su di me mi passava accanto e mi sussurrava: “Sei carina lo sai?” , qualche altro giovanotto dai modi più rozzi, alzava la voce  vicino ai compagni apposta per farsi sentire mentre gridava  nel  gergo napoletano :“Wuè….bell’è  sta guagliona?” Ovviamente io proseguivo oltre senza guardare né a destra e né a sinistra,  non mi facevo dicerto intimidire dai modi di fare dei ragazzi che per mettersi in mostra davanti ad una ragazzacarina,  dicevano cretinate di ogni genere, confesso che la cosa mi divertiva molto e mi lusingava anche,  ovviamente stavo ben attenta a non farlo vedere mentre ero tutta intenta ad entrare nel personaggio della giovane attrice americana travestita da indiana. Quel giorno  mentre camminavo gustando un bel cono gelato, per la prima volta  vidi un giovane robusto a dorso nudo girato di spalle, sarebbe meglio dire che era un uomo, poteva avere i suoi 30 anni. Subito non lo vidi in viso, era girato di spalle mentre lavorava sotto il sole,  inchiodava qualcosa  su una tavola di legno  ed io sentivo il rumore del martello che continuava a battere  con ritmo regolare. Rimasi affascinata da quella immagine,  le spalle abbronzate e lucide di sudore, mi offrivano uno spettacolo di una bellezza unica.  Ogni alzata di braccio per colpire con il martello metteva in risalto l’armonia di un corpo scultoreo e quei movimenti regolari  e decisi,  mi parlavano della potenza  e della forza di un uomo. Forse mi soffermai un po’ oltre ad osservare questo incanto ,  con mia sorpresa  il giovane robusto si girò e guardandomi  dritto negli occhi mi disse:   Me vuò spusà? Wuè…. Piccerè … me vuò spusà?Comm? Dici a me?E si…dico proprio a te, me vuò spusà?.Beh….verament…emmm  ..si, va  bene!Però mi a fà ‘ apprimm nu bell quartino!Piccerè…ma tu …rispunn pesant!.Embè…tu m’avive viste ch’e trezzell,che te credive ca io s’eva na nennell?Wuè…piccerè …ma tu me piace assaje,.Me vuò dà nu poco’ e gelato?Nu poc’e gelato? Ma io l’aggio leccato!Nunn’è capito che chill’è o sfizio mio!.Niente di meno? Che razza di sfizio è!Si,  voglio mettere o vocca  mia proprio llàaddò  e leccato o gelato c’a vucchella toya..Wuè, ma tu si tropp sfrontato!So sicura che a te chest te piace e fa!Embè e che ce stess’ e male…nunn’è colpa mia si tu si troppa bella!.Arricuordate…e ditt che tu me spusaviperò io  t’aveva fa nu quartino.Si l’aggio ditto e allora?E allora te dico che o quartino è pront già.---------- Traduzione Mi vuoi sposare? Ehi…piccola…mi vuoi sposare?Come?......dici a me?E si…dico proprio a te, mi vuoi sposare?.Beh…veramente…emmm…si, va bene!Però mi devi costruire prima una bella casetta!Ehi piccola…ma tu rispondi pesante!.Embè…tu mi avevi visto con le treccinepensavi che io ero una bambina?Ehi piccola, tu mi piaci molto!.Vuoi darmi un po’ di gelato?Un po’ di gelato? Ma io l’ho leccato!E non hai capito che è quello il mio piacere?.Niente di meno? Che razza di piacere è?Si, voglio mettere la bocca proprio làdove hai leccato con la boccuccia tua.Ehi, ma lo sai che sei uno sfacciato?Sono sicura che a te questo piace fare!Embè … e che ci sarebbe di male?Non è colpa mia se tu sei troppo bella!.Ricordati che hai detto che mi sposavi,però prima ti dovevo fare una casetta.Si, l’ho detto e allora?E allora ti dico che la casetta è pronta già!