Sex&City 2013

Faust e il desiderio


Domenica a teatro: in scena il Faust di Goethe.La complessa e contrastata figura del Dottor Faust, imbonitore e ciarlatano o forsedotto studioso di scienza, simbolo dell’uomo spregiudicato e scellerato, ha ispirato nel corso dei secoli la penna di scrittori e musicisti di tutta Europa. Goethe lavoròcirca sessant’anni, dal 1772 al 1831, alla scrittura del suo Faust, opera che lo avrebbe reso uno dei massimi scrittori di lingua tedesca. A questo proposito scriveva: «il mio Faust è un grande gioco molto serio». E secondo questa indicazione Glauco Mauri e Roberto Sturno presentano la loro messinscena, un gioco ricco di passione, intelligenza e follia dove raccontare la storia dell’uomo. Sturno veste i panni del giovane Faust lasciando intravedere in lui una dimensione ancora preromantica, Mauri prima Mefisto interpreta poi un Faust spettrale che cresce sempre di più sino ad avvicinarsi al Sogno e “all’Utopia dell’Umanità”. Se Sturno è vicino allo stato d’animo e ai “dolori” del giovane Werther, Mauri vive nel continuo sforzo di superare i limiti, di non appagarsi mai in nessuna situazione facendosi simbolo del cammino dell’uomo verso la redenzione. Questo Faust è un atto d’amore verso un teatro che attraversole sue favole meravigliose «parla agli uomini delle loro angosce, delle loro speranze, dei dubbi, delle solitudini. Attraverso il faticoso e straordinario viaggio di Faust - spiega Mauri - è possibile per l’uomo comprendere cosa dovrebbe essere la sua vita».
Mi ha sempre attratto la storia del Faust. Insomma, l'insoddisfazione al picco più alto, il desiderio di desiderare sempre qualcosa. Non è ironico che l'uomo sia realmente condannato a non vedere mai realizzata la capacità totale dei suoi desideri, e sia conscio che se anche ciò avvenisse, nascerebbero nuovi desideri? è una certezza. E se fossimo esseri più razionali forse questo basterebbe a condurci ad un nirvana. Ma ovviamente non lo siamo.Desiderare.. quanti desideri mi si affollanno nella mente, alcuni assolutamente frivoli e accessori, altri totalmente utopistici ed irrealizzabili. La vera felicità, dice il proverbio, è desiderare ciò che si ha già. Noi invece lo diamo totalmente per scontato. Nessuno di noi si sente grato per la salute, fintanto che non ci ammaliamo. L'ho visto accadere molte volte. Uno dei nostri beni più preziosi, e ce lo portiamo in giro in maniera scontata.E l'amore? parliamo continuamente d'amore. Quando non lo abbiamo. Ma se abbiamo la fortuna di passare ogni giorno al fianco di chi amiamoe ci ama a sua volta, lo diamo di nuovo per scontato. Quanto siamo piccoli ed egoisti in questo. Forse il Diavolo aveva ragione.