Cartone

La sfiga ci vede benissimo - parte prima


Mi svegliai di soprassalto, disturbato da qualcosa. Gli occhi stentavano ad andare a fuoco, e nella bocca uno sgradevole sapore amarognolo. Mi ci volle qualche minuto per schiarire la mente e realizzare che era ancora buio."Ma che ore sono?" pensai. E in automatismo ripescai il mio braccio per guardare l'orologio. Sparito! Strano, eppure non lo tolgo mai dal polso... Un vecchio orologio di buona marca, di grande valore affettivo. E lì per terra qualcosa attirò la mia attenzione: il mio portafogli!La consapevolezza mi attraversò come scarica ad alta tensione: ero stato rapinato!Balzai fuori dal sacco a pelo con facilità... troppa facilità. Era stato tagliato da cima a fondo con un taglierino. Idem le tasche dei jeans, e pazienza per un po' della mia natica destra, lì avrei rimediato con un cerotto e un po' di cenere di sigaretta.Disinfetta e cicatrizza, pronto soccorso fai-da-te.La conta dei danni fu dura: il sacco a pelo, l'orologio, i jeans, i 40 euro custoditi nel portafogli, il telefonino (per me cordone ombelicale col resto del mondo) e (dannazione!) le scarpe! Lo confesso, mi misi a piangere. E non per i soldi o per il telefonino, e neppure per l'orologio. Piansi per il sacco a pelo: il mio rifugio, la mia casa... chiedendomi che razza di disperazione ci può essere dietro a chi rapina un disperato. Almeno mi avevano lasciato il tabacco, grazie al cielo! Fumai cercando di stemperare la rabbia e organizzando una soluzione. L'urgenza primaria erano le scarpe, difficile trovarle della giusta misura e in buone condizioni nei centri di distribuzione vestiario... bisogna comprarle nuove. Per questo sono una preda ambita.Mi cambiai i jeans col paio di riserva nello zaino, dopo aver "medicato" il taglio sulla natica, e mi liberai di quelli rotti assieme (e a malincuore) del sacco a pelo ormai inservibile.Aspettai fumando che spuntasse il giorno, poi m'incamminai scalzo verso quello che, speravo, potesse essere il mio rimedio.