Cartone

Un bel dì vedremo, levarsi un fil di fumo?


I miei turni di lavoro non sempre mi permettono di fruire una cena calda in una mensa pubblica.Capita perciò, di dover aspettare nella stazione centrale di Brignole, la distribuzione di qualche panino e un bicchiere di té caldo, da parte di qualche associazione di volontariato. Una lodevolissima iniziativa.Peccato che gli orari siano piuttosto flessibili...Quella sera arrivarono ben oltre le 22,30, e l'ultimo treno per Nervi e l'agognato Grand Hotel, era andato già da un pezzo.L'idea di affrontare un lungo viaggio in autobus, non mi sfagiolava granché. Decisi, come fanno molti, di dormire su un treno in sosta.M'incamminai tra scambi e binari morti, verso il poco distante scalo di Terralba, attento a non farmi scorgere dai sorveglianti.Lì sostano i treni in attesa di manutenzione e pulizie. Non lesinai sulle scelte, e mi concessi un bellissimo Intercity. Vagone di prima classe, naturalmente!Era caldo e i sedili soffici. Srotolai comunque il mio sacco a pelo sul sedile, e pregustai una dormita con tuti i comfort.Venni svegliato da una pedata. Due agenti dela Polfer, la polizia ferroviaria, mi puntavano addosso le loro torce."Ce li hai i documenti?" ringhiò uno dei due.Mezzo rintronato, tirai fuori la carta d'identità dal portafogli, e gliela porsi. Mentre lui riportava diligentemente i miei dati su un taccuino, l'altro ringhiò a sua volta."Qui non si può stare! Prendi la tua roba e vieni con noi."Guardai l'orologio: le 2."Ma agente, che fastidio dò? Voglio solo dormire un po'... e poi a quest'ora dove posso andare?"La risposta non la capii. Sono ancora incerto adesso, se si trattasse di un pugno o di un manrovescio."Te lo debbo ripetere?""Ma che cavolo! Io vi denuncio entrambi!". Questa volta lo capii al volo: manrovescio."Mai sentito parlare di resistenza a pubblico ufficiale? E adesso muoviti, se non vuoi il resto!"Ricomposi velocemente il sacco a pelo e lo zaino, presi il mio documento, e li precedetti a passo veloce nell'atrio della stazione.Da lì "invitato" a uscire, perché la stazione è chiusa dalle 2 alle 5 del mattino.Passai il resto della notte su un autobus, andata e ritorno da un capolnea all'altro, senza chiudere occhio. Quello non tumefatto.La sera dopo tornare al Grand Hotel fu una liberazione.Raccontai l'accaduto a Sandro, ormai mio confessore di fuducia. "Ma perché fanno così?" chiesi."Perché sono dei frustrati." mi rispose "Magari sono entrati in Polizia per necessità, sognando di fare come Starsky e Huch, e si ritrovano a fare un lavoro di merda, per uno stipendio da fame.""No, no... Intendevo dire: perché non ti lasciano dormire sui treni? Cha si fa di male?"."Tu magari non te lo ricordi, non eri ancora in giro. Due anni fa un vagone a Terralba prese fuoco. Completamente distrutto. Ci trovarono dentro uno di noi, carbonizzato. Pare avesse un fornelletto da campeggio, e volesse scaldarsi una latta di minestrone. Un incidente.""Cazzo!".Poi riflettei meglio e chiesi ancora:"Ma scusa... I materiali con cui li costruiscono, 'sti treni, non debbono essere per legge ignifughi, in caso d'incidente?"Sarò tardo, ma non capii neppure la risposta di Sandro. Credo stia ancora ridendo.