Cartone

Il Conte racconta.


Strano tipo il Conte. Il suo titolo di blasone credo vada ricercato per i suoi modi affettati, il suo linguaggio d'antàn, e il suo dare del lei a ogni interlocutore. Parla poco il Conte. Forse è per questo motivo, che siano fioriti sul suo conto, racconti ai limiti della leggenda. Quello che so di lui, me lo raccontò lui stesso. Credo si arrabbierebbe... pardon!, rimarrebbe piuttosto contrariato, se venisse a sapere che scrivo di lui, e di come si “licenziò” dalla vita “normale”. Un racconto che ricorda vagamente il pianista sull'oceano. Una sera tornai a Nervi molto prima del solito. Non avevo voglia di aspettare i panini in stazione, e desideravo solo stendere il mio sacco a pelo da qualche parte. Trovai il Conte seduto sulla panchina di fronte all'Hotel delle Palme, quello ufficiale, con 4 stelle sulle insegne e servizi extra lusso. Meta di facoltosi villeggianti, ritiro per calciatori, e danarosi viveur. “Ciao Conte! Che fai qui?” “Aspetto la cena. Se vuole favorire, si accomodi. Ce ne sarà per entrambi.”. Trasecolai! Quello, in sé, era il discorso più lungo che gli avessi sentito profferire, e ne approfittai. “Grazie Conte! Non ho ancora mangiato nulla.”, presi il pacchetto di sigarette e le offrii, “Vuoi fumare?” “Oh no, grazie. Mi perdoni, ma preferisco i miei sigari.” e trasse di tasca un lungo sigarino sottile. “Hai prenotato la cena?” chiesi scherzando. “Qui ci lavorai per oltre trent'anni, ne ero direttore. Ho ancora qualche credito tra le maestranze...” “Hai lavorato come direttore di questo posto, e sei in strada? Che t'è successo Conte?” “Mio buon amico, non potrebbe capire... Questo era tutto il mio mondo. Ora è tutto cambiato, ma immagini com'era negli anni '60-'70... Belle donne, feste dove champagne e sostanze peccaminose scorrevano a fiumi... assieme ai miei guadagni.”. “Non ho mai tenuto conto del denaro, qui avevo tutto: casa, abiti, pasti... Spendevo tutto in belle macchine, belle donne e Casinò.”. “Poi di colpo ti ritrovi vecchio, ti dicono che non servi più e ti tolgono i tuoi giocattoli... Ma a me la vita normale, con la pensione e le passeggiate nel parco, non interessano, e la vecchia vita non potevo più pertmettermela... Così mi sono licenziato da tutto.”. “Ma allora è vera quella storia che raccontano? Che hai venduto un'auto nuova davanti alla stazione, e non ti sei più mosso da lì?”. Non mi rispose, il Conte. Ma c'era un mezzo sorriso sul suo volto conciato. E una lacrima.