Seduto di fianco ad un finestrino appannato, coi resti della giornata sulle spalle, in un solitario silenzio rimani a guardare la gente delle sei di sera. Un novantasette quasi deserto e tu noti ogni piccola anima.Sorrido al pensiero... quante vite tocchiamo in questi momenti vuoti di cose da fare.Mentre gli occhi fan pensieri di quel che vedono, continuiamo a rimanere fianco a fianco, a condividere piccoli pezzi di mille strade che poco dopo si allontaneranno... e chissà?Comunque unite in un momento... nonostante divise.Due anziani sordomuti animano una vispa conversazione di strani gesti e parole troppo sfrontate sulle labbra. Stasera sono due, chissà dove sono gli altri due? Che effetto vedere tanta energia negli occhi di chi la vita lo ha sfiancato. Alle otto di mattina il bus si riempe di studenti. Un ragazzo diversamente abile è seduto sulla sua carrozzina di fianco alla porta d'uscita, una splendida ragazza nell'uscire lo avvicina, gli dona il più bello dei sorrisi e gli prende mano. La ringrazia con tutta la felicità nelle manifestazioni genuine di un bambino. E' ancora sera, una strana coppia, uno strano modo di discutere e due bambini. Uno dei due tiene un telefonino in mano, ci gioca. Il padre non lo so, ha qualcosa che non mi convince, che sia il padre poi? Probabilmente solo lei è la madre, sicuramente i due hanno una relazione e lui non dev'essere proprio una di quelle persone affidabili, sembra più uno che vive di espedienti. Lei è palesemente succube del suo imporsi. Continuano a parlare quando ad un certo punto lui si rivolge al bambino: "Manuel dammi il telefonino...", il bambino di tre anni porta il gioco al petto in segno di rifiuto, lui si avvicina e con tono brusco: "Ho detto dammi il telefonino!" poi afferra l'apparecchio e con un gesto violento glielo strappa di mano.Manuel piange, non è dolore... e mentre la madre esibisce sottomessi "Non dovevi", lui giustifica un autoritario "Deve imparare". Manuel sfuma il pianto in attenzione.Seduto di fianco ad un finestrino appannato, con gli occhi a far pensieri dei mille attimi di altri... sporchi di vite sfiorate che nemmeno conoscono.Stasera il passaggio in un blog mi ha fatto venir voglia di questa... Lui è un gran cantante e questo un gran pezzo... E ricordo col sorriso i giorni nei quali la musica riempiva le giornate... i momenti spesi a montare un pezzo da esibizione su questa musica...
Ninety-seven
Seduto di fianco ad un finestrino appannato, coi resti della giornata sulle spalle, in un solitario silenzio rimani a guardare la gente delle sei di sera. Un novantasette quasi deserto e tu noti ogni piccola anima.Sorrido al pensiero... quante vite tocchiamo in questi momenti vuoti di cose da fare.Mentre gli occhi fan pensieri di quel che vedono, continuiamo a rimanere fianco a fianco, a condividere piccoli pezzi di mille strade che poco dopo si allontaneranno... e chissà?Comunque unite in un momento... nonostante divise.Due anziani sordomuti animano una vispa conversazione di strani gesti e parole troppo sfrontate sulle labbra. Stasera sono due, chissà dove sono gli altri due? Che effetto vedere tanta energia negli occhi di chi la vita lo ha sfiancato. Alle otto di mattina il bus si riempe di studenti. Un ragazzo diversamente abile è seduto sulla sua carrozzina di fianco alla porta d'uscita, una splendida ragazza nell'uscire lo avvicina, gli dona il più bello dei sorrisi e gli prende mano. La ringrazia con tutta la felicità nelle manifestazioni genuine di un bambino. E' ancora sera, una strana coppia, uno strano modo di discutere e due bambini. Uno dei due tiene un telefonino in mano, ci gioca. Il padre non lo so, ha qualcosa che non mi convince, che sia il padre poi? Probabilmente solo lei è la madre, sicuramente i due hanno una relazione e lui non dev'essere proprio una di quelle persone affidabili, sembra più uno che vive di espedienti. Lei è palesemente succube del suo imporsi. Continuano a parlare quando ad un certo punto lui si rivolge al bambino: "Manuel dammi il telefonino...", il bambino di tre anni porta il gioco al petto in segno di rifiuto, lui si avvicina e con tono brusco: "Ho detto dammi il telefonino!" poi afferra l'apparecchio e con un gesto violento glielo strappa di mano.Manuel piange, non è dolore... e mentre la madre esibisce sottomessi "Non dovevi", lui giustifica un autoritario "Deve imparare". Manuel sfuma il pianto in attenzione.Seduto di fianco ad un finestrino appannato, con gli occhi a far pensieri dei mille attimi di altri... sporchi di vite sfiorate che nemmeno conoscono.Stasera il passaggio in un blog mi ha fatto venir voglia di questa... Lui è un gran cantante e questo un gran pezzo... E ricordo col sorriso i giorni nei quali la musica riempiva le giornate... i momenti spesi a montare un pezzo da esibizione su questa musica...