Napoli

Agnano e il suo lago.


Appena fuori dall'abitato di Fuorigrotta, laddove ci si addentra in pieno in quello scenario di vulcani spenti e attivi che vengono denominati "Campi Flegrei", si apre la splendida conca di Agnano, ancora ricca di verde nonostante l'aggressione dell'uomo, ancora affascinante e, per alcuni aspetti, misteriosa.
Agnano, è la famosa località di Napoli con l'ippodromo, dove viene svolta annualmente una delle più importanti corse di cavalli al mondo, collegata alla lotteria che regala milioni di euro al fortunato vincitore.
Ma Agnano, è famosa anche per la sede di uno degli stabilimenti termali più antichi dove confluiscono le acque che, gli antichi romani, usavano per curarsi tutte le tipologie di mali. Essi, però, ne fruivano sulla costa puteolana dove comunque, queste acque, pure avevano altre fuoriuscite.Ad Agnano, invece, nel tempo, si era formato un immenso lago, grande quanto tutto il cratere che oggi ammiriamo. Esso è stato lì per oltre 800 anni.
Un lago, pensate un po', un lago enorme alle porte di Napoli. Esso, venne prosciugato nel 1870, operazione inserita in una serie di quelle che da sud a nord, dovevano portare bonifica in varie zone del Paese e che facevano parte di quelle iniziative che, dopo l'unità d'Italia, dal 1861 fino all'inizio del '900, dovevano servire a modernizzare la nazione.Il Regno d'Italia decise di prosciugare il lago d'Agnano per motivi igienici. Infatti, complici le acque limacciose, attecchiva la zanzara anofele che provocava la malaria negli abitanti della zona. Inoltre, nel lago, si effettuava anche la macerazione della canapa che produceva miasmi insopportabili che spesso raggiungevano Napoli e Pozzuoli.Fu un ordine di Re Carlo II d'Angiò a costringere i lavoratori della canapa e del lino a trasferire la macerazione di questi prodotti nel lago di Agnano. Nella capitale, questo tipo di lavorazioni, come si potrà immaginare, producevano degli effetti insostenibili e insopportabili per gli abitanti, pertanto, il monarca decise di portare via dal centro cittadino le attività di questo genere.
Il lago, quindi, nel tempo si ammalò e il governo del giovane Regno d'Italia, decise di inserirlo fra le opere di bonifica e di prosciugarlo. In questa operazione, si diede prova di grande efficienza: l'intervento fu portato a termine in tempi rapidi e in maniera esemplare. Il progetto, affidato all'ingegner Mendia prevedeva un emissario lungo 1463 metri che, attraverso la costruzione di un traforo, raggiungeva la spiaggia di Bagnoli.Il canale fu aperto il 28 settembre 1870 e, in poche ore, prosciugò il lago! Le acque defluirono in mare e subito dopo fu avviato l'intervento di bonifica del suolo che permise all'agricoltura partenopea di recuperare 130 ettari di terreno ubertoso.Ma le sorprese non erano finite. Una volta prosciugato il lago, fra le crepe del suolo, si vedeva venir fuori dell'acqua da più parti. Questa, molto velocemente, formò decine di pozze e, in alcune zone della conca, veniva fuori in grossi getti intermittenti, come i geyser.
Tutte le fonti dell'acqua di Agnano che, per secoli, erano rimaste sepolte sotto il lago, adesso tornavano di nuovo a brillare sotto il sole, mostrando uno dei bacini idrici più ricchi del mondo. Furono contate settantacinque fonti, con acque tutte diverse l'una dall'altra e tutte con altissime qualità terapeutiche.Fu un ungherese, un certo Giuseppe Schneer, ad avviare a Napoli una campagna di utilizzazione delle acque di Agnano. Questo medico, decise di utilizzarle a fini terapeutici e, nel 1888, ottenne l'appoggio delle autorità cittadine, della classe medica partenopea, dei giornali e del mondo culturale.Nel 1904, furono costruiti i primi camerini in muratura e, nel 1909, fu costituita la società di gestione che realizzò i nuovi fabbricati tutti in stile liberty che diedero per la prima volta all'insieme l'aspetto di un vero stabilimento termale.
Dopo la prima guerra mondiale, fu realizzato il grande salone dei concerti e, nel 1931, il fabbricato per le cure dei fanghi mentre i camerini arrivarono a 270. Le Terme di Agnano sorgono adesso, dove prima c'era un lago, un lago immenso alle porte di Napoli.