Napoli

Colori, vita e storia di Piazza Carità.


Oggi, torniamo a passeggiare per una zona storica e centrale della città: ci ritroviamo, infatti, a ridosso di Via Roma e andiamo a guardare più da vicino un'altra importante piazza che interrompe, come altre, il percorso di questa importante arteria. Per chi, ad esempio, mediante la ferrovia circumflegrea o la Cumana, scendendo alla fermata capolinea di Montesanto, attraversa il colorato e vivacissimo quartiere omonimo, si ritrova, poi, ad approdare in una bella e luminosa piazza, Piazza Salvo d'Acquisto, meglio conosciuta come Piazza Carità (o largo della Carità e nel ventennio fascista piazza Costanzo Ciano).
Siamo, come già cennato, nel cuore del centro storico, a ridosso della Pignasecca e dei Quartieri Spagnoli, nonché all'inizio dell'omonimo Rione Carità che venne riveduto nella sua estensione tra gli anni trenta e cinquanta del secolo scorso secondo i piani di rinascita edilizia del regime fascista e della giunta Lauro.
In antichità, questo luogo, era un ritrovo mercatale dove vi si smeciavano prodotti commestibili e questo donava alla piazza, già allora, un'atmosfera sempre viva perché brulicante di persone dedite agli affari e alle merci. Poi, nel '500, fu eretta la Chiesa di Santa Maria della Carità che oggi possiamo ammirare con le fattezze di una chiesa dell'800 perché ristrutturata in quel periodo secondo le scuole di pensiero che allora predominavano.
Nello stesso secolo, il mercato che si svolgeva nella piazza, fu drasticamente ridimensionato per poi essere spostato per lasciare spazio, nel 1887, al monumento dedicato a Carlo Poerio, scolpito da Tommaso Solari. Monumento che, insieme ad altri, fu spostato in occasione della visita di Adolf Hitler a Napoli nel 1938 e collocato in piazza San Pasquale a Chiaia e mai più mosso da lì. Magra consolazione il fatto che la statua si trovi proprio nella piazza in cui termina la via intestata al Poerio.In compenso, piazza Carità, fu adornata dal discusso monumento ad un altro eroe, Salvo D'Acquisto, opera della scultrice napoletana Lidia Cottone. Questo, venne inaugurato nel 1971 alla presenza dell'allora presidente del consiglio Emilio Colombo. Si decise di rinominare la piazza in onore del vice-brigadiere eroe nazionale, ma la decisione non fu mai ratificata. Per questo molti napoletani, credendo di essere corretti, chiamano ancora oggi erroneamente piazza Carità piazza Salvo D'Acquisto. Bisogna aggiungere che all'eroico e indimenticabile carabiniere, fu intitolata una strada dell'Arenella, tra via Matteo Renato Imbriani e Piazza Enrico De Leva, dove abitava la famiglia.
Comunque, Piazza Carità, nel periodo fascista, subisce grandi rinnovamenti architettonici e altre aggiunte che la resero, poi, molto simile a come siamo abituati a vederla oggi: fu, infatti, eretto il palazzo dell'INA dove sorgeva quel che rimaneva del mercato di commestibili. Altri progetti, prevedevano lì la costruzione del Palazzo della Provincia che, però, fu poi costruito nella vicina Piazza Giacomo Matteotti. Come già cennato, Piazza Carità nel periodo fascista fu intitolata fino alla caduta del triste regime, a Costanzo Ciano, genero del Duce.
Il monumento a Salvo D'acquistoLa prevista fermata della linea 1 della metropolitana che avrebbe avuto lo stesso nome della piazza, in seguito alla variante del percorso che avrebbe portato la linea 1 a piazza del Municipio, venne spostata più a sud, tra Via Toledo e Via Armando Diaz, all’altezza del Palazzo della BNL. Nonostante ciò, la piazza è interessata dalla costruzione di opere tecniche di supporto alla stazione e alle gallerie che la raggiungono. Questi lavori sono stati terminati di recente dopo quasi sei anni, e hanno donato alla cittadinanza una piazza ordinata e rinnovata nell’arredo urbano, già riqualificato in occasione della pedonalizzazione di via Toledo, ma compromesso dai cantieri aperti pochi anni dopo.Piazza Carità vede incrociare nel suo slargo, oltre a Via Toledo, che la interseca verticalmente, a partire da nord in senso orario, via Mario Morgantini, via Cesare Battisti, costruita nell’ambito del primo risanamento della zona, Via Giuseppe Simonelli. Quest'ultima, anticamente veniva chiamata vico Chianche alla Carità, per via delle chianche (cioè le panche) su cui i macellai esponevano le loro carni. Vi sfociano, infine, via San Liborio e via Pignasecca.A nord-est, in via Morgantini c’è l’ingresso alla caserma Pastrengo, una volta parte del complesso monastico di Monteoliveto. Ad est il già citato palazzo dell'INA, mentre dall’altra parte della piazza si ergono due importanti palazzi: palazzo Mastelloni e palazzo Trabucco (questo precisamente in via San Liborio), oltre alla Chiesa di Santa Maria alla Carità. Al centro della piazza, sorge l'ormai accettato monumento a Salvo D'Acquisto.