Napoli

Le origini e il mito di Partenope.


Napoli è una città antichissima. I resti della città antica sono stati rinvenuti e vengono rinvenuti continuamente un po' su tutto il territorio ma, in particolare, nelle zone dove i primissimi insediamenti presero consistenza.Finanche i recenti lavori per la nuova metropolitana, opera della quale parleremo in un capitolo a parte, ci hanno restituito testimonianze della antica Neapolis.Il mio amico Angelino, uno dei più bravi e impegnati cartolibrai del nordest italiano, ormai si è appassionato a questo blog. La sua puntualità nelle visite, il senso di soddisfazione che provo nel veder crescere il numero di visitatori anche se casuali e la passione che nutro per la mia città, sono tre grandissimi motivi che mi spingono a scrivere e a parlare di Napoli, a cercare di fare in modo che questo blog produca in tanti altri lo stesso interesse di Angelino ovvero, che riesca in qualche modo a far provare a tanti altri ammiratori della città partenopea, le stesse grandi emozioni che provo io nel descriverla.Ma andiamo per ordine.Quando e dove nasce Napoli? E quì dobbiamo per forza far divertire la nostra fantasia e niente meglio del mito riesce in questo intento.Secondo la leggenda, la nascita della città sarebbe da collegarsi ad una semidea marina, la bellissima Parthenope, che nelle vesti di sirena ammaliatrice, non riuscendo con il suo canto a convincere Ulisse ad abbandonare la sua nave e i suoi uomini e ad amarla, si lascia morire presa dallo sconforto. Il corpo della sirena, trascinato dalla corrente, si arena così sull'isolotto detto di Megaride, poi successivamente chiamato "del Salvatore", dove attualmente sorge il Castel dell'Ovo.Proprio in quel luogo e sulla spiaggia di fronte all'isolotto, nasce dunque Parthenope, il primo insediamento della città di Napoli.Ci sarebbe finalmente da chiedersi cos'è inteso con precisione per "sirena". Abbiamo sempre immaginato un essere fantomatico, donna dalla cintola in su e pesce nella parte inferiore del corpo. Personalmente, ho scoperto da poco che per "sirena" si intende un essere altrettanto fantomatico con caratteristiche fisiche di donna e di uccello. Mah, misteri della mitologia! Ma torniamo a Napoli e alle sue origini.Risale al IX secolo a.C. la fondazione, sull'altura del Monte Echia, della città antica detta Palaepolis mentre, quattro secoli dopo, vi è la nascita di un nuovo borgo insediativo nei pressi dell'odierna Spaccanapoli chiamata appunto Neapolis (nuova città). Quest'ultima mostra ancora ben leggibile l'originario tracciato delineato con rigore geometrico su un reticolo ortogonale di cardini e decumani, le antiche arterie cittadine.Anche la crescita urbana reale sembra continuare a seguire il tracciato antico e questo è confermato dalla veduta d'insieme che si ha, per esempio, dall'altura di San Martino. La città, seppur cresciuta a tratti in maniera disordinata, vista dal mare assume un aspetto elegante ed armonico, adagiata com'è sulla pianura che si apre ad arco sull'ampio golfo che la corona e, arrampicatasi nel tempo sulle colline che le fanno da cornice.E', quindi, la natura ad aver giocato un ruolo importante per Napoli offrendo uno scenario quasi unico e, a tratti, spettacolare. La sua cartolina per antonomasia ritrae la città inserita tra un pino e lo sfondo del Vesuvio che la sovrasta mentre, quasi tutte le altre grandi città mondiali eleggono un monumento come simbolo. Per Parigi si pensa alla Tour Eiffel, per Londra al Big Ben, per Roma alla cupola di San Pietro, per Sidney al Teatro dell'Opera, per New York al ponte di Brooklin e via dicendo.A Napoli basta se stessa, il suo mare, la sua posizione, le sue vedute. A conforto di ciò, lascio parlare chi Napoli se l'è goduta circa due secoli fa con l'occhio del visitatore emozionato ma esperto, disincantato ma capace di analisi profonde e di proporre paralleli con altri luoghi visitati. Ecco come descrive Napoli nel suo "Viaggio in Italia" il Goethe: "Man mano che ci avvicinavamo a Napoli, l'atmosfera si faceva sempre più pura; ormai ci trovavamo davvero in un'altra terra. Le case dai tetti piatti ci annunziano la diversità del cielo, anche se all'interno non devono essere molto comode. Tutti sciamano per la strada, tutti siedono al sole finché non cessa di splendere. Il napoletano è convinto di avere di per sé il paradiso e si fa un'idea ben triste delle terre del settentrione (...).Se nessun napoletano vuole andarsene dalla sua città, se i poeti celebrano in grandiose iperboli l'incanto di questi siti, non si può fargliene carico, vi fossero anche due o tre Vesuvi nelle vicinanze. Qui non si riesce davvero a rimpiangere Roma; confrontata con questa grande apertura di cielo la capitale del mondo nella bassura del Tevere appare come un vecchio convento in posizione sfavorevole". (...)