I miei lettori più affezionati stanno aspettando con ansia questa finestra su uno dei luoghi contemporaneamente, più affascinanti e più misteriosi di Napoli. Un luogo che non trova eguali per l'alta concentrazione di opere d'arte in uno spazio, tutto sommato, non molto ampio, dove si respira ancora la stessa atmosfera, si vive la stessa emozione che viveva il visitatore dei secoli passati. Ma, soprattutto, si sente un brivido correre lungo la schiena soffermandosi ad ammirare le sculture, gli affreschi, le lapidi e quant'altro è conservato in queste sale avvolte dalla metafisica e dal mistero. Venite con me in questo viaggio affascinante e sono sicuro che Napoli e i suoi tesori vi inebrieranno a tal punto da non poter fare a meno di andarli a visitare.Avevo poco più di tredici anni quando, per la prima volta, insieme a mio padre che nutriva un grande amore per Napoli, visitai la Cappella di San Severo. Ricordo che ne avevo sentito parlare a scuola come di un luogo permeato di un'atmosfera misteriosa; si discusse di quello che fu il proprietario, il già descritto principe di San Severo, le sue strane passioni, le sue vicissitudini con il Vaticano, i suoi esperimenti. Si era parlato anche di alcune opere conservate presso la cappella che trasmettevano all'ignaro visitatore una strana sensazione di inquietitudine.La Cappella di San Severo è un autentico capolavoro di arte ermetica entrata nella storia grazie proprio alle ossessioni da cui, probabilmente, era turbato il suo proprietario Raimondo di Sangro. Per raggiungerla bisogna addentrarsi nel dedalo dei vicoli del centro antico di Napoli, quel meraviglioso incrocio di antichi decumani e cardines che propongono, ogni cento passi, una chiesa dalle meravigliose fattezze, un obelisco, un monumento, un palazzo storico e tutto ciò fra cornetti giganteschi e prelibati babà, negozi di porcellane di Capodimonte, pastori per presepi, sfogliatelle, le immancabili pizze "a portafoglio" e l'odore onnipresente di caffè che accompagna lungo tutti i tragitti.All'altezza di Piazza San Domenico Maggiore, di fronte all'obelisco che ricorda le migliaia di bambini napoletani morti durante le ricorrenti pestilenze, c'è il palazzo del principe di Sangro. Svoltato l'angolo ci troviamo a faccia a faccia con la Cappella di San Severo. Non potevo immaginare la straordinarietà dello spettacolo che stavo per ammirare. Come già dicevo prima, la chiesetta non è molto grande e quando si entra non ci si rende tanto conto di quanto ci sta per proporre.Poi, dopo la titubanza iniziale dovuta ad uno sguardo fin troppo riassuntivo che inizialmente sei costretto a gettare nella cappella, ecco che inizi a concentrarti sui tanti capolavori che si susseguono intorno senza pausa.Viene spontaneo guadagnare il centro della sala per ammirare quella che possiamo definire una delle opere scultoree più incredibili che mai si sia avuto l'opportunità di ammirare: il Cristo Velato.
I grandi misteri di Napoli: la cappella di San Severo.
I miei lettori più affezionati stanno aspettando con ansia questa finestra su uno dei luoghi contemporaneamente, più affascinanti e più misteriosi di Napoli. Un luogo che non trova eguali per l'alta concentrazione di opere d'arte in uno spazio, tutto sommato, non molto ampio, dove si respira ancora la stessa atmosfera, si vive la stessa emozione che viveva il visitatore dei secoli passati. Ma, soprattutto, si sente un brivido correre lungo la schiena soffermandosi ad ammirare le sculture, gli affreschi, le lapidi e quant'altro è conservato in queste sale avvolte dalla metafisica e dal mistero. Venite con me in questo viaggio affascinante e sono sicuro che Napoli e i suoi tesori vi inebrieranno a tal punto da non poter fare a meno di andarli a visitare.Avevo poco più di tredici anni quando, per la prima volta, insieme a mio padre che nutriva un grande amore per Napoli, visitai la Cappella di San Severo. Ricordo che ne avevo sentito parlare a scuola come di un luogo permeato di un'atmosfera misteriosa; si discusse di quello che fu il proprietario, il già descritto principe di San Severo, le sue strane passioni, le sue vicissitudini con il Vaticano, i suoi esperimenti. Si era parlato anche di alcune opere conservate presso la cappella che trasmettevano all'ignaro visitatore una strana sensazione di inquietitudine.La Cappella di San Severo è un autentico capolavoro di arte ermetica entrata nella storia grazie proprio alle ossessioni da cui, probabilmente, era turbato il suo proprietario Raimondo di Sangro. Per raggiungerla bisogna addentrarsi nel dedalo dei vicoli del centro antico di Napoli, quel meraviglioso incrocio di antichi decumani e cardines che propongono, ogni cento passi, una chiesa dalle meravigliose fattezze, un obelisco, un monumento, un palazzo storico e tutto ciò fra cornetti giganteschi e prelibati babà, negozi di porcellane di Capodimonte, pastori per presepi, sfogliatelle, le immancabili pizze "a portafoglio" e l'odore onnipresente di caffè che accompagna lungo tutti i tragitti.All'altezza di Piazza San Domenico Maggiore, di fronte all'obelisco che ricorda le migliaia di bambini napoletani morti durante le ricorrenti pestilenze, c'è il palazzo del principe di Sangro. Svoltato l'angolo ci troviamo a faccia a faccia con la Cappella di San Severo. Non potevo immaginare la straordinarietà dello spettacolo che stavo per ammirare. Come già dicevo prima, la chiesetta non è molto grande e quando si entra non ci si rende tanto conto di quanto ci sta per proporre.Poi, dopo la titubanza iniziale dovuta ad uno sguardo fin troppo riassuntivo che inizialmente sei costretto a gettare nella cappella, ecco che inizi a concentrarti sui tanti capolavori che si susseguono intorno senza pausa.Viene spontaneo guadagnare il centro della sala per ammirare quella che possiamo definire una delle opere scultoree più incredibili che mai si sia avuto l'opportunità di ammirare: il Cristo Velato.