Napoli

Le Due Sicilie: il regno dei records.


Siamo vicini all'inizio delle Olimpiadi e, di conseguenza, i nostri pensieri si spostano alla manifestazione sportiva più importante a livello planetario, ai records che verranno sfidati e alla speranza che questi primati possano essere battuti, soprattutto da qualche nostro atleta.Fà inevitabilmente parte delle ambizioni dell'essere umano la naturale tentazione di confrontarsi con se stesso, di cercare ogni volta di misurarsi e, se possibile, superarsi. E' così nello sport ma, è così anche in altri settori per i quali l'umanità ha sempre cercato l'allungo del passo, la fuga vincente, la chiave di volta per risolvere problemi collegati alle guerre o a qualche malattia da debellare, la scoperta o l'invenzione che ha permesso di facilitare il lavoro e la vita a milioni di individui.Ma nell'ex Regno delle Due Sicilie quanti e quali sono stati i records e i primati? Napoli e il suo Regno hanno mai contribuito a regalare all'umanità qualche nuova speranza, nella scienza come nella finanza, nella ricerca come nella tecnologia, nello sport come nell'economia?
Ho provato a fare una ricerca a 360 gradi e mi sono ritrovato di fronte a notizie che già conoscevo ma anche di fronte a clamorose sorprese. Proviamo a ricapitolarle e a leggerle insieme, credo che anche voi ne rimarrete stupiti.Cominciamo con il 1735: viene assegnata a Napoli, per la prima volta in Italia, la Cattedra di Astronomia. Il titolare diventa il matematico Pietro De Martino. Nel 1754 è la volta del salernitano Antonio Genovesi cui viene affidata, per la prima volta nel mondo, la cattedra di Economia dell'ateneo napoletano.
Antonio GenovesiNel 1781, il Regno adotta il Primo Codice Marittimo nel mondo, opera di Michele Jorio; un anno dopo, nel 1782 ci fu il primo intervento in Italia di Profilassi Anti-tubercolare e nel 1789 la prima assegnazione di "Case Popolari" in Italia, per la precisione a San Leucio presso Caserta dove fu anche istituita per la prima volta l'assistenza sanitaria gratuita. Arriviamo così al 1801 e, proprio in quell'anno venne istituito a Napoli il Primo Museo Mineralogico del mondo che attualmente ha sede nella prestigiosa Biblioteca settecentesca del Collegio Massimo dei Gesuiti in Via Mezzocannone.E' invece del 1813 l'istituzione del Primo Ospedale Psichiatrico italiano con il Reale Morotrofio edificato ad Aversa.Poi arrivarono i problemi collegati alle rivoluzioni e ai moti e, successivamente, ci fu la restaurazione e nel Regno - che intanto assunse definitivamente la denominazione "delle Due Sicilie" - ci furono altri momenti importanti.Nel 1818 fu varata la prima nave a vapore nel mediterraneo, la "Ferdinando I". Un anno dopo nel 1819 fu fondato il Primo Osservatorio Astronomico in Europa a Capodimonte che, ancora oggi, risulta l’unica "struttura di ricerca" permanente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica che insiste sul territorio peninsulare del nostro Paese a sud di Roma.Come tutti sanno, i confini del Regno includevano territori che, con l'istituzione delle Province e delle Regioni, sono stati sottratti ad alcune di esse ed assegnate ad altre. E' il caso del basso Lazio. Quelle località, da Cassino a Gaeta, da Minturno ad Aquino, da Itri a Sora alle isole Ponziane, sono sempre appartenute al Regno di Napoli ed oggi sono nel Lazio suddivise fra le province di Frosinone e Latina.A mio avviso, chi - a suo tempo - ha istituito le province e le regioni, ha tenuto conto molto flebilmente della storia di queste località ed ha commesso un errore a non lasciarle al loro naturale collegamento storico con le altre località, con le quali hanno condiviso eventi e fatti per secoli. Oggi, infatti, il confine fra la Campania e il Lazio è segnato dal corso del fiume Garigliano che, invece, anch'esso apparteneva del tutto al Regno. E fu proprio su questo fiume, nel 1832, che fu costruito il primo ponte sospeso in ferro in Europa continentale, il Ponte "Real Ferdinando".
 E', invece, del 1836 l'istituzione della prima Compagnia di Navigazione a vapore nel Mediterraneo mentre, dopo soli tre anni, nel 1839, arriva il capolavoro di quei tempi: la prima Ferrovia italiana, tratto Napoli-Portici, poi prolungata fino a Salerno e a Caserta e Capua.Intanto, sulla scia di quanto accadeva in altre parti d'Europa, soprattutto in Inghilterra, nel 1840 venne creata la prima Fabbrica Metalmeccanica d'Italia per numero di operai (1050), esattamente a Pietrarsa presso Napoli. Ma intanto, la vicinanza di un vulcano come il Vesuvio e la presenza di ben altri tre vulcani attivi presenti sul territorio nazionale, spingeva il Regno verso un'altra importante scelta: l'istituzione nel 1841 del primo Centro Vulcanologico nel mondo, proprio presso il Vesuvio. La Marina Militare non stava a guardare e, nel 1843 fu varata a Castellammare di Stabia la prima Nave da guerra a vapore d'Italia, la pirofregata "Ercole" e nel 1845 a Pietrarsa fu costruita la prima locomotiva a vapore. E' dello stesso anno l'istituzione del primo Osservatorio Meteorologico italiano, proprio alle falde del Vesuvio.
Il 31 luglio 1852, invece, è il giorno dell'inaugurazione del primo Telegrafo Elettrico in Italia e, nello stesso anno fu inaugurato anche il primo Bacino di Carenaggio in muratura in Italia nel porto di Napoli. L'anno dopo, nel 1853 per la prima volta dal Mediterraneo parte un piroscafo per l'America; si tratta del "Sicilia" della Società Sicula Transatlantica di Salvatore De Pace. Il suo viaggio durerà 26 giorni prima di approdare dall'altra parte dell'Atlantico. Nel 1860, quella del Regno diventa la Prima Flotta Mercantile d'Italia (seconda flotta mercantile d'Europa) e prima Flotta Militare (terza flotta militare d'Europa). Intanto, l'Industria Navale di Castellammare di Stabia diventa la più grande d'Italia per numero di operai impiegati, ben 2000. In quell'anno, il Regno delle Due Sicilie, diventa il primo tra gli Stati italiani per numero di Orfanotrofi, Ospizi, Collegi, Conservatori e strutture di Assistenza e Formazione. Il collegio militare "Nunziatella", istituito nel 1787, il più antico Istituto di Formazione Militare d'Italia ed uno dei più antichi del mondo, diventa un collegio di prestigio riconosciuto a livello europeo.
Poi è arrivata l'unità d'Italia che, a mio avviso, è stato un grande momento di storia per un popolo che sentiva il bisogno di unirsi. Purtroppo, come spesso accade in queste circostanze, c'è chi ci guadagna e chi ci perde qualcosa. Diciamo che il nostro meridione, quel territorio meraviglioso che veniva definito "Reame" come quelli delle fiabe, il luogo più ambito dai viaggiatori dell'epoca e più raccontato per le sue delizie, le caratteristiche dei suoi abitanti, i suoi indimenticabili posti, non ha guadagnato moltissimo da quella unione.I motivi sono numerosi e in poche righe non si possono certo elencare tutti, nè è mia intenzione giustificare le tante anomalie che affliggono il nostro Sud. Fatto sta, che quanto ho cercato molto umilmente di ricordare in questo post, oggi, viene svilito da una condizione che, a volte, fà rimpiangere di aver aderito all'Unità d'Italia.E' ovvio che poi, ragionando, ci si convince che non si poteva e doveva fare altrimenti ma, non credo che lo stesso Garibaldi avrebbe tanto insistito nella sua opera, se avesse solo immaginato le tante ferite inferte a questa spettacolare parte d'Italia dagli eventi sopraggiunti dal 1861 ad oggi.