Napoli

La nuova "city" di Napoli: il Centro Direzionale.


Sono nato nel quartiere della Vicaria, di cui un giorno, in un post che vorrei proporvi, parlerò. La strada dove abitavo era Via Bari, una delle perpendicolari alla più importante Via Nazionale. Via Bari culmina, da un lato sul Corso Novara e dall'altro in una largura denominata Piazza Salerno.Quando ero ragazzino Piazza Salerno era - come per un altro centinaio di piccoli abitanti del quartiere - il campo di calcio locale. Al centro di questa piazza, di sera poco trafficata, vi era una vecchia costruzione, cinta da un muro abbastanza alto che si interrompeva per far posto al cancello d'ingresso, alto anch'esso. Oltre il cancello, faceva bella mostra di sè un giardino e, al centro delle due aiuole principali, vi era la presenza maestosa di due imponenti pini, sui rami dei quali, spesso, andavano definitivamente ad incastrarsi i nosti palloni "super santos" fra la disperazione di tutti i partecipanti.La casa al centro del giardino era molto bella e abitata da un distinto signore che vedavamo di sfuggita entrare la sera quando noi iniziavamo a giocare. Dovrei aggiungere che eravamo anche diventati esperti a scavalcare il cancello d'ingresso per recuperare il pallone quando questo finiva fra i cespugli del giardino. Una sera toccò a me andare a recuperarlo e mi ritrovai, per la prima volta in vita mia, a diretto contatto con due occhi attenti e due fauci pronte a sbranarmi. Il proprietario di questo armamentario era uno splendido pastore tedesco il cui hobby principale era tenere lontano ragazzini come me e addentare tutti i palloni che gli capitassero a tiro. Il mio lo esibì, sgonfio, tra i denti, qualche minuto dopo, fra lo sconforto generale.
Ma torniamo a Piazza Salerno. Chi va oggi da quelle parti, pur impegnandosi nella ricerca, non troverà traccia alcuna di quanto ho descritto. Oggi, Piazza Salerno, fà da ingresso ad un complesso di edifici e palazzi ultramoderni, è completamente pedonalizzata e, al centro di essa è stata collocata una fontana ornamentale che spruzza una serie di zampilli. Siamo all'ingresso del Centro Direzionale di Napoli.
Edifici avveniristici, incredibili grattacieli, lo sfortunatissimo Palazzo di Giustizia "vittima" di più di un incendio e più volte "rivisitato" in corso d'opera per ottenere, alla fine, una costruzione completamente diversa dal progetto originario. E poi palazzoni alti, destinati ad abitazioni, aiuole protette da enormi contenitori di granito, ampi viali centrali e laterali completamente pedonalizzati mentre, il sistema viario con circolazione degli autoveicoli è presente in tutto il sottosuolo, circa 40 metri più in basso.Questo polo sorge su un'area di 110 ettari e risulta essere facilmente raggiungibile in treno per la presenza delle vicine stazioni dei treni nazionali, della Circumvesuviana e della metropolitana e in aereo perché è a pochi minuti dall'aeroporto di Capodichino.
Nel 1975 venne elaborato un piano di massima cui seguirono varie revisioni dovute anche agli adeguamenti antisismici dopo il terremoto del 1980, e con una rielaborazione conclusiva dell'urbanista giapponese Kenzo Tange.L'area è divisa in diciotto isole, e le costruzioni si classificano in due categorie: piastre, di altezza inferiore ai 25 metri e più numerose e torri, alte tra 50 e 100 metri, costituenti il 15% delle strutture.Lungo l'asse centrale, si snodano uffici e, all'interno dei lunghi porticati, negozi; il percorso è vivacizzato da altre fontane, arredi, panchine, zone di verde.Vicino al Palazzo di Giustizia, invece, si trova la stazione della Circumvesuviana e in futuro anche quella della Linea 1 della metropolitana e della Alifana. E' previsto nel progetto anche un complesso interamente dedicato allo sport che però è ancora in una fase embrionale e sarà destinato per lo più ad aree attrezzate, a verde pubblico, ad impianti per il tempo libero e a servizi di pubblica utilità.Nel Centro Direzionale, passeggiando per gli ampi viali di cui parliamo, fra questi grattacieli vetro e cemento che si alzano temerari e noncuranti dei vecchi quartieri a due passi da essi, quasi non sembra più di essere a Napoli, la Napoli che ormai sono abituato a raccontarvi. Qui l'atmosfera è senz'altro più moderna ma, nel contempo, più fredda, senza poesia.Gettando lo sguardo intorno subito vengono inquadrate due altissime torri, là sulla stessa area in cui sorgeva la bella villetta, ormai demolita, ed il suo silenzioso giardino: sono le cosiddette "torri gemelle" dell'Enel, che, disposte ad angolo tra di loro, costituiscono una sorta di portale di accesso.Sul lato destro, invece, svettano le torri della Telecom, anch'esse gemelle. Altri edifici rilevanti del Centro sono la palazzina dell'IMI, le torri della Regione Campania e della Napoletanagas, il già citato Palazzo di Giustizia e la modernissima chiesa dedicata a San Carlo Borromeo e progettata da Pierluigi Spadolini.Infine, vi è una serie di palazzine abitative, queste ultime con una struttura meno futurista e più mediterranea.
Ci vado spesso al Centro Direzionale, quando sono a Napoli, perché vado a trovare la mamma che abita ancora lì, in quel palazzo di inizio novecento, in Via Bari, quella Via Bari che finiva in una piazza, Piazza Salerno, dove un gruppo di ragazzini, un po' di tempo fà, giocava a pallone. Oggi, quei ragazzini sono uomini e la piazza dove giocavano regala loro solo tanta nostalgia, mentre una lacrima solca gli zigomi prima di essere cancellata dal gesto rapido della mano.