Napoli

Un rione fra arte, storia e malavita: la Sanità.


Anticamente, proprio ai piedi della collina di Capodimonte, vi era un avvallamento, uno dei tanti "valloni" formatisi alle pendici delle colline sulle quali si è edificata Napoli. Proprio alle falde della collina di Capodimonte, dove prima c'era il vallone, oggi sorge uno dei rioni del centro storico della città: il rione Sanità.
Esso, fu edificato alla fine del XVI secolo e oggi, è una delle zone più popolari di Napoli, scosso da faide di camorra, per molti simbolo del degrado, ma dove a convivere con il degrado vi è la bellezza di chiese e monumenti, così come spesso accade a Napoli e così come ci ha abituati questa città attraversandola in lungo e in largo anche solo attraverso questo blog.
L'emarginazione, in questo quartiere è particolarmente elevata, così come la disoccupazione o la sotto-occupazione, nonostante le potenzialità storico-culturali del rione. Il "clan"rappresenta, di conseguenza, un'alternativa di vita per molti, e continua ad attrarre parte dei ragazzi che abbandonano la scuola dell'obbligo in cerca di facili guadagni e affermazione sociale.
Fortunatamente, alcune associazioni di volontariato, culturali e sociali che operano nel rione, si sono costituite in rete per provare a costruire migliori condizioni di vita stimolando il senso civico e creando opportunità di uscita dal degrado per le persone del quartiere.Importante, è anche la presenza sul territorio di due parrocchie, quella di S. Maria della Sanità e quella di S. Severo, che riescono ad esprimere da anni una notevole vivacità, nel tentativo di superare i divari socio-culturali e di porsi come "attrattore" per alternative occupazionali.
Ma cos'è, in effetti, oltre alle amare realtà attuali, il rione Sanità?
Chi si ritroverà a visitarlo, fra vicoli e panni stesi, fra motociclette sui marciapiedi e bancarelle, resterà meravigliato. Esso, infatti, ospita catacombe e basiliche paleocristiane come quelle di San Gennaro, San Gaudioso e San Severo oltre al celebre ossario del Cimitero delle Fontanelle di cui abbiamo già trattato in un precedente post, il cimitero della anime pezzentelle, le anime perdute dei "morti senza nome".
Il cuore del rione è rappresentato dalla Basilica di Santa Maria della Sanità detta pure di San Vincenzo alla Sanità, anch'essa già descritta in un post precedente. Un complesso meraviglioso ricco di opere d'arte che porta il visitatore in una realtà che sembra impossibile, a tratti, poter essere ospitata da un degrado così vicino, appena fuori il portale.Ma nel quartiere, non possiamo fare a meno di visitare Via Santa Maria Antesaecula, dove, al civico 109, è nato Antonio de Curtis, in arte Totò. Lo stesso quartiere, ha visto battezzare il più santo dei napoletani e il più napoletano dei santi: Alfonso Maria de' Liguori. Nel rione aveva la sua dimora anche l'architetto Ferdinando Sanfelice, noto per la sua architettura barocca, autore della Cappella del Tesoro di San Gennaro, Palazzo Serra di Cassano, il portale di Palazzo Filomarino, il meraviglioso altare della Basilica di Santa Chiara e tanti altri lavori commissionati a Napoli e in tutto il Regno.
Nel rione Sanità sono stati anche girati un gran numero di film tra cui vale la pena di ricordare "L'Oro di Napoli"e "Ieri, oggi, domani", che hanno visto la partecipazione di grandissimi artisti come lo stesso Totò, Sophia Loren, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni.
Poiché, come dicevamo prima, il quartiere è costruito in una zona alle pendici di una collina, fu creato, nel 1937, un sistema di collegamente con il sistema viario sovrastante, mediante un ascensore: esso collega il rione Sanità al corso Amedeo di Savoia duca d'Aosta. L'impianto vide alcuni lavori di restauro e ammodernamento nel 1961, altri interventi nel 1971 e l'ultimo, il più recente, nel 2001. Il vano ascensori è in muratura e le cabine sono in acciaio con porte in ferro. Attualmente è in funzione.
Nel rione Sanità, hanno abitato i popoli a sud e ad est di Napoli, dagli africani ai cinesi, hanno transitato in carrozza papi, re e cardinali, qui le chiese non sono soltanto prodigiose gallerie ma case di accoglienza, di pace e di progettazione. È così che la vita segue un nuovo corso insospettabile, che ogni volta incanta e fa alzare la posta della speranza. L'intento è quello di permettere alla Sanità di riscattarsi e di mostrare a tutti il suo valore regalatogli e lasciatogli in dotazione dalla sua storia bimillenaria.Il bilancio delle risorse, dei talenti e delle virtù ha regalato e permesso di portare avanti tante idee, fra cui quella di destinare all'ospitalità non solo parte dei locali ma tutto il Rione con le sue Catacombe e le sue Basiliche. Ci si è accorti che si potevano fondere insieme l'amore per la cultura e l'attitudine all'accoglienza, creando posti di lavoro, occasioni di riscatto e di futuro soprattutto per i giovani della Sanità. Segni concreti per contraddire la critica staticità del presente.Come spesso accade a Napoli, non resta che sperare.