Napoli

A spasso nella Napoli "romana".


Le strade più importanti degli antichi accampamenti romani, erano indicate con il nome di "decumanus"; esse conducevano dalla porta anteriore a quella posteriore vale a dire che attraversavano il campo collegando la porta principale che veniva definita "Decumana", alla porta cosiddetta "pretoria" che prendeva il suo nome dalla tenda del pretore, che era montata sempre nei suoi pressi.Ma anche le vie che attraversavano le città romane da est a ovest, venivano chiamate decumanus e, anch'esse, avevano spesso una porta ad ogni estremità. Le vie perpendicolari ai decumanus venivano, invece, chiamate "cardini".
Diamo un'occhiata adesso alla Napoli "romana": essa presentava tre decumanus , il superiore, il mediano (maggiore) e l'inferiore. Il decumano superiore corrispondeva all'attuale tracciato di Via SS. apostoli, Via Anticaglia, Via Sapienza e culminava con Porta Carbonara mentre, sul lato opposto vi era Porta Romana.Il decumano maggiore è attualmente riprodotto da Via Tribunali fino a Piazza Bellini dove c'era la Porta Domini Ursitate che poi si chiamò Donnorso.Il decumano inferiore, infine, iniziava da Via Forcella con la porta Ercolanese e proseguiva sul tracciato di Via San Biagio dei Librai, fino alla Porta Puteolana all'angolo di Piazza San Domenico Maggiore.
Proprio in Via Anticaglia vi sono tutt'ora numerosi "avanzi" di costruzioni romane rappresentati da archi dopo il Vico Cinquesanti. Essi sono i resti delle grosse mura laterizie che costituivano il teatro romano.Questo teatro occupava tutta la superficie dove oggi troviamo Via San Paolo ad ovest, il Vico Gigante ad est, l'Anticaglia a nord e l'ex convento dei teatini annesso alla chiesa di San Paolo Maggiore a sud.
Altre testimonianze le troviamo in Via Tribunali con le due colonne corinzie che si stagliano davanti all'ingresso della chiesa di San Paolo Maggiore in Piazza San Gaetano.Ne vediamo solo due ma, originariamente, erano otto e sorreggevano il pronao del tempio di Castore e Polluce. Sulle rovine di questo tempio fu costruita la chiesa di San Paolo. Fu il terremoto del 1688 a far crollare sei delle otto colonne e a lasciare le attuali due superstiti.
I DioscuriSe poi scrutiamo attentamente le statue di San Pietro e San Paolo sull'attuale facciata della chiesa, ci accorgiamo che vi sono i dorsi dei Dioscuri che furono trovati tra le rovine del tempio pagano.Infine, in Via San Biagio dei Librai, una colonna romana la troviamo incastrata nello spigolo di un edificio all'angolo del Vico Figurari, di fronte alla Via San Gregorio Armeno.E' proprio vero: in qualsiasi momento, Napoli, può davvero regalarti la sensazione dell'eternità.