Napoli

La storia di Napoli: il Duca d'Ossuna e la morte di Vincenzo Storace.


Ogni viceré di quelli che hanno regnato a Napoli sotto l'egida Spagnola dal 1503 al 1707, viene ricordato per qualcosa, che sia un'opera, una rivoluzione, una fontana, un palazzo o un donativo (per quest'ultimo un po' tutti questi signori hanno fatto in modo da legare ad esso il proprio nome).
Pedro Tellez Giron duca di OsunaNel 1585, regnava il viceré Pedro Tellez Giron, duca di Osuna, il primo rispetto a quello che regnerà successivamente. Nella primavera di quell'anno accadde un fatto veramente drammatico collegato ai forti malumori della popolazione e agli avvenimenti sempre tumultuosi che si registravano nella capitale, costretta, insieme a tutto il Regno, a dover subire costrizioni e vessazioni che spesso superavano il limite della sopportazione.Quella primavera, ci fu penuria di produzione di grano ma, nonostante ciò, il viceré permise che ben 400.000 tomola (l'unità di misura dell'epoca) venissero trasferiti in Spagna e poiché bisognava far fronte al fabbisogno della capitale, furono importati numerose tomola dalla Sicilia. Questo non bastò e, il 7 maggio, il viceré decise di ridurre il peso della "palata" che sarebbe il pezzo di pane standard che ancora adesso così viene chiamato a Napoli.
Questa decisione, in effetti, voleva dire che il pane subiva un netto aumento del prezzo.A quei tempi, per fare in modo da avere qualcuno che rappresentasse il popolo di fronte al viceré, il popolo stesso sceglieva un suo rappresentante, il cosiddetto Eletto. L'eletto, in quell'occasione, era un certo Giovan Vincenzo Storace. Egli comprese l'errore di quella decisione e cercò di far capire al vicerè che bisognava revocare il provvedimento prima che questo producesse tumulti.Storace era sofferente per una malattia e si fece portare a Santa Maria la Nova per incontrare alcuni membri di una deputazione che sarebbe dovuta andare dal vicerè per discutere della questione.Intanto, però, a Napoli, i tumulti temuti già erano iniziati e i fornai avevano chiuso i propri negozi per paura di subire razzie e saccheggi. Lo Storace, si ritrovò ad avere a che fare proprio con un'orda di persone inferocite che cominciarono a malmenarlo durante il percorso "in seggia" ossia la portantina.Evidentemente, il fatto fu sottovalutato dallo stesso viceré che, venuto a sapere del pericolo che stava correndo l'Eletto, gli mandò in soccorso due funzionari della Vicaria. La folla, non appena si accorse della presenza dei due militari, anziché rabbonirsi, si inferocì ancora di più; alcune persone, aggredirono il povero Storace che venne tirato giù dalla seggia, prima malmenato brutalmente e poi letterlmente fatto a pezzi. Il suo cadavere fu trovato dilaniato.Quando tornò la calma cominciarono gli arresti e ne vennero fatti a centinaia. Poi, venne celebrato il processo da una giunta di giudici aventi autorità anche militare. Ci furono esecuzioni a decine con tutto il loro lugubre usuale. Fu abbattuta la casa di Giovan Leonardo Pisano, alla Selleria, reo di aver voluto che lo Storace fosse portato a Sant'Agostino. Sull'area vi fu sparso del sale e al posto della casa fu edificata un'edicola infamante nelle cui finestrine furono collocate mani e teste mozzate dei condannati.Questo sciagurato episodio, provocò la rimozione del duca di Ossuna che comunque governò fino al successivo novembre del 1586.