Giuseppe Cotta

Ricostruiamo la repubblica


In occasione del 10 marzo la Direzione Nazionale dell’A.M.I. riunitasi a Pisa, nella Domus Maziniana, ha elaborato un manifesto con il titolo riportato qui sopra partendo dall’esame del risultato delle elezioni dei giorni 24-25 febbraio ultimi scorsi che hanno evidenziato come sia doveroso e non più rinviabile il monito di Salvemini di trasformare le proteste in riforme.Questo noi lo chiamiamo Terzo Risorgimento. Dopo il risorgimento che ci ha portato all’unità d’Italia e quello, il secondo, che iniziato l’otto settembre 1943 ci ha portato al 25 aprile 1945, poi all’Assemblea Costituente, quindi al referendum e alla promulgazione della Costituzione che istituiva la Repubblica Italiana, una e indivisibile, fondata sul lavoro, noi siamo convinti che occorra un Terzo Risorgimento; senza armi, senza guerra civile, senza dittature ma con la stessa fermezza con la quale i nostri nonni e i nostri padri si sono opposti agli occupanti l’Italia prima e alla dittatura come alla incapacità monarchica di gestire la Nazione. Da Mazziniani dobbiamo batterci per riaffermare la nozione di Popolo, che non può diluirsi nella cittadinanza titolare di diritti, perché in tal modo si dimenticano i doveri. Da Mazziniani dobbiamo ricostruire la Repubblica impegnandoci per gli obiettivi fondamentali che sono stati indicati nel manifesto programmatico, ma soprattutto promuovere una riflessione nell’opinione pubblica per salvaguardare la democrazia costituzionale e la scelta europea, a cominciare dai seguenti principi:1.La politica non è una cosa sporca ma la più nobile espressione morale.2.Il Parlamento, non è un covo di ladri, ma il garante della libertà di ogni singolo cittadino.3.Lo Stato si moralizza riducendo la burocrazia e combattendo il corporativismo e non demonizzando il pubblico né criminalizzando il profitto.4.Il disboscamento dei privilegi a tutti i livelli deve rapidamente riaprire ai giovani le vie dello studio e del lavoro, ampliando al tempo stesso i diritti civili.5.L’Europa è la sola speranza per l’Italia da concretare non solo accettando i sacrifici, ma progettandone il futuro. Ancora una volta, dobbiamo ripetere che l’Italia si salverà solo grazie alla rinascita della politica. Negli ultimi decenni,abbiamo avuto non troppa politica, ma troppo poca! Tanto che gli spazi istituzionali, complici i promotori degli attuali sistemi elettorali nazionali e locali, sono stati riempiti da soggetti non solo inadeguati, ma sostanzialmente privi di legittimazione rappresentativa (liste elettorali composte dai padroni del partito, della coalizione, del movimento).Ci siamo illusi che bastasse riformare la legge elettorale o peggio modificare la Costituzione per indurre un’evoluzione del sistema politico, che fosse in grado di governare una società post-moderna, dimenticando che invece solo l’educazione e la coscienza, individuali e collettive, possono determinare una selezione efficiente della classe politica e portare alla moralità politica.La sottrazione al corpo elettorale della scelta dei propri rappresentanti ha accentuato il sentimento di estraneità verso il cosiddetto palazzo portandolo ad un punto ormai talmente critico da poter essere di non ritorno.L’Italia è in una così grave crisi che appare senza uscita non solo per la corruzione e l’inadeguatezza della classe politica, ma anche e soprattutto perché quest’ultima ha fatto scelte sbagliate di governo ovvero non ne ha proprio fatte rinviando i problemi.Ma come uscire oggi dalla crisi? Occorre prendere atto che le elezioni non hanno dato un risultato di governo e che hanno semplicemente perpetuato gli irrisolti equilibri della precedente legislatura, dal momento che non si sono presentate offerte politiche nuove. Occorre prepararle e ci vuole tempo. I partiti devono probabilmente scomporsi e ricomporsi per consentire alla maggioranza riformista che esiste nel Paese, ma è divisa nei vari poli, di esprimersi elettoralmente. Non sembra che da questo Parlamento possa venire fuori quella serie di riforme di cui abbiamo bisogno. Non basta improvvisare una lista pescando qua e là. Ci sembra invece che da tutte le parti ci si prepari ad una nuova campagna elettorale che rischia di essere altrettanto disastrosa, se non cambia appunto, e radicalmente, l’offerta politica. Già prima della nascita dell’ultimo esecutivo, abbiamo chiesto un governo di salute pubblica in cui i capi di tutti i partiti si assumessero direttamente responsabilità ministeriali per riformare la legge elettorale e riavviare l’economia, oltre che per onorare gli impegni europei ed internazionali. Ne ribadiamo la drammatica necessità per non tornare a votare al buio, o meglio al chiarore della vittoria di Cinque Stelle.La conclusione è davanti agli occhi di tutti con la conquista della centralità della scena politica da parte del Movimento Cinque Stelle che spaventa non solo per il consenso raggiunto ma anche per quello maggiore che potrebbe in futuro ricevere. Questo successo era naturalmente prevedibile anche perché in linea con analoghe esperienze di altri paesi europei, ma non in queste proporzioni e con queste ricadute. Giuseppe CottaSocio isolato AMI Nazionale Fonti: www.associazionemazziniana.it            Pubblicato su L'Alassino del mese di aprile