VIOLANTE

E' proprio vero ciò che dici; interpretiamo sempre la notte del 31 dicembre come se fosse un taglio netto tra vecchio e nuovo, invece il fiume scorre sempre, con le sue "magre" e le sue "piene" ... auguro anche a te di saper cogliere i cambiamenti per il loro lato positivo, quando c'è. Un saluto e un abbraccio, Mau.

Twin picks. green peace, beverly hills, ilibù !! non ti conoscevo sotto questo profilo, ... ritornata alla grande, ... buon anno, Mau

Monsieur le tue orecchie son tutto fuorchè stanche,anzi direi sempre molto attente e vivaci...in questo caso posso aver regalato loro un momento di piacevole vibrazione e relax.

Questa si che è musica per le mie stanche orecchie!! Ma Dame, stai migliorando!! bacio e un inchino.

Ti ringrazio Carmen...finiamolo bene e ricominciamolo meglio!

Bentornata!Quale modo migliore di finire ed iniziare un nuovo anno?Auguri di cuore!Carmen

Era ora!!

violante ci manchi, quant'è lunga ancora questa pausa? a presto, Mau

Sei in standby temporaneo,spero,e non per motivi gravi!Altrimenti premo un tasto e accendo.. A presto:-)

Allora, cara Violante … che bell'incontro profondo e stimolante quello con le tue riflessioni! Certo che 'riflettere e ragionare su sè', 'riflettere e ragionare sugli altri', 'gestire gli stati mentali problematici' sembrano operazioni che limitano la spontaneità, come tu scrivi, a vantaggio di un 'essere idonei'. Quel che credo di aver colto nei diversi ambiti che vado esplorando per trovare luce sui comportamenti/interazioni col/del mio prossimo (con un'interesse particolare per quello femminile) è che la preoccupazione per cui vale la pena impegnarsi non è tanto l'essere spontanei e perfetti, il riuscire bene nella 'interpretazione del personaggio' che vogliamo/dobbiamo essere, quanto riconoscere istante per istante 'chi' stiamo interpretando, con la libertà e la capacità di poter scegliere se cambiare o meno 'il copione'. In altre parole, scoprire quanto e come agiamo 'compulsivamente' senza possibilità di scelta, e come invece riuscire a fare istante per istante da 'terzo osservatore' di noi stessi, senza emettere giudizi (tanto più difficile quanto più ci sentiamo inadeguati per qualcosa), e riconoscendoci capaci di orientare il nostro agire.