Oleeeee'

Periferia


 Vorrei parlare di periferia o, meglio, delle scuole di periferia e, ancora più specificatamente, di quelle scuole professionali che cercano di insegnare un mestiere a quei ragazzi che non hanno fra le priorità i libri ma piuttosto fretta di lavorare per qualche soldo e per svariati motivi. Già, svariati motivi. Bisognerebbe ogni tanto osservare. Come diceva Hobbes qualche tempo fa, cominciare dal proprio quartiere o anche da un quartiere dove si passa per caso. Osservare le case, i negozi, le scuole. I cortili delle scuole. In certi cortili c’è il mondo. Ragazzini di ogni colore che tirano calci allo stesso pallone e ridono e si spintonano e fanno i duri nei loro giubbotti leggeri anche a gennaio. E le scarpe. Le scarpe per ogni stagione. Magari non troppo adatte per l’inverno e un po’ calde per l’estate ma, comunque, adatte. Ragazzini che il cellulare non ce l’hanno e il giubbino leggero a gennaio non è per fare i duri ma perché è uno, anche quello per ogni stagione. Osservare e comprendere come dietro a ciascuno di quei ragazzi, di qualsiasi colore sia, c’è una famiglia che fatica. La si può respirare quella fatica guardandoli. Tirare avanti una famiglia al giorno d’oggi non è cosa facile per nessuno e vivere in periferia, “di periferia”, un poco ai bordi, per questi ragazzi è un dato di fatto. Impariamo ad osservare e a cominciare da lì, da quello che vediamo.