In Cerca di Agata.

A Cosa Bisogna Credere?


Ed è solo una goccia quella che risplende in fondo a questo pozzo scuro e nero e senza speranza. Una goccia che mi dice ancora di lottare e credere che tutto non sia così spento, così vuoto.I ricordi, quelli più piacevoli, galleggiano e riscaldano, ma volano via alla prima distrazione. Il Natale, i regali, le parole sempre uguali, gli auguri scontati, tutto sembra accrescere la rabbia nei confronti di questo mondo così fasullo.Ed allora cerco, scavo all'interno del mio cervello e agogno quella pace che non otterrò mai in questa vita, ma almeno provo in tutti i modi ad inseguirla.Lei mi ama, me lo ripete continuamente... Io provo un bene difficile da spiegare a parole, ma in realtà fuggo. Cerco qualcosa che mi è stato tolto con rabbia e forza e presunzione. Qualcosa legato alla sfera dei sentimenti più profondi, qualcosa che non si può sostituire o rimpiazzare... E sembra che niente abbia più importanza.Il caffè sul fuoco dona piacevoli attimi di attesa, mentre sviscero il web in cerca di una notizia, di una minima infomazione, di piccole meduse viola arenate sul bagnasciuga.Agata è l'unico nome che mi possiede. A Tutti gli altri nomi che mi circondano chiedo umilmente scusa perchè Agata non ha neanche la più vaga idea che io la stia cercando, perchè aveva nove o dieci anni quando giocammo con le meduse ed io ne avevo soltanto otto e perchè così mi va. Scriverò di quello che sento, tra banalità e melassa e more e rabbia e marmellate di fichi, inseguendo una chimera dorata dal costume azzurro.