Cerco Lucia

COLONNE SONORE


 Se oggi dovessi descrivere cosa rappresenta per me la musica direi tra le tante cose unamacchina fotografica, di quelle però il cui rullino per essere sviluppato necessita di un  fotografo di quei fotografi lenti che consegnano i lavori dopo mesi. Ascolto musica ogni giorno mi accompagna in ogni momento della vita e bilancia i ricordi con le speranze…… ma nel 1988 non c’erano ricordi non c’erano foto da guardare, nel 1988 c’erano solo speranze e sogni da realizzare, la musica era lo sfondo colorato su cui disegnare. Avevo uno stereo rosso con una sola cassa, me  lo acquistò mio padre da uno di quei “vu cumprà” ambulanti che facevano il giro del paese con i loro carretti pieni di tappeti, accendini, cuffiette e qualche stereo. Si trattava di un mangia nastri (nel vero senso della parola ho ancora i crampi alle mani per quante volte con la penna bic ho arrotolato il nastro magnetico all’interno della cassetta) la marca non me la ricordo so che era pieno di difetti però era mio lo avevo voluto tantissimo e poi cosa da non poco aveva anche la funzione per registrare la radio, l’indimenticabile “Play-rec” da schiacciare contemporaneamente. Non ho mai amato ascoltare la radio a casaccio non mi andava giù l’idea che qualcun altro dovesse decidere per me cosa ascoltare quindi appena ho avuto lo stereo ho acquistato un po’ di cassette vuote e ci ho inciso su un sacco di canzoni registrate saltando da una stazione radio all’altra. Non le ho più quelle cassette o meglio le cassette le ho ancora ma ci registrai sopra così tante di quelle volte che credo di aver smagnetizzato il nastro. Durante l’estate del 1988 accendevo lo stereo il pomeriggio e la sera quando andavo a letto. Anche Lucia lo faceva, ascoltava anche lei tanta musica anche se prediligeva la radio o le compilation che gli procurava il fratello più grande registrate direttamente da alcuni deejay della zona, ed abitavamo così vicini che ad ogni impennata del volume corrispondeva una dedica e se poi proprio si voleva esser certi di far sentire una canzone allora si metteva lo stereo sul balcone e con buona pace del vicinato la musica arrivava sicuramente a destinazione infilandosi nei buchi delle tapparelle chiuse dal sole . Ho in mente tante canzoni che come mille fotografie ricostruiscono quella stupenda estate canzoni che come esseri mutanti son partite da una cassetta, hanno attraversto i compact disc e i computer ed ora son li in una Playlist sulla memoria del mio I-pod.Eros Ramazzotti “solo con te”Eros Ramazzotti “ti sposerò perché”Bros “drop the boys” when ….. be famous”Spagna “every girl and boys”Africa Bambata “reckless”Pet shop boys “domino dancing“Gush Patty “Etienne”Kim Wilde “you came”Eight Wonder “i’m not scared”Massimo Ranieri  “perdere l’amore” Dovendone però trovare due canzoni veramente significative ricordo sicuramente “different story” di Peter Shilling con la quale è iniziato tutto (conoscevo solo la canzone sentita proprio in una di quelle compilation che mi aveva prestato Lucia di quelle senza i nomi degli autori, e solo dopo tanti anni e tantissime ricerche son riuscito a conoscere l’autore ed il titolo si trattò infatti di una canzone che non ebbe molti passaggi in radio ma che vi consiglio di ascoltare perché bellissima) e “bad medicine” di Bon Jovi con la quale il nostro amore si è concluso e che ha traghettato i miei gusti musicali verso un suono più duro e rockeggiante ….un suono che come un’armatura metallica ha difeso il mio cuore da mille risentimenti.