CertePiccoleVoci

Nel nome del padre...


Tutti i papà hanno il loro fischio speciale, il loro richiamo speciale. Il loro modo di bussare Il loro modo di camminare. Il loro marchio sulla nostra vita. Crediamo di dimenticarcene, ma poi, nel buio, sentiamo un trillare di note e il nostro cuore si sente sollevato. E abbiamo di nuovo cinque anni: stiamo aspettando di udire i passi di papà sulla ghiaia del vialetto. Pam BrownE' verissimo...quando ero piccola, il fischio di mio padre attirava la mia attenzione come un richiamo...correvo subito ovunque fossi...Avevo un compito ben preciso: dovevo buttargli la chiave della cantina dove chiudeva la sua bicicletta quando tornava dal lavoro...ancora oggi mi chiedo per quale arcano motivo non si portasse dietro quella chiave...Da grande invece il suo richiamo era un insistente scampanellìo ogni volta che passava sotto il mio ufficio; non smetteva di scampanellare finchè non mi affacciavo...questa volta però era per salutarmi e per chiedermi se tutto era a posto...Non ha mai capito che, a volte, non potevo affacciarmi perchè magari ero in riunione o al telefono...Ecco, adesso di tanto in tanto mi sembra ancora di sentirlo quel campanello di bicicletta...e sicuramente mi affaccerei anche se avessi una riunione con Mattarella...Solo la perdita di una persona cara ci aiuta a capire quanto era importante nella nostra vita. In pochi riescono a cogliere l'importanza della presenza del padre prima che ci lasci per sempre... Rivorrei la spensieratezza di quei giorni in cui ero solo una bambina...invece il tempo sta fuggendo e mentre mi chiedo ora  dove sei, anzi dove siete tu e mamma, mi sembra di rovistare in un cassettone cercando attraverso la memoria il profumo dei  baci che mi sono mancati. Sì, erano profumati quei suoi rari baci perché lui amava profumarsi...Sono ricordi sparsi questi...frammenti che rimarranno impressi per sempre dentro di me mentre sono consapevole che lui non c'è più.Mio padre era del 1922...Era una persona segnata dalla vita, dalla guerra e dalla prigionia, da episodi che, periodicamente, raccontava...Erano sempre gli stessi ma ogni volta li ascoltavamo assorti...Da piccola avevo paura di questi racconti...E ogni volta che lui diceva la solita frase "Ci vorrebbe una guerra!" imprecando contro i tempi moderni, temevo che anch'io potessi trovarmi, come lui, nella condizione di dover mangiare la buccia delle patate per sfamarmi nel caso la guerra fosse tornata...Era un uomo alto, bello e onesto mio padre ma incapace di qualsivoglia manifestazione di affetto; ho poco di lui e non ero la sua figlia preferita. Lui adorava il figlio maschio mentre io diventavo ribelle...Aveva per me qualche riguardo soltanto perchè ero la più piccola e non ho mai avuto nemmeno un ceffone ma io mendicavo, speranzosa, una sua carezza...un segno del suo affetto di padre. Ora lo so che non poteva darmi ciò che lui, a sua volta, non ha mai avuto...Ho vissuto l'agonia della sua morte, della malattia che lo consumò in solo 8 mesi dalla morte di mia madre...Ho cercato di fargli festeggiare tutto per l'ultima volta...il suo ultimo Natale, il suo ultimo compleanno e la sua ultima festa del pàpà...ma di quella non si è proprio più reso conto; il giorno dopo ci ha lasciati...silenziosamente...Ci sono stati giorni in cui non vedevo l'ora che morisse. Non potevo vederlo in quelle condizioni...ascoltare le poche cose insensate che diceva...Non dimentico il giorno in cui morì anche lui...tutto si era fermato all'improvviso insieme al suo cuore...Mio padre, l'ultimo pezzo di famiglia, se ne era andato per sempre ed io sentivo il gelo del suo corpo mentre lo vestivamo di tutto punto...quasi dovesse andare ad un incontro galante. La notte prima della sua morte lo sognai, mi allungava le braccia e si allontanava sempre di più mentre io cercavo di corrergli dietro perchè non volevo che andasse via con il pigiama ma diventava sempre più irraggiungibile. Quando mi svegliai ero convinta che non fosse un sogno, era troppo nitida la sensazione di aver vissuto il tutto...Sono certa che quello fu il suo modo di venirmi a salutare per l'ultima volta...Era un uomo di altri tempi ed in questi quttro anni che non è più qui, pensando a lui, mi sono resa conto della sua forza, del suo carattere un pò brusco ma anche delle sue sfumature... L'ho amato? Forse non abbastanza, forse perché lo temevo un pò...non so...forse perchè è morto senza mai dirmi che era orgoglioso di me...Quando morì ero talmente confusa e destabilizzata...non mi ero nemmeno ancora ripresa dalla morte di mia madre che dovevo affrontare anche la sua. La mia vita era cambiata, mi sembrava di non avere più niente da fare...di non servire più a nessuno ma con la serenità nel cuore per aver fatto tutto quello che avevo potuto anche se, per certi aspetti, non lo avrebbe nemmeno meritato...Ma era mio padre, era anziano e vulnerabile e negli ultimi tempi qualcuno ha approfittato della sua vulnerabilità a mio discapito...ma io mio padre l'ho perdonato...lui sì. Oggi voglio bene a mio padre e sicuramente lo amo molto più di quanto lo abbia amato quando era in vita e quando penso a lui, a come sarebbe ora, lo vedo meno distante, meno burbero e più affettuoso....sento che lui è ancora qui da qualche parte...mi piace credere che nessuno di noi scompare per sempre.Chi può ancora godere della presenza di un padre dovrebbe cogliere di lui,  finché può, gli aspetti migliori pensando, con grande tolleranza, che nessuno è perfetto. E niente...papà...io adesso ti vorrei abbracciare e baciare...ma so di non poterlo fare e quindi provo ad immaginarlo...a sognarlo...Auguri papà...ovunque sei...E Auguri a chi di voi è padre ed a tutti i vostri pàpà