Acrobazie del cuore

La solitudine


Sotto le coperte della solitudine scaldo la mia anima, abbracciata al rumore dei pensieri che, nell'impedirmi di riposare, mi offre la scusa per continuare a lacerarmi tra i rimpianti. Mi rigiro nel letto nella vana speranza che il sonno faccia le veci di un muto compagno, che nel cuore della notte, riempie d'assenza il vuoto della stanza. Allungo la mano cercando nel fruscio delle lenzuola la voce dell'oscurità, fingendomi amata da quel raggio di luna che si infila tra le pieghe del buio, accarezzandomi la pelle con pulsazioni di silenzio. Diapositive di dimenticati ricordi, seppelliti sotto le macerie della memoria, riemergono dal nulla, proiettandosi con la loro prepotente arroganza al posto di un cuore ammutolito. Alzo il mio fantasma dal letto che, non sopportando oltre la mia presenza, mi spinge ad avvicinarmi allo specchio. Nessuna reazione di fronte allo sgomento di un'ombra che, osservando il proprio volto, si confonde, perdendo la propria identità nella rappresentazione di sé stessa e che nella presa di coscienza della propria amnesia, viene offuscata dal delinearsi di un riflesso senza nome.