La grande JUVE!!!

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Calciopoli: spunta anche il doping Oggi super-vertice tra le ProcureNon si ferma l'indagine che sta facendo tremare il mondo del calcio. Oggi, a Napoli i pm Beatrice e Narducci incontreranno i colleghi delle Procure di Roma e Torino per fare il punto della situazione, mettendo a reciproca disposizione il materiale raccolto. Intanto, dall'inchiesta emerge un nuovo aspetto inquietante: telefonate di Moggi al segretario del Coni Pagnozzi per "aggirare" la normativa antidoping.  Non solo arbitri, sorteggi e partite truccate. Un nuovo colpo di scena entra, di forza, nell'inchiesta condotta dalla Procura di Napoli: a far tremare Luciano Moggi, questa volta, sono le intercettazioni che rivelano pressioni direttamente su un membro del Coni per "influenzare" l'antidoping. Il testo delle telefonate dell'ex dg bianconero a Pagnozzi, il segretario del Coni, è stato messo in onda martedì sera dal programma di Rai 3 "Ballarò": La Juve ha un problema con un giocatore, che sarebbe dovuto andare in Nazionale e giocare l'amichevole tra Italia e Finlandia a Messina, che ha assunto un farmaco (probabilmente una pomata) soggetto a restrizione d'uso e per il quale c'è bisogno di una nuova notifica giustificativa, che il club bianconero non ha presentato. Il giocatore, quindi, rischierebbe la positività all'antidoping, con conseguente immediata sospensione dell'attività e soprattutto nuovo scandalo sulla Juventus, allora nel pieno della bufera per il processo doping. Moggi, per risolvere la faccenda, si rivolge direttamente a Pagnozzi, che tra un insulto e l'altro, "risolve il problema". Proprio per acquisire la documentazione relativa alle esenzioni terapeutiche, martedì i carabinieri del nucleo operativo di via in Selci sono andati alla commissione antidoping del Coni. Intanto, oggi le Procure di Napoli, Roma e Torino si incontreranno per dare nuovo impulso alle inchieste: potrebbe infatti essere il momento giusto per un prezioso scambio di informazioni e di intercettazioni, perché alla Procura di Napoli molto materiale potrebbe finire nell'inchiesta romana relativa alla Gea. I pm Palamara e Palaia, infatti, sinora hanno lavorato solo sulle intercettazioni giunte da Torino e non è da escludere che per gli indagati Gea il capo d'imputazione possa essere cambiato: da illecita concorrenza con minaccia e violenza a frode sportiva e associazione a delinquere. Senza contare che anche Torino potrebbe chiedere a sua volta l'acquisizione di atti per riaprire le indagini.