Creato da Kimayra il 02/05/2009

Chimayra

E se guarderai a lungo nell’abisso, anche l’abisso vorrà guardare in te. (Nietzche)

 

 

Lusso e cultura ad Ercolano - Villa dei Papiri

Post n°158 pubblicato il 15 Agosto 2010 da Kimayra
 

Scavi della Villa dei Papiri

La Villa dei Papiri di Ercolano è stata, finora, l'unica villa romana ad aver trasmesso una mole di materiale che ha permesso agli archeologi di addentrarsi nella società dell'epoca. La villa ha restituito, infatti, ben 1800 rotoli scritti quasi interamente in greco, tavolette cerate con incise note musicali, sculture, pavimenti, affreschi. E lo scavo non è stato ancora ultimato.
La villa fu sepolta sotto il fango dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e fu riportata alla luce in epoca borbonica, quando furono anche redatte le prime planimetrie, disegnate da Karl Weber, basilari per le successive indagini. Nel 1760 un'ulteriore planimetria indica la posizione dei pozzi ed i cunicoli che seguono l'andamento dei muri, con l'indicazione della collocazione delle opere più significative.
A chi apparteneva la Villa dei Papiri? Nell'Ottocento Domenico Comparetti aveva ipotizzato che il proprietario potesse essere Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, ultimo suocero di Giulio Cesare. Un ritratto di Cesonino, infatti, è stato recuperato ad Ercolano. Egli fu il patrono del filosofo epicureo Filodemo di Gadara (II-I secolo a.C.), autore della maggior parte degli scritti ritrovati sui papiri della villa. Le opere, stando alle analisi, sarebbero state redatte in più riprese, il che ha condotto gli studiosi a ritenere che il filosofo abbia soggiornato a lungo nella villa del suo benefattore.
Altri studiosi preferiscono pensare che la villa sia appartenuta ad un altro Cesonino, il figlio Calpurnio Pisone il Pontefice oppure ad Appio Claudio Pulcher, amico di Cicerone e console nel 38 a.C..
La residenza, sta di fatto, è una costruzione splendida, a più piani, un tempo in posizione panoramica sul mare e si estendeva per una lunghezza di 250 metri. Certamente non doveva passare inosservata. Era composta di diversi settori: il quartiere dell'Atrio; un piccolo peristilio; gli alloggi dei proprietari, con bagno e biblioteca (ad est); il grande peristilio, con 25 colonne sui lati lunghi e 10 su quelli brevi, 100 x 37 metri di lunghezza, con al centro una piscina lunga più di 66 metri; il giardino con altri ambienti ed una rotonda sul mare.
I cicli scultorei finora restituiti dallo scavo della villa, parlano di cultura: sono ritratti di filosofi, oratori, scrittori. Ma sono stati ritrovati anche ritratti di sovrani, statue di atleti, immagini di divinità, satiri, menadi. La loro collocazione rimane, per gli archeologi, un vero enigma.
Recenti scavi accanto alla Villa dei Papiri, inoltre, hanno permesso di mettere in luce una grande piscina rettangolare. Da qui, un tempo, erano state estratte una bella testa di Amazzone e la statua della Peplophoros, identificata dapprincipio come Hera e poi correttamente come Demetra. Il pavimento è stato quasi del tutto liberato ed appare realizzato in opus sectile, bordato da listelli di marmo rosso, asportati già al tempo dell'eruzione. Sono stati anche ritrovati numerosi elementi in legno rivestiti di avorio decorato a rilievo. I due pezzi più importanti si ritiene siano appartenuti ad un seggio con schienale e braccioli, una sorta di trono (solium).
Nel primo livello inferiore è stato riportato alla luce un ambiente posto a nord. Il soffitto era per metà ricoperto di stucchi policromi, la parete ovest ha rivelato pitture che erano in corso di completamento al momento dell'eruzione: alcuni resti lignei, infatti, fanno pensare alla presenza di una sorta di impalcatura.

 
 
 

La cittadella dei Traci

Post n°157 pubblicato il 27 Luglio 2010 da Kimayra
 

Archeologi bulgari hanno portato in luce unacorona reale tracia residenza reale appartenente all'antica popolazione degli Odrisi, una delle più potenti dell'antica Tracia.
La costruzione sarebbe stata iniziata dal re trace Cotis I (384-359 a.C.) sul monte Kozi Gramadi, non lontatno dalla località turistica di Hissar, nella Bulgaria centrale, a 1200 metri di altezza.
La fortezza servì come residena dei re odrisi Amatokos II (359-351 a.C.) e Teres II (351-342 a.C.). Quest'ultimo combatté contro Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno.
Gli archeologi ritengono che vi siano dei fondati collegamenti tra la fortezza appena riportata alla luce ed il sacrario scoperto nel 2000 presso il villaggio di Starosel. Kozi Gramati, infatti, era una montagna sacra e come tale ospitava edifici sacri.
Finora sono state riportate alla luce due delle torri della cittadella, i cui resti sono alti circa due metri. Nella fortezza si pensa fosse custodito il tesoro dei sovrani traci che fu certamente saccheggiato da Filippo II di Macedonia.
Il regno degli Odrisi si formò dall'unione di diverse tribù della Tracia ed ebbe una vita di circa due secoli. Le ultime tribù trace vennero conquistate dai Romani nel 46 d.C.. Spartaco, entrato nella storia come gladiatore ribelle, era originario proprio della Tracia.

 
 
 

Una musica che viene dal passato

Post n°156 pubblicato il 11 Luglio 2010 da Kimayra
 

arpaIl musicista siriano Ziad Aijan ha composto musica e versi partendo dalla tavoletta cuneiforme "Inno a Nikkal" H6, scoperta intorno al 1950. I brani musicali sono tre e sono stati assemblati partendo dalle note musicali riportate dalla tavoletta del 1400 a.C.. I titoli di questi tre brani sono: "Alba", "Tramonto" e "Vacanza ad Ugarit".
La tavoletta ed il suo testo particolare sono stati studiati in modo approfondito a partire dagli anni '70, per mettere insieme parole e musica. Ziad Aijan è stato coadiuvato, nel suo lavoro, da studiosi siriani che hanno analizzato e decifrato gli antichi segni.
L'Inno a Nikkal è stato inciso su una tavoletta lunga 19,5 centimetri ed alta 7,5. L'inno è completo di parole e musica, con le istruzioni dettagliate perchè sia eseguita da un cantante accompagnato da un'arpa. L'inno è stato composto nella lingua hurrita utilizzando, però, alfabeto ugaritico. Le istruzioni musicali sono in accadico. Nikkal era la dea dei frutteti e la consorte del dio lunare Yarikh.
L'antica Ugarit corrisponde oggia Ras Shamra, sulla costa della Siria. Le tracce dell'insediamento umano risalgono al Bronzo Antico e sono attestate nei documenti d'archivio ritrovate ad Ebla, dove Ugarit è chiamata Ugaraat.

 
 
 

I bambini dimenticati

Post n°155 pubblicato il 05 Luglio 2010 da Kimayra
 

I resti di uno dei bambini sepoltiGli antichi Romani uccisero decine di neonati in una villa inglese nella Valle del Tamigi. E' stato rivelato da un nuovo studio su alcuni resti umani ritrovati nel Buckinghamshire, a nord-est di Londra, a Villa Yewden.
La villa è stata scavata nel 1912 da Alfred Heneage Cocks, naturalista ed archeologo. Ora un campo di grano ha  in parte occultato nuovamente tutto. Gli archeologi hanno iniziato ad esplorare il sito solo da poco, visto che proprio recentemente è stato riscoperto il resoconto originario di Cock nel Museo della contea di Buckinghamshire, tra 300 fotografie, artefatti, vasellame ed ossa.
Senza dubbio gli scavi di Cocks hanno portato ad una serie di curiose scoperte, incluso un alto numero di puntine di ferro da aggiungere ai pennini per scrivere su tavolette di cera.
Quello che, però, ha incuriosito i ricercatori sono stati dei piccoli scheletri. C'erano ben 97 scheletri, nel sito. Per la maggior parte erano stati seppelliti in un'area circoscritta, mentre altri erano stati gettati nelle buche per l'immondizia, due erano stati seppelliti al di sotto del pavimento di una casa ed uno era stato messo nella cavità di un muro.
Le misurazioni eseguite sulle ossa hanno mostrato che tutti i bambini sono morti intorno alla quarantesima settimana di gestazione, subito dopo la nascita. I ritrovamenti fanno pensare ad una deliberata forma di infanticidio.
Non è raro trovare sepolture di bambini tra i confini di una villa romana, ma i bambini che vi sono sepolti hanno generalmente un'età intorno ai due anni. Dopo i due anni di età, i bambini erano considerati delle persone a pieno titolo ed erano, pertanto, seppelliti in un cimitero vero e proprio.
I ricercatori hanno stabilito che queste morti sono avvenute tra il 150 ed il 200 d.C.. Non sono state notate deformità sui resti. Una delle ipotesi formulate dai ricercatori è che i neonati potrebbero essere stati dei bambini non voluti, figli di prostitute. La villa reca le tracce di un'occupazione di diversi secoli, durante i quali avrebbe potuto anche ospitare un bordello.
L'archeologo Jill Eyers ha affermato che i bambini erano un problema comune per chi svolgeva la professione di prostituta. Molti di questi bambini non erano desiderati. Si stanno anche vagliando ipotesi alternative, come il fatto che la villa potesse essere il luogo in cui si svolgevano delle uccisioni rituali.
Un'altra ipotesi è che la villa fosse una sorta di deposito imperiale, con un gran numero di lavoranti con un certo grado di istruzione (il che spiegherebbe la presenza di molte puntine per stili per scrivere), che lavoravano i cereali. L'elevato numero di neonati uccisi deliberatamente, sarebbe da mettersi in relazione con la necessità di continuare a far lavorare le madri, piuttosto che lasciarle occuparsi dei figli.
Gli studiosi sono tuttora all'opera per determinare, attraverso lo studio delle ossa, la causa della morte dei bambini. Attraverso il dna, poi, si potrà stabilire il sesso ed il grado di parentela dei bambini tra di loro.

 
 
 

Srotolando i segreti dei rotoli del Mar Morto...

rotoli del Mar Morto

I Rotoli del Mar Morto hanno sempre fatto parlare di loro, soprattutto per i punti interrogativi che hanno lasciato in sospeso. Ora qualche risposta pare essere arrivata da uno studio tutto italiano, svolto dai Laboratori Nazionali del Sud di Catania.
Lo studio ha accertato che la pergamena di pelle di cammello sui cui sono stati iscritti 900 documenti, è stata prodotta esattamente nel luogo in cui i rotoli sono stati trovati, vicino le rovine dell'antico insediamento di Khirbet Qumran, sulla riva nord-occidentale del Mar Morto. I residui di bromo trovati nei campioni analizzati, infatti, sono compatibili con quelli che compongono l'acqua del luogo, acqua che contiene una quantità del minerale tre volte superiore a quella di qualsiasi altro mare.
La datazione dei rotoli è fissata ad un lasso di tempo che va dal 200 a.C. al 60-70 d.C.. L'analisi degli inchiostri dei testi verrà fatto dagli stessi esperti, guidati dal fisico Giuseppe Pappalardo.
Il testo analizzato è il Rotolo del Tempio, che non fa parte della narrazione biblica e descrive la costruzione e la vita in un luogo sacro, nonchè i modi di strasmissione della Legge al popolo.
Gli strumenti utilizzati dai Laboratori Nazionali del Sud hanno permesso di effettuare le analisi dei preziosi testi senza danneggiare i frammenti e fornendo risultati immediati. Le pergamene di Qumran, infatti, richiedevano una gran quantità di acqua per essere prparate. L'analisi ha rivelato delle concentrazioni di cromo e bromo nelle acque del Mar Morto analoghe alla percentuale di queste sostanze contenute nei campioni dei rotoli.
Presto il professor Pappalardo presenterà queste analisi alla Conference di Surrey, in Gran Bretagna.

 
 
 
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