ll solito film frantuma scatole su quanto il disabile sia sfigato, oppure la patetica fiaba a lieto fine in cui la bellona patinata viene schiaffata su una sedia rotelle (o al limite inforca un bastone bianco) e puff ! viene trasformata in disabile. Col cavolo penso io (non ho pensato la parola cavolo lo ammetto, ma sorvolerei sulle scelte lessicali del mio cervello arrabbiato), noi non siamo così. Affatto.Abbiamo punti ovunque che ad unirli tutti si vincerebbe un borsone, piedi storti tozzi degni di una cenerentola con ritenzione idrica, e ben che ci vada solo un po’ di scoliosi.Non ho voglia di sorbirmi una melensa storia d’amore e riscatto, mi dico mentre sto infilando già il dvd nel lettore; ma è troppo tardi e il film parte.La protagonista mi cattura subito, lei non finge di essere una di noi, lo è.Interpreta se stessa poichè non potrebbe essere nient’altro che questo: si cambia solo il nome scegliendo Julie. Julie è esile, minuta e spastica con forti distonie, quasi rachitica: quando mangia deve essere imboccata, lavata e vestita come si fa con i neonati. Ma loro sono belli e sani, lei no, e ciò mi fa entrare in empatia con lei nonostante abbia una condizione fisica drasticamente migliore, certe sensazioni le condivido nel profondo con chiunque viva una disabilità..e continuo ostinata la visione.
BALLA LA MIA CANZONE
ll solito film frantuma scatole su quanto il disabile sia sfigato, oppure la patetica fiaba a lieto fine in cui la bellona patinata viene schiaffata su una sedia rotelle (o al limite inforca un bastone bianco) e puff ! viene trasformata in disabile. Col cavolo penso io (non ho pensato la parola cavolo lo ammetto, ma sorvolerei sulle scelte lessicali del mio cervello arrabbiato), noi non siamo così. Affatto.Abbiamo punti ovunque che ad unirli tutti si vincerebbe un borsone, piedi storti tozzi degni di una cenerentola con ritenzione idrica, e ben che ci vada solo un po’ di scoliosi.Non ho voglia di sorbirmi una melensa storia d’amore e riscatto, mi dico mentre sto infilando già il dvd nel lettore; ma è troppo tardi e il film parte.La protagonista mi cattura subito, lei non finge di essere una di noi, lo è.Interpreta se stessa poichè non potrebbe essere nient’altro che questo: si cambia solo il nome scegliendo Julie. Julie è esile, minuta e spastica con forti distonie, quasi rachitica: quando mangia deve essere imboccata, lavata e vestita come si fa con i neonati. Ma loro sono belli e sani, lei no, e ciò mi fa entrare in empatia con lei nonostante abbia una condizione fisica drasticamente migliore, certe sensazioni le condivido nel profondo con chiunque viva una disabilità..e continuo ostinata la visione.