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Addio Lord dell' hammond


"Jon passa dal buio alla luce" questo il saluto sul sito di Jon Lord il 16 Luglio. Virtuoso dell'organo hammond, performer di formazione classica e attitudine psichedelica, grande anima dei Deep Purple, la band britannica che quaranta anni fa mise l'aggettivo «hard» davanti al termine rock. Ad agosto dell'anno scorso aveva dichiarato di essere affetto da cancro al pancreas, un'embolia polmonare se l'è portato via all'età di 71 anni mentre era ricoverato alla London Clinic.
Lord veniva da Leicester, figlio d'arte, seguì lezioni di piano sin dall'infanzia, a 19 anni l'iscrizione al Royal College of Music di Londra. Da persona intelligente e di buone letture, era privo di pregiudizi. Prima prova col jazz, ma prova una certa insofferenza verso lo snob style dei club in cui si suona la musica classica nera. La scena pop invece lo incuriosisce eccome: nei primi anni Sessanta entra negli Artwoods, band del fratello del futuro Rolling Stone Ronnie Wood. Ci incide un disco ma non si ferma lì. Sperimenta quando può e con chi può poi, per sbarcare il lunario, lavora da session man e arrangiatore (nel curriculum ci finisce pure una collaborazione con i primi Kinks).
 
L'anno che gli cambia la vita è il 1967: insieme con il bassista Nick Simper e il chitarrista Ritchie Blackmore, Lord dà vita al primo nucleo di quelli che diventeranno i Deep Purple. L'esordio discografico arriverà un anno più tardi: quello «Shades of Deep Purple» meravigliosamente acerbo, nel quale il primo quintetto profondo porpora, con la voce di Rod Evans, proprio grazie all'organo di Jon trasforma il beat in qualcosa di diverso. A volte tetro e crepuscolare, altre esplosivo. Jon Lord nei Deep Purple rivelò il proprio stile, unendo erudizioni da pianista e organista classico (notevoli in proposito le influenze da Beethoven alla musica organistica di Bach) a ben più energiche esecuzioni all'organo Hammond in chiave rock. È curioso l'utilizzo dell'amplificatore Marshall da parte di Jon Lord, che amplificava il proprio organo Hammond attraverso l'amplificatore per "chitarra" Marshall, rendendo il sound dei Deep Purple unico al mondo. "Child in Time" è probabilmente il vero capolavoro di Lord, il pezzo che ne esalta al massimo capacità esecutiva e spregiudicatezza di ricerca. Dei Purple Lord ha fatto parte fino al 2002, resistendo a innumerevoli cambi di line-up, infilando sedici album in studio e addirittura 26 live. Ha partecipato anche allo spin off dei Whitesnake, gruppo creato dal vocalist David Coverdale per fare un dispetto a Blackmore.Da solista ha registrato ben sette album pieni di acrobazie strumentali. Nessun timore di strafare.
 "Ritchie Blackmore è straordinario, lo è sempre stato e sempre lo sarà. Lui è la scintilla che fa accendere i Deep Purple. Non competo con lui su quel livello. Lui dà le pennellate più audaci e io sistemo i colori. È il mio lavoro come tastierista: nessun altro strumento può dare colori come la tastiera"[Jon Lord (Leicester, 9 giugno 1941 – Londra, 16 luglio 2012)]di Chiara Tiozzo