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Il perché di tanto aglio


 di Sara FerroQuando ci si ritrova ad ammirare il paesaggio toscano dall’alto di una delle caratteristiche collinette, avvolti nel silenzio rotto solo dai cinguettii e dal rumore del vento, può capitare di sentirsi come Gesù nel deserto quando venne tentato dal diavolo. Io ho ceduto anni fa. Mi sono prostrata e ho cominciato ad adorare la Toscana.Questa volta ho voluto dedicare il weekend alla scoperta di Volterra e di una parte della famosa Maremma.Secondo un recente mito letterario (saga Twilight) , Volterra è la città più sicura al mondo perché abitata dai Volturi, i capi di una famiglia di vampiri antica e potente e per loro volontà qui la caccia umana è vietata. Ma forse gli abitanti non si sentono comunque del tutto al sicuro e magari è proprio per questo che ogni angolo della città è pervaso da odore di aglio.La prima meta è la bellissima Piazza dei Priori nella speranza di vedere il bel Edward, il vampiro “vegetariano”, ma incrocio solo una spider con a bordo un vecchietto, di lui nessuna traccia. Mi metto il cuore in pace e mi abbandono alla piacevole scoperta di questa città di origine etrusca con rovine romane e medievali, negozi pieni di oggetti in alabastro, osterie dalle quali escono profumi che ti attirano come una stregoneria potente a cui fai fatica a resistere. Il mio consiglio è di resistere, almeno fino a sera, e di trascorrere il tempo del pranzo nel parco della città, con panini alla finocchiona o prosciutto toscano presi in una delle tante botteghine di prodotti alimentari tipici.    Nella tranquillità di questo spazio verde , armatevi di plaid, un buon libro e un taccuino dove annotare i vostri pensieri.  Ma fate attenzione a non addormentarvi. Volterra è una città strana, potreste incappare in un Coniglio Bianco che vi porta in un nuovo paese delle meraviglie nascosto sotto le Balze.  La mia avventura continua a Saturnia, alle Cascate del Mulino, dove le acque sulfuree sgorgano a 37 gradi e mezzo con una portata di 800 litri al secondo. Una esperienza straordinaria da fare al mattino presto o al tramonto per godere a pieno del paesaggio che vi circonda ed evitare le masse di turisti.  Unico inconveniente: l’odore di zolfo si affezionerà immediatamente a te e ti resterà addosso come il più fedele degli amici per giorni e giorni. Se ne è accorto anche il cavallo che mi ha portato il giorno dopo a zonzo nel Parco Naturale della Maremma; in confronto a me lui odorava di rosetta. Immagino sia questo il motivo per cui aironi, lepri, vacche, e daini si siano fatti ammirare a debita distanza. Non sono riuscita neppure a fare un ballo del mattone con il lupo, che la mia preparatissima guida mi dice essere solito gironzolare da queste parti. A dire la verità abbiamo incrociato un ragazzotto semivestito e mi è venuto il vago sospetto che fosse un licantropo (sempre in tema Twilight) ma per poter dormire sonni tranquilli ho preferito non indagare. Quando poi si arriva a Pitigliano e si scorgono le case a strapiombo che sporgono da un grande sperone di tufo, ti sembra di entrare in un piccolo mondo antico pieno di alberi di fico da cui assaggiare i frutti, gatti in ogni giardino e vecchietti che ti salutano calorosamente dalle finestre.  Nel quartiere ebraico scopro l’esistenza dello “sfratto” , dolce tipico profumatissimo a forma di bastone, a base di miele, scorza d'arancio, noci, semi di anice e noce moscata. Ma non di solo “sfratto” vive l’uomo, e nemmeno la donna, per cui al primo brontolio serio di stomaco mi concedo una pausa in osteria e assaggio le mitiche bruschette, i famosi “pici” al cinghiale e il cacio con le pere.Nel viaggio di ritorno verso casa scorgo in lontananza Civita di Bagnoregio (Lazio), una cittadina da favola appoggiata su un cucuzzolo sovrastante una meravigliosa vallata e unita al mondo da un ponte percorribile solo a piedi. E’un attimo, ho già deciso di tornare qui presto, nella “Città che Muore”, chiamata così perché questo borgo sta inesorabilmente franando.Questo è un viaggio adatto a tutti, da preferire all’inizio della primavera o all’ inizio dell’ autunno. Mettete nello zaino buone scarpe da ginnastica, acqua e fiato a volontà per il saliscendi continuo dei paesaggi toscani. Vi assicuro che ne vale la pena. Come diceva Battisti, “dietro la collina è il sole”.http://www.flickr.com/photos/43341956@N02/