di Sara FerroE’ una vera e propria dichiarazione d’amore per Chioggia quella dello scrittore e regista Giancarlo Marinelli alla premiazione del Primo Concorso Letterario Città di Chioggia. Il celebre autore vicentino ricorda con enfasi le sue giornate da giovinetto ai Bagni Minerva dove donne semivestite si crogiolavano sotto il sole; la nostra spiaggia nei suoi ricordi diventa un idillio, un'oasi, una California. Marinelli dipinge Chioggia come una città fluida dove poter ricominciare, un luogo dove regna l’ossimoro, dove il concetto di antico e moderno, di vita e di morte sono sempre presenti all’unisono; Chioggia è come il suo celebre Cristo Morente di San Domenico che, seppur nella tragedia della morte, mostra un lieve sorriso. Il regista è convinto che se Fellini avesse conosciuto la nostra città se ne sarebbe innamorato all'istante e l’avrebbe resa protagonista in uno dei suoi celebri film, con il suo esser sempre in posizione di difesa contro l'inghiottimento da parte del mare, che dà vita e morte al tempo stesso; con la sua vitalità e le sue calli dove confusione e baruffe si alternano ad angoli silenziosi ed echi magici; un luogo dove anche la morte diventa un curioso spettacolo, dove le parole si trovano come conchiglie e diventano un esorcismo contro la solitudine.
Chioggia. “Una girandola di sensi scatenati"
di Sara FerroE’ una vera e propria dichiarazione d’amore per Chioggia quella dello scrittore e regista Giancarlo Marinelli alla premiazione del Primo Concorso Letterario Città di Chioggia. Il celebre autore vicentino ricorda con enfasi le sue giornate da giovinetto ai Bagni Minerva dove donne semivestite si crogiolavano sotto il sole; la nostra spiaggia nei suoi ricordi diventa un idillio, un'oasi, una California. Marinelli dipinge Chioggia come una città fluida dove poter ricominciare, un luogo dove regna l’ossimoro, dove il concetto di antico e moderno, di vita e di morte sono sempre presenti all’unisono; Chioggia è come il suo celebre Cristo Morente di San Domenico che, seppur nella tragedia della morte, mostra un lieve sorriso. Il regista è convinto che se Fellini avesse conosciuto la nostra città se ne sarebbe innamorato all'istante e l’avrebbe resa protagonista in uno dei suoi celebri film, con il suo esser sempre in posizione di difesa contro l'inghiottimento da parte del mare, che dà vita e morte al tempo stesso; con la sua vitalità e le sue calli dove confusione e baruffe si alternano ad angoli silenziosi ed echi magici; un luogo dove anche la morte diventa un curioso spettacolo, dove le parole si trovano come conchiglie e diventano un esorcismo contro la solitudine.