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Domenica in Piazza


“Ma che sapore ha.. una giornata uggiosa?” (Battisti). A Chioggia ogni giorno, anche il più grigio, ha sempre il sapore della festa! Qualche domenica fa io e la blogger musico-dipendente Chiara abbiamo fatto una bella “vasca” lungo il Corso del Popolo. Naturalmente, manco dirlo, per fare neanche 100 metri ci abbiamo impiegato circa mezz’ora, perchè in Piazza è matematicamente impossibile non incontrare qualcuno che conosci. Se poi è qualcuno che non vedi da tanto tempo, il breve dialogo classico è senz’altro questo: “Oh vela qua, zestu sempre a torsiolòn?come zela? to mama? to fradelo? noni, cugini, tuti ben? E ti? Come semo?Mi ben, a ruzòn brontolòn ‘ ndemo avanti.... benon, bon ...se vedemo alora. Stame ben sa.“ Quasi sempre la simpaticissima frase conclusiva è “Ma ben lontan”.... 
 Nella corsa ad ostacoli tra chioggiotti chiaccheroni e turisti dallo sguardo sempre meravigliato, abbiamo incontrato e trascinato con noi anche il nostro meteorologo di fiducia Luca, con al seguito il piccolo gnometto Giorgio e tutti insieme allegramente siamo riusciti ad arrivare a Vigo, dove ci attendeva l’ Associazione Insieme Arte- Amare Chioggia e il suo Territorio; in occasione della Festa della Riconoscenza è stata  allestita con conchiglie e verdure locali una originale e coloratissima tavolata ai piedi dello splendido Ponte da Vigo che, con la sua bianchezza, illuminava i nostri sguardi e i nostri pensieri. 
 Un omaggio alla città per stimolare la meditazione e la riflessione su di se e sul nostro rapporto con gli altri, perchè  “l’ amore apparecchia ogni giorno la tavola”. 
Una bellissima opera d’arte “effimera”, quasi a ricordare l’importanza del “qui e ora”, un cerchio disegnato per terra, una tavola mandala simbolo dell ‘universo e della sua origine, un “microcosmo che si apre verso l’infinito”. La tavola, simbolo di nutrimento, non solo del corpo ma dell’anima (http://it.wikipedia.org/wiki/Mandala). La tavola circolare, simbolo di unione e fratellanza.  Di ritorno abbiamo avuto il piacere di incontrare gli amici della Pro Loco Chioggia e Sottomarina che ci hanno proposto una visita inaspettata al Museo e all’ Orologio della Torre di S. Andrea.Di origine romano- bizantina , un tempo essa era un faro e un punto di avvistamento. Che senso di paradossale vertigine a guardare dal basso questa torre possente,  che si sviluppa per 35 metri verso il Cielo. I 16 raggi del quadrante dell’ Orologio rappresentano i 16 alberi della conoscenza: tutte le finalita e lo scibile umano. 
Lungo il percorso a livelli è possibile ammirare gli stemmi delle famiglie cittadine, mappe della torre, della chiesa e della città, poi numerosissimi ex-voto dedicati alla Madonna Addolorata, e, ancora, documenti antichi. 
 Ma il vero gioiello del Museo è “essa”, ovvero la macchina dell’ orologio medievale, il piu antico del mondo (insieme a quello di Salisbury), risalente al 1386, staccata e fatto funzionare durante le visite, mentre il quadrante esterno funziona con un meccanismo elettronico moderno. 
Un piccolo consiglio personale. La salita lungo la Torre richiede scarpe comode. I miei piedi, stretti nella morsa dei tacchi, mi stanno ancora insultando. E’ assolutamente d’obbligo salire fin su in cima, anche se il fiato manca. La vista dalla cella campanaria è davvero incredibile... il Corso del Popolo, il Canal Vena, Vigo, il litorale di Pellestrina e lo “skyline” di Sottomarina. Se siete fortunati arriverete nel momento in cui suonano le campane ...un momento di confusione, un senso di euforia, un’emozione speciale che vi farà sentire partecipi della storia e del presente e pieni di speranza per il futuro. Din.. don.. dan. Sara F e Chiara T.