Creato da chirurgia_plastica il 02/10/2009
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Le cicatrici in chirurgia estetica: come minimizzarle? i consigli di Chirurgia Estetica SALUS

Post n°40 pubblicato il 03 Marzo 2010 da chirurgia_plastica

E' ancora oggi opinione diffusa che il chirurgo plastico operi senza lasciare cicatrici visibili, e che la plastica della ferita consenta quasi per magia di eliminare eventuali cicatrici preesistenti. Sempre più i pazienti richiedono al chirurgo plastico interventi con esiti cicatriziali minimi, o la correzione di cicatrici inestetiche.

Ovviamente, un intervento chirurgico che non lasci cicatrici è, per sua stessa definizione, impossibile. Ma ci sono modi e tecniche differenti per suturare un taglio chirurgico, e la scelta dell'uno o dell'altro influirà in modo determinante sulla visibilità della cicatrice residua. E' quindi un aspetto che merita la massima attenzione, benché spesso non venga neppure menzionato nell'informativa offerta al paziente, il quale, dal canto suo, difficilmente rivolge al suo chirurgo plastico domande mirate in tal senso. Il più delle volte chi andrà sotto i ferri non sa che anche il migliore dei risultati può essere vanificato da una sutura imprecisa, disattenta e realizzata con negligenza, o semplicemente con la scelta di una tecnica di sutura non appropriata.

Ecco a tal riguardo i consigli del Prof. Juan Pavani, capo chirurgo plastico di Chirurgia Estetica SALUS, una società leader nel settore del turismo medicale all'estero, primario in una delle più autorevoli cliniche di chirurgia plastica ed estetica a Buenos Aires, e docente di cattedra universitaria in Argentina e Brasile.

Il Prof. Pavani è specializzato in interventi di chirurgia mini-invasiva condotti con le moderne tecniche computerizzate e laparoscopiche, ed è particolarmente noto e stimato nell'ambiente scientifico per la sua abilità nel trattamento delle cicatrici da post-intervento.

La specialita del Prof. Pavani è l'evoluzione argentina della cosiddetta tecnica "round block" per la sutura delle cicatrici del lifting al seno. Questa nuovissima tecnica è volta ad evitare, in presenza di determinate condizioni, l'antiestetica cicatrice verticale lasciata dalla mastopessi "tradizionale", ricorrendo ad un’unica incisione intorno all'aureola.

(per maggiori infomrazioni sulla mastopessi round block: http://www.chirurgiaesteticasalus.com/index.php/approfondimenti/mastopessia-roundblock.html)

Di fatto, l’opportunità di utilizzare o meno una nuova tecnica va sempre valutata all’interno di un insieme di variabili molto complesse. Le tecniche vengono prescelte dai chirurgi caso per caso, e relativamente alla situazione specifica. Una tecnica che si utilizzi in modo poco accorto, ossia forzando le sue indicazioni, magari dietro insistenza della paziente,  comporta spesso un risultato totalmente inestetico e difficile da correggere.

Tralasciando il caso specifico della mastopessia, abbiamo chiesto al Prof. Pavani un autorevole consiglio per chiarire i punti essenziali riguardo il problema della scelta della migliore sutura chirurgica. Vediamo insieme, intanto, quali sono le principali tecniche di sutura e come individuare una sutura realizzata "a regola d'arte".


CLASSIFICAZIONE DELLE SUTURE

I materiali di sutura hanno subito negli ultimi anni una notevole evoluzione grazie alla scoperta di nuovi prodotti ed allo sviluppo di tecnologie di produzione innovative. In generale, si distinguono suture riassorbibili (solitamente utilizzate per la sutura di strutture interne o profonde), che vengano degradate, e suture non-assorbibili (utilizzate per la sutura cutanea e principalmente nella chirurgia estetica), che necessitano di rimozione poichè non vengono degradate dall’organismo. I materiali sono i più disparati, di origine naturale derivanti dal regno animale (seta, collagene) o vegetale (lino, cotone), o di origine sintetica (polipropilene, poliammidi, poliesteri, etc) prodotti in laboratorio.


REQUISITI DELLA SUTURA "ESTETICA"

Per cicatrice estetica si intende in generale una cicatrice in generale poco visibile, e quindi che sia della minima lunghezza compatibile con l'intervento eseguito, che sia eventualmente nascosta in pieghe o solchi anatomici od in zone poco esposte, che non presenti i segni esterni delle suture, e che non sia slargata o depressa o rilevata.
Una cicatrice ideale è sempre il risultato di una sinergia in cui concorrono, insieme, l'incisione con il bisturi (che deve essere, ovviamente, quanto più precisa possibile), l'esecuzione dell'intervento stesso e la sutura finale.

In, sintesi, la sutura cutanea ideale deve essere maneggevole ed elastica, assicurare una resistenza e tenuta adeguata per tutto il tempo necessario, resistere alle infezioni ed essere compatibile con l'organismo, in modo da non provocare reazioni autoimmuni da corpo estraneo, che è la principale causa di complicanze precoci.


COMPLICANZE E TRATTAMENTO DELLE CICATRICI

L'infezione della ferita, l'accumulo di sangue (ematoma) o liquidi sierosi (sieroma) nei tessuti, o addirittura la necrosi dei margini cutanei sono tra le immediate conseguenze di una sutura poco accurata. Ma anche a lungo termine, gli strascichi possono essere poco piacevoli: la cicatrice può divenire IPERTROFICA o cheloidea per eccesso di tessuto (il tessuto si forma in grande quantità rimanendo poi sempre rilevato e dolente), o al contrario ATROFICA o RITRAENTE  se depressa (il tessuto che si forma è insufficiente e le ferite apparentemente rimarginate talvolta si riaprono).

Per il trattamento delle cicatrici retraenti e depresse le metodologie sono la revisione chirurgica (si asporta l'area cicatriziale e si sutura con attenzione e precisione), la dermoabrasione e microdermoabrasione (si "leviga" la zona cicatriziale con frese chirurgiche), il peeling chimico (si "leviga" la cicatrice con acido salicilico, tricloroacetico, fenolico), il laser resurfacing (si "leviga" la cicatrice con il laser) e il riempimento con filler (si "riempiono" le zone cicatriziali con acido ialauronico e altri filler). Per le cicatrici ipertrofiche e cheloidee sono invece indicati la revisione chirurgica, il linfodrenaggio della cicatrice e le infiltrazioni di cortisone.


QUALE TIPO DI SUTURA GARANTISCE GLI ESITI MIGLIORI?

Il Prof. Pavani sconsiglia vivamente l'uso di suture assorbibili, che provocano sempre una reazione autoimmune da corpo estraneo. Con l'utilizzo di materiali da sutura classificati assorbibili, infatti, l’attacco e la rimozione del corpo estraneo può aver luogo attraverso un processo enzimatico. In pratica, gli enzimi presenti nei tessuti scompongono e digeriscono il corpo estraneo. Ma l'espulsione può anche essere effetto di un processo idrolitico: il corpo estraneo viene scomposto nei suoi elementi di base, che disciolti nei liquidi organici verranno poi espulsi attraverso il sistema urinario e respiratorio.

In ognuno di questi casi, il processo di cicatrizzazione di suture effettuate con materiali assorbibili è più lento ed invasivo per il corpo, e può provocare maggior irritazione, con le conseguenze a breve e/o lungo termine suddette.  Per questo motivo, il Prof. Pavani utilizza suture non-assorbibili ovunque sussistano le opportune condizioni, che rimuove personalmente trascorsi gli opportuni tempi tecnici. 

I tempi di rimozione dei punti sono variabili in funzione principalmente della sede, ma al fine di garantire la massima tenuta alla ferita ed allo stesso tempo esiti cicatriziali minimi, si deve mettere comunque in conto un periodo minimo di 5-7 giorni per gli interventi di chirurgia estetica del viso (lifting, blefaroplastica, rinoplastica, otoplastica), di circa una settimana per una mastoplastica o per gli interventi al cuoio capelluto (trapianto follicolare), e di 10-12 giorni per interventi più complessi come l'addominoplastica o come il lifting a braccia e gambe, se la ferita è situata in un punto di trazione o di piega degli arti.

Per quei pazienti italiani che abbiano necessità di rientrare prematuramente, i punti vengono rimossi in Italia, nella propria città di residenza, in corso di visita di controllo. Questa è completamente gratuita, e rientra nei servizi di assistenza offerti da Chirurgia Estetica SALUS per la durata di 12 mesi.



IN SINTESI
Qualunque sia la scelta ultima del chirurgo a cui affidarsi, in Italia o all'estero, consigliamo di informarsi sempre debitamente sulle tecniche di sutura, rammentando che, a nostro avviso, l'utilizzo di suture non-assorbibili è sempre preferibile.
Qualora si decida di farsi operare all'estero, inoltre, è fondamentale accertasi che sia lo stesso chirurgo che opera a rimuovere le suture. Occorre quindi prevedere un adeguato periodo di recupero post-operatorio sul territorio della località prescelta, in modo da poter attendere gli opportuni tempi tecnici. Solo in caso in cui ciò non fosse possibile per stringenti motivi, è tassativo sincerarsi della possibilità (che dovrebbe essere garantita dalla stessa struttura operante) di farsi rimuovere i punti una volta rientrati a casa, da professionisti qualificati, senza costi aggiuntivi a proprio carico.

Per ulteriori informazioni:

http://www.chirurgiaesteticasalus.com

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