Parola di Cialtrone

Amori giovanili, lei aveva 94 anni


L'ho amata. L'amo ancora. L'amerò. Nonostante i Suoi quasi 103 anni. Parlo di Lei, Rita Levi Montalcini. Un amore struggente e intenso ma del tutto platonico ahimè. Io scrivo minchiate on-line e Lei è una una neurobiologa che ha preso un nobel per aver scoperto i fattori di crescita del sistema nervoso. Non c'era futuro.La incontrai a un convegno in Bicocca ai tempi dell'università. Passeggiavo per i corridoi quando intravidi un cameriere in tenuta da lavoro. Subito mi vennero in mente due parole: catering gratuito. Decisi di pedinarlo. Fu così che trovai un bel rinfresco e con l'agilità che mi contraddistingue, mi gettai sul buffet. Mentre smangiucchiavo e sbevazzavo allegramente mi imbattei nella più dolce creatura di sempre: Rita Levi Montalcini. Per gli amici Rorò. Più che imbattersi è stato un inciampare: io rasento il metro e novanta e Lei, nonostante la cofana in testa, mi arriva alla tibia. Deglutii un tramezzino intero e mi prostrai ai Suoi piedi venerandola come una Dea. Volevo evitare una scena da fan isterico del tipo: “OOOOHHHHMMMMIODDDDIO!!!! E' PROPRIO LEI!!! Ho tutti i Suoi dischi e ho appeso al muro un Suo poster in costume da bagno!!! Facciamo una foto??!?! Registriamo insieme il messaggio della mia segreteria telefonica?!?! Daiiii!!! Dica: Sono Rita lascia un messaggio dopo il bip solo se hai un Nobel! Ah Ah Ah che risate!!!”. Quindi cercai di darmi un contegno, mi presentai, feci un paio di inchini e mi complimentai per il Suo lavoro. L'assistente personale ripeté tutto quanto urlandoLe nell'orecchio destro, Lei mi guardò e sorridendo disse: “E' sempre una gioia incontrare giovani interessati alla scienza". Mi sorrise ancora e si allontanò. E' stato il due di picche più bello della mia vita. Che classe. Non Le confessai mai che ero lì solo per un attacco bulimico.A seguito di questo incontro provai a leggere uno dei Suoi libri “La Galassia Mente”. Non esattamente un romanzo d'evasione, un filo pesantuccio forse, arrivai a pagina 12.Ho una profonda ammirazione per Lei e per il Suo lavoro, per come ha affrontato la vita, per l'immensità della Sua conoscenza e per la grandezza della Sua anima. Alta due mele e poco più, possente quanto un grissino e con una cotonatura più morbida della carta igienica Foxy. E' Lei, la mia Rorò.
A cento anni ho perso un po' la vista, molto l'udito. Alle conferneze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent'anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente.A 34 anni senza occhiali non mi vedo nemmeno i piedi e dopo aver passato un intero concerto dei Cranberries accanto a un amplificatore, mi sono giocato anche l'udito. Il mio corpo fa ampiamente quello che vuole da anni e la mia mente.. beh, è inutile aggiungere altro.