Parola di Cialtrone

Flavia Vento diventa poetessa


 Flavia Vento sta alla poesia come Rita Levi Montalcini sta al concorso per cubista smandrappata.Credo sia uno dei segni dell'apocalisse. Ha pubblicato “Parole al Vento” edito da Bietti. Per prima cosa manderei i dirigenti della Bietti a farsi un check-up neurologico perché evidentemente stanno dando gravi segni di squilibrio mentale. Sul sito della casa editrice campeggia la scritta “dal 1870”, ora possiamo mettere anche la data di chiusura della società “dal 1870 al 2012”. Stroncata da un colpo di Vento.Flavia Vento ha dichiarato: Le poesie incarnano un modo assai spontaneo e spiritoso di affrontare l'esistenza. Un modo per tradurre in termini meno impegnati e più sinceri e immediati, ma non per questo meno profondi, i contenuti di certi trattati impegnati e seriosi. Sono sicuramente parole sue, non c'è ombra di dubbio. La stessa persona che un giorno disse - Io metterei anche la mia faccia per degli ideali. Che sono, appunto, la guerra - ora affronta l'esistenza con la poesia. Tra l'altro la spudorata ha anche l'ardire di citarmi!Perché non ci sei più? Perché non sento più il tuo odore? Tutto mi ricorda di teLa tua faccia da burlone Le tue risa alla mattina I tuoi occhi da cialtrone Perché non ci sei più? Pensavamo durasse un'eternità E invece no. Ma l'eternità tua rimarrà con me Le candele illuminano la stanza La luce persa risplende Con la sua fiamma Il fuoco... la legna. E due occhi si incontrano Due giorni, Due ore,Due secondi. E noi due, fermi. Immobili. Mi guardi. Sorrido. Ti guardo. Sorridi. Noi due. Due labbra. Due baci.E magari due calci nel sedere. Pura avanguardia. Sembra stupita dal fatto che qualcuno l'abbia abbandonata come un cane all'Autogrill: pensava che durasse un'eternità e invece no. Quanto spessore, quanto pathos, che magnifiche rime: odore, burlone, cialtrone. Forse le “Parole al Vento” non sono altro che un comune problema di meteorismo. Un semplice attacco di flatulenza, ma c'era bisogno di scrivere un libro per declamare un peto?Comunque è lei stessa che ci suggerisce un buon uso del suo libro: Il fuoco... la legna. Pasquetta si avvicina, viva le grigliate all'aperto.