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LUDWIG VAN BEETHOVEN - All ' Immortale Amata -

Post n°8 pubblicato il 10 Aprile 2010 da ciapessoni.sandro
Foto di ciapessoni.sandro

La lettera fu ritrovata dopo la morte di Beethoven, allo stesso momento del:

" Testamento di Heiligenstadt ".


TESTO DELLA LETTERA

[Teplitz 6-7 luglio 1812]

6 luglio di mattina.

-Mio angelo, mio tutto, mio me stesso. - oggi solo qualche parola a ma-tita (con la tua matita) - la camera me la potranno fissare soltanto domani, quanto tempo sprecato per simili inezie - perché questo dolore profondo, dal momento che è necessario - Può il nostro amore esistere altrimenti, se non le-gato ai sacrifici e alla rinuncia a pretendere tutto, che si può fare, se non sei interamente mia; se non sono interamente tuo - O Dio guarda quanto è bel-la la natura e non ti turbare per ciò che deve essere - l'amore esige tutto e con piena ragione, così è di me con te e di te con me - dimentichi così facilmente che debbo vivere per me e per te, fossimo interamente riuniti né tu né io pro-veremmo questo dolore - il mio viaggio è stato tremendo, sono arrivato qui ieri alle quattro di mattina, mancavano i cavalli così la posta ha dovuto cambiare iti-nerario, ma che orribile strada, all'ultima stazione mi avevano sconsigliato di viaggiare di notte, di guardarmi dall'attraversare un certo bosco, ma ciò mi ave-va invece stuzzicato - e ho avuto torto, con tutti quei sobbalzi su un fondo appena sterrato, la carrozza avrebbe potuto non farcela e con due postiglioni me-no abili dei miei, sarei rimasto bloccato a metà strada - a Esterhazi non è an-data meglio sulla strada normale, con i suoi otto cavalli contro i miei quattro. -Anzi, io mi sono persino divertito come mi accade sempre in caso di scam-pato pericolo - ma torniamo in fretta dalle cose esterne a quelle interne, ci ri-vedremo presto, anche oggi non posso comunicarti le osservazioni che ho fat-to in questi ultimi giorni a proposito della mia vita - se i nostri cuori fossero sempre vicini l'uno all'altro, non mi sarebbero certamente venute in mente, ho il cuore che scoppia di cose da dirti - Ah - ogni tanto penso che le parole non siano in grado di esprimere nulla - sii serena, continua ad essere il mio fedele, unico tesoro, il mio tutto, come io lo sono per te; il resto, quello che ci potrà e ci dovrà accadere, saranno gli dei a deciderlo. -

Il tuo fedele Ludwig

***

Lunedì 6 luglio sera

Tu soffri, tu, l'essere a me più caro - in questo momento m'informano che le lettere devono essere consegnate molto presto al mattino. Lunedì - gio-vedì gli unici due giorni in cui la posta parte di qui per K. - tu soffri - Ah, dove sono io, ci sei anche tu con me, parlo con me e con te, faccio come se potessi vivere con te, che vita! !!! così!!!! senza di te - Perseguitato qua e là dal-la bontà degli uomini che credo - così poco di voler meritare e che merito co-sì poco - L'umiltà dell'uomo verso l'uomo - mi fa male - e se mi considero nel quadro dell'universo, che cosa sono e che cosa è colui - che chiamano il più grande - e tuttavia - anche qui c'è il divino dell'uomo - mi viene da pian-gere al pensiero che tu riceverai le mie notizie probabilmente non prima di sa-bato - per quanto tu mi possa amare - il mio amore per te è ancora più forte. - e mai starmi nascosta - buona notte - come frequentatore dei bagni devo ora andare a dormire - O Dio - così vicini! così lon-tani! non è forse un vero edificio celeste il nostro amore - ma anche solido co-me la volta del cielo. -

***

Buon giorno 7 Luglio

a letto i miei pensieri sono già rivolti a te, mia amata immortale, ora lieti, ora di nuovo tristi, nell'attesa che il destino esaudisca i nostri desideri - posso vivere soltanto unito strettamente a te, non altrimenti, sì, ho deciso di errare lontano finché non potrò volare nelle tue braccia e sentirmi perfettamente a ca-sa accanto a te e lasciando che la mia anima, circondata dal tuo essere, entri nel regno degli spiriti - purtroppo così deve essere - ti rassegnerai, tanto più co-noscendo la mia fedeltà verso di te, nessuna altra donna potrà mai possedere il mio cuore, mai - mai - O Dio perché doversi allontanare dall'oggetto di tan-to amore, la mia vita a V. è ora miserevole - il tuo amore ha fatto di me il più felice e nello stesso tempo il più infelice degli uomini - alla mia età avrei bisogno di vivere in modo uniforme senza scosse - ma è ciò possibile nella no-stra situazione? - Angelo mio, mi dicono ora che la posta funziona tutti i gior-ni - quindi chiudo affinché tu possa ricevere la lettera al più presto - sii calma, solo contemplando con serenità la nostra esistenza potremo raggiungere il no-stro scopo di vivere insieme - sii calma - amami - oggi - ieri - Quanta nostal-gia, quanto rimpianto di te - di te - dite - mia vita - mio tutto - addio - ti prego continua ad amarmi - non smentire mai il cuore fedelissimo del tuo amato

L.

Eternamente tuo
Eternamente mia
Eternamente nostri

***


Note:

Questa lettera è stata tradotta rispettando scrupolosamente il facsimile pubblicato dalla Beethoven-Haus nel 1986.
I trattini (importanti perché suppongono una " pausa " dello spirito e sono tipici dello scrittura Beethoveniana) sono indicati tutti. Dimostrano l'agitazione nello spirito di Beethoven nel momento in cui redigeva questa missiva e se certuni sembrano talvolta fuori posto, sono tuttavia importanti come senso e possono essere paragonati a dei " sospiri " .


La fine della lettera " eternamente tuo, eternamente mia eternamente nostri " ci ricorda un po' il finale di certe opere musicali del Maestro... e le tre parti della lettera sembrano tre movimenti differenti di sonata o di sinfonia...



BETTINA von BRENTANO e i rapporti con la musica.

Bettina fece conoscere Goethe a Beethoven: i due si incontrarono tra il 19 ed il 23 Luglio 1812 a Teplitz. Fu lei a far leggere a Beethoven l' "Egmont" che poi lui musicò come Ouverture (Sinfonia)


E qui va ricordato che il genio di Bonn volle dedicare alcune delle sue sublimi composizioni musicali ad alcuni componenti la famiglia Brentano.

Si tratta del " Trio in un movimento in Si bemolle maggiore " (WoO 39) per violino violoncello e pianoforte, scritto nel giugno del 1812 (ma pubblicato postumo soltanto nel 1830), accompagnato dalla dedica:

"Alla mia piccola amica Maximiliane Brentano, per incoraggiarla a suonare il pianoforte".
(Maximiliane Brentano era la figlia di Franz Brentano (fratellastro di Clemens e di Bettina) che per moglie si era sposato con: Antonie von Birkenstock - la futura destinataria della celebre lettera "All'Amata immortale". Beethoven scrisse questa famosa lettera ma venne ritrovata soltanto dopo la morte di Beethoven.

Beethoven espresse sempre, con calore, una sincera riconoscenza verso mecenati e amici ed in particolare cura verso la carissima amica Bettina che con Beethoven ebbe una leale ed appassionata corrispondenza.

Sempre Maximiliane, otto anni dopo il Trio, ebbe in dedica anche la


Sonata N. 30 op. 109 per pianoforte.
con dedica autografa di Beethoven.

Questa "Sonata per pianoforte n. 30 in Mi maggiore, Op. 109", è la terzultima delle 32 composte ed ha visto la luce nel 1819-1820 ed è suddivisa in 3 movimenti:
1.- Vivace ma non troppo - 2 - Prestissimo (in Mi minore) - 3. Gesangvoll, mit innigster Empfindung. (Andante molto cantabile ed espressivo).

Esiste in CD questa Sonata per pianoforte, per cui consiglio e caldeggio l'ascolto a coloro che desiderassero approfondire con quale linguaggio espressivo... il Genio di Bonn si confidava alle persone amate.

***

Ma l' evento maggiore nella vita sentimentale del musicista - sempre in relazione alla famiglia Brentano, - fu la scrittura della celeberrima "Lettera all'Amata immortale", (sopra riportata) redatta in tre riprese a Teplitz tra il 6 e il 7 luglio 1812. La destinataria non è più un mistero; Antonia von Birkenstock in Brentano (1780-1869), sposata al senatore di Francoforte Franz von Brentano, e cognata di Bettina, che incontrò Beethoven a Vienna e a Karlsbad tra il 1809 e il 1812.

Infatti gli studi più recenti identificano l' "Immortale amata" con la viennese Antonie von Birkenstock, di dieci anni più giovane di lui, che nel 1798 aveva sposato per pressione paterna il ricco mercante di Francoforte, Franz Brentano, (fratello di Clemens e di Bettina, ma nato dalla prima moglie di Peter Anton Brentano il Tremezzino) e là si era trasferita, a Francoforte.

Lontano dalla sua città natale essa si era però ben presto sentita a disagio e, dopo la nascita di quattro figli, (tra i quali troveremo una figlia di nome Maximiliane o Maximiliana - vedere sonata 109 di Ludwig van Beethoven), nel 1809 era tornata temporaneamente a Vienna con tutta la famiglia: lì, a Vienna, qualche mese dopo, conobbe Beethoven, e tra i due nacque una tenera amicizia che si trasformò lentamente ma inesorabilmente in appassionato amore, finalmente corrisposto ma… come al solito - impossibile: Ludwig van Beethoven, era amico del marito di Antonie (Franz Brentano) e affezionato a tutti i loro figli, mai avrebbe infatti accettato di rovinare il loro matrimonio.

Antonie ritornò a Francoforte con la sua famiglia nell'autunno del 1812, e per più di cinquant'anni seppe mantenere un dignitoso riservo sul suo unico, vero amore. Beethoven dopo la partenza dell'Amata, per la prima volta accettò la solitudine alla quale ormai si sentiva definitivamente destinato.

Ed è oltremodo significativo che da allora, nella biografia di Beethoven, non si trovi più alcuna traccia di storie d'amore e di donne.





Sandro Ciapessoni.

 
 
 
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